eContent: parte all’insegna della convergenza la Conferenza OECD/MIT

di Raffaella Natale |

Contenuti digitali la nuova manna, ma necessario un approccio regolatorio più light

Italia


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Da oggi, 30 gennaio 2006, Roma si accinge a diventare per alcuni giorni la “capitale” mondiale dell’economia e dei contenuti digitali. Su iniziativa dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) e del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, infatti, oggi e domani, nel complesso monumentale del San Michele, si incontrano alla Conferenza “Il futuro dell’economia digitale: creazione, distribuzione e accesso ai contenuti digitali” i principali protagonisti del mondo di questa nuova frontiera, non solo culturale ma anche industriale, per discutere di questi temi assolutamente nuovi e aprire un confronto di respiro internazionale. Proprio a questi argomenti il settimanale The Economist ha dedicato la copertina del suo ultimo numero (King content – Big Media’s struggle with the digital world).

 

Presenti alla Conferenza diversi rappresentanti istituzionali, del mondo accademico e delle imprese (editoria, informazione, cinema, musica, arte, cultura, intrattenimento, etc.), del World Economic Forum, delle organizzazioni internazionali dei sindacati e dei consumatori. Tra i molti relatori, ci saranno Giorgio Assuma, presidente della SIAE; il produttore cinematografico Aurelio de Laurentis; Rita Hayes, vicedirettore generale dell’OMPI-Organizzazione Mondiale Proprietà Intellettuale; il cantante Max Pezzali, che tra i primi artisti italiani ha usato la Rete per distribuire le sue produzioni; Marco Tronchetti Provera, presidente di Telecom Italia. Tra i relatori anche i rappresentanti della BBC, BT, Deutsche Telecom, Fastweb, Google, IBM, Rai, Sky Italia, Yahoo, Wikipedia e Wikimedia, del mondo accademico con le Università della California, Columbia, Harvard, Maastricht, St.Gallen, Law Centre della Georgetown University di Washington, London Business School e il Politecnico di Torino. Partecipando anche oltre 350 i delegati dei 30 Paesi OECD che prendono parte al confronto-analisi e i lavori della conferenza sono seguiti da un centinaio di giornalisti, di cui molti provenienti dall’estero.

 

I contenuti digitali rivestono un ruolo sempre maggiore nelle economie dei Paesi OECD, la cui produzione è sempre più focalizzata su beni intangibili piuttosto che fisici. Sono, pertanto, destinati a diventare sempre più un’infrastruttura creativa di fondamentale importanza, alla base dell’economia della conoscenza e al centro di settori quali la salute, l’istruzione e la cultura.

 

I lavori della Conferenza sono stati aperti dal Ministro Lucio Stanca e Donald Johnston, Segretario Generale dell’OECD; e tra i tanti interventi quelli di Chin Dae-Je, Ministro per l’Informatica e le Comunicazioni della Corea del Sud (Paese all’avanguardia per le politiche a sostegno dell’economia digitale); Michael J. Copps, Commissario della Federal Communications Commission degli Stati Uniti, e Fabio Colasanti, Direttore Generale Società dell’Informazione e Media della Commissione europea.

 

A spiegare l’importanza dell’appuntamento è il Ministro Lucio Stanca: “Lo scopo di questa Conferenza – ha detto il Ministro – è portare in primo piano il dialogo su queste materie, definire i suoi punti chiave e contribuire allo sviluppo di un linguaggio comune” a livello internazionale.

Stanca ha messo l’accento sulle nuove opportunità e convergenze o alleanze fra settori diversi che comprendono produttori di contenuti digitali, televisione, cinema, industria musicale, portali internet e Imprese di informatica.

 

Il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha sottolineato: “Siamo alla fine della legislatura e vogliamo terminare aprendo sul futuro: nei prossimi anni i contenuti digitali diventeranno un fattore strategico a sostegno dell’economia, a partire da quella digitale. L’Italia ha da tempo avviato il circolo virtuoso dei contenuti digitali: infrastruttura-contenuti-competenze. Le opportunità tecnologiche oggi disponibili cambiano il modo tradizionale della produzione, della distribuzione, della commercializzazione dei contenuti digitali“, ha evidenziato Stanca ricordando, a titolo di esempio, che “i nuovi contenuti vengono sempre più prodotti anche al di fuori delle tradizionali industrie dell’intrattenimento o dell’editoria, coinvolgendo settori quali il turismo, la Pubblica amministrazione, i servizi finanziari e altro, fino a giungere agli stessi utilizzatori del Web, che divengono contemporaneamente produttori e consumatori di contenuti in Rete”, ha concluso Stanca.

 

Il Ministro ha voluto anche evidenziare che l’industria dell’Information Technology e del trasferimento dati tramite reti ad alta velocità e a banda larga sta assistendo a uno spostamento del suo centro di gravità sempre più diretto verso i contenuti: non solo questi ultimi stanno provocando un cambiamento economico, ma anche un’evoluzione a livello culturale e sociale.

“Solo pochi anni fa“, ha commentato, il livello a cui sono giunti oggi i contenuti, che vengono trasferiti tramite le tecnologie digitali, sarebbero stati “inconcepibili“.

 

“Questa conferenza rappresenta un ponte verso il futuro – ha detto Stanca – sono convinto che l’Innovazione tecnologica, e in particolare l’Ict, continueranno a restare una priorità chiave nell’agenda dei prossimi parlamenti italiani”. Tuttavia, ha sottolineato il ministro, queste grandi opportunità rappresentano anche “sfide che stiamo fronteggiando a livello globale. Questo richiede un approccio condiviso con un dialogo aperto tra diversi punti: tecnico, normativo, politico e culturale”.

