TDT: battaglia all’ultimo multiplex in Francia tra gli operatori della Mobile Tv e le emittenti locali

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Una battaglia per le frequenze si preannuncia all’orizzonte del mercato radiotelevisivo francese. Entro ottobre il Consiglio superiore dell’audiovisivo (CSA) dovrà pronunciarsi sull’uso dell’ultimo multiplex delle sei frequenze ancora libere della Tv digitale terrestre (TDT).

Uno di fronte all’altro: quelli che vorrebbero utilizzare queste frequenze per i primi test della Mobile Tv o per lo sviluppo della Tv ad alta definizione (High Definition Tv – HDTV); e quelli che sostengono che la TDT dovrebbe essere principalmente un trampolino di lancio per le mittenti locali, come del resto stabilisce il precedente piano di assegnazione.

Le reticenze, come ha spiegato, Philippe Lévrier del CSA, si spiegano alla luce del fatto che assegnare queste licenze per sperimentazioni significa far sparire le Tv locali, e per mantenere gli impegni già presi bisognerebbe liberare altre frequenze.

 

La polemica sull’argomento si è accesa dal lancio della TDT (31 marzo scorso, ndr). I 470.000 telespettatori che si sono dotati dell’apposito decoder, non riescono più a ricevere i canali locali che vedevano con la diffusione in analogico. Al momento sono una decina le emittenti locali che trasmettono in analogico e un centinