TDT: Rai in crisi, per il Dg necessario tagliare gli investimenti sul digitale e l’innovazione tecnologica

di Raffaella Natale |

Italia


Alfredo Meocci

Si è parlato del futuro della Rai in Commissione parlamentare di Vigilanza. Per il Direttore generale, Alfredo Meocci, la Tv pubblica è pronta a una manovra per il 2006 “che da un lato non produce effetti strutturali e dall’altro comporta rilevanti sacrifici limitando l’azione dell’azienda in aree a valenza strategica“. Meocci ha espresso personale preoccupazione soprattutto per il passaggio al digitale terrestre. Secondo, il Direttore generale, infatti, “tra le azioni che si possono anticipare“, per la manovra che dovrà riguardare i conti del 2006, c’é al primo posto “la limitazione dello sviluppo dell’offerta digitale“, ma anche il “contenimento del piano degli investimenti sul digitale e sull’innovazione tecnologica“.

Meocci ha posto il problema degli investimenti per la TV digitale terrestre (TDT) a partire dagli obblighi di legge per le regioni pilota di Val d’Aosta e Sardegna. “Stiamo cercando di ottimizzare i costi – ha spiegato alla Vigilanza – e su questo abbiamo avuto un incontro nei giorni scorsi con Raiway. Ma non nego che siamo oggettivamente in ritardo e quella prevista non è una data che consente di ottimizzare una nuova tecnologia. Non è come per il colore dove chi non passava al nuovo sistema aveva comunque garanzia di vedere la Rai in bianco e nero e quindi rischiamo di penalizzare alcune fasce di popolazione”.

Ma sarà necessario intervenire anche nell’area dei diritti sportivi con la consapevolezza che con i costi in aumento non si può per il futuro “sostenere in alcun modo la copertura di tutti gli eventi tradizionalmente seguiti dalla Rai, senza determinare forti squilibri nei conti aziendali”.

Il direttore generale ha espresso grande preoccupazione, riferendosi ai Mondiali di calcio, ha lamentato la crescita esponenziale dei costi di acquisizione dei diritti passati. “Siamo passati dai 4 milioni di euro del 1998 ai 62 milioni del 2002, fino ai presunti 180 milioni di euro che la Rai avrebbe dovuto pagare per acquisire l’intero pacchetto di partite per l’edizione dell’anno prossimo”. Aggiungendo che nel 2010 e nel 2014 la Rai, per detenere la titolarità completa di tutti i diritti disponibili, verserà la somma complessiva di 350 milioni di euro con un aumento del 300% in 8 anni. Nel 2006 gli Europei di calcio costeranno 68 milioni di euro. Per la Formula 1 la Rai verserà nel 2007 35 milioni di euro ed è stato dato mandato al Direttore dei diritti sportivi di presentare un’offerta per le stagioni 2008-2012. Costi elevatissimi con un doppio problema per la Rai: “Quello di garantire la copertura televisiva in chiaro degli avvenimenti più seguiti dal pubblico con la necessità di non appesantire i conti economici”, ha commentato Meocci.

Meocci è poi entrato nel merito della contabilità separata, sottolineando che “le prime risultanze evidenziano che la dinamica del canone, a parità delle altre condizioni, diviene l’elemento centrale per il riequilibrio e per la creazione delle condizioni dello sviluppo“.

A riguardo, il Presidente Rai, Claudio Petruccioli, ha parlato di una simulazione di previsione di contabilità separata per il 2006 in cui mancherebbero 300 milioni di euro alla Rai per coprire le attività di servizio pubblico richieste dal contratto di servizio stipulato con il ministero delle Comunicazioni. Per queste ragioni, Petruccioli ha rivelato di aver inviato una lettera al Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi.

Il Direttore generale ha aggiunto che “se il canone è fermo e non si può alzare il limite al tetto della pubblicità, non ci vuole molto per dire che la Rai non ce la può fare ad entrare nella logica di modernità che dovrebbe affrontare per il futuro. Si può andare avanti per un po’ di tempo e per questo sto stressando la Sipra, ma non sono mago Merlino e non so dove prendere i soldi“.

Meocci non sarà mago Merlino, questo è vero, ma prima di pensare di tagliare gli investimenti al digitale e all’innovazione tecnologica, mi viene in mente se non sarebbe il caso di tagliare qualche super caché.