 

Stanca ha individuato due fattori chiave per sostenere lo sviluppo di nuovi contenuti sulle trasmissioni digitali: il primo è un ulteriore rafforzamento della diffusione della banda larga, “che connette centinaia di milioni di gente in maniera più rapida, ma consente anche la diffusione di un vasto tipo di informazioni mediante diversi formati”. Il secondo fattore cruciale è quello di approntare nuove soluzioni e nuovi sistemi per le vendite online, in modo da renderle più semplici, veloci ed economiche. “La trasformazione a cui stiamo assistendo sta modificando i modelli tradizionali di business, i quadri normativi e gli atteggiamenti e le preferenze dei consumatori”.

 

Negli ultimi anni il governo italiano ha adottato iniziative chiave per gestire molte delle questioni legate ai contenuti digitali. Mediante una serie di programmi – ha detto Stanca – il governo ha sostenuto la domanda privata e pubblica. Il tasso di incremento della banda larga in Italia è stato tra i più alti dell’Unione europea negli ultimi due anni”.Siamo impegnati – ha concluso Stanca – a rendere le connessioni in banda larga disponibili all’intera popolazione italiana”.

 

Tra i temi sul tappeto anche il “dilemma digitale“, ossia il conflitto tra l’esigenza di non limitare la diffusione dei contenuti digitali e quella di tutelare i diritti della proprietà intellettuale.

 

Per il presidente di Telecom Italia, Marco Tronchetti Provera, la tecnologia digitale permetterà “uno sviluppo accelerato dell’economia” mondiale come dimostra la crescita degli Usa “che in gran parte è basata sull’applicazione delle nuove disponibilità tecnologiche”. Nel suo intervento di oggi, il presidente ha sottolineato che sono molte le opportunità che il digitale e la banda larga offriranno nei prossimi anni, ma è necessario “evitare che alcuni problemi frenino lo sviluppo delle nuove tecnologie e l’applicazione all’economia e alla vita di tutti i giorni”.

 

Sull’economia digitale “fortunatamente in Italia siamo del tutto competitivi – ha osservato il presidente di Telecom – l’Italia è entrata nell’economia digitale meglio di altri Paesi e oggi conta oltre 6 milioni di utenti di banda larga“. Le nuove tecnologie di telecomunicazioni legate al digitale sono quelle che nella penisola riescono ad attirare il maggior numero di investimenti dall’estero, ha detto ancora Tronchetti, secondo cui questo settore è “vitale per i prossimi anni“.

 

“Telecom Italia, nel triennio 2005-2007, sta spendendo 5 miliardi l’anno in investimenti. Di questi, circa 2,1 miliardi nell’intero triennio sono dedicati alla banda larga“, ha precisato il numero uno di Telecom Italia.

Il digitale permetterà a Telecom Italia di crescere in nuovi settori. Noi ci crediamo”. Tronchetti ha poi ricordato gli accordi stretti fra Telecom Italia e altre società nel settore del digitale, come Mediaset e Rai. “Stiamo sviluppando servizi nuovi – ha spiegato – che ci permetteranno di stare sul mercato”.

“La Telecom di oggi non ha nulla a che fare con quella del 2001″ , ha proseguito Tronchetti spiegando che ormai circa i due terzi del traffico totale del gruppo sono rappresentati da comunicazioni in banda larga e in digitale. Nuovi servizi a cui “consumatori e Imprese hanno risposto molto bene, servizi che sono cresciuti anche grazie all’attenzione dei consumatori – ha detto Tronchetti – e ha tariffe che sono tra le più basse d’Europa”.

 

Per il presidente di Telecom ci sono altre problematiche che devono essere chiarite per non ostacolare lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie. Ad esempio il rapporto tra possessori dei diritti dei contenuti e Internet provider, ma anche la necessità di tutelare chi investe in infrastrutture: “Credo fermamente che gli enormi investimenti sull’infrastruttura che sono stati fatti e che gli operatori continueranno a fare, permetteranno a loro e a tutte le industrie collegate di poter offrire diversi servizi di alta qualità, ma deve essere chiaro che se facciamo investimenti ci deve essere un modo chiaro per remunerare questi investimenti”.

 

Tronchetti si è augurato, inoltre che la Direttiva europea “Tv senza frontiere“, che regolamenta i contenuti del settore televisivo “non sia trasferita” ai nuovi contenuti digitali.

Una regolamentazione rigida come quella della Direttiva, ha spiegato, è utile solo nei settori dove “il panorama dell’industria si sviluppa lentamente”, come nel caso della Direttiva realizzata per regolare il settore televisivo quando esso, ha osservato Tronchetti, aveva già avuto tempo “di consolidare i suoi modelli di business e le sue catene di valore”.

Non sarebbe appropriato – ha proseguito – trasferire il suo approccio regolatorio alle attività di business online. Per esse sarei propenso a preferire un approccio regolatorio più light”.

 

In questo senso bisogna trovare una soluzione per servizi VoIP, (Voice over Internet Protocol) che rischia di fare concorrenza ‘sleale’ agli operatori di tlc: “noi operatori di telecomunicazioni abbiamo regole ben precise, mentre chi opera sul VoIP al momento non deve sottostare a nessuna norma, e comunque si apre il problema di remunerare chi ha realizzato le infrastrutture che permettono di utilizzare i servizi VoIP“.

Insomma, secondo Tronchetti si tratta “di assecondare uno sviluppo che porterà vantaggi per tutti senza introdurre norme antiquate che rallenterebbero lo sviluppo economico e i miglioramenti che deriveranno da questa rivoluzione tecnologica”.

 

Conference programme

 

Background reading

 

Per un approfondimento dei temi che saranno trattati nella Conferenza, si possono consultare i seguenti Reports:

 

 

 

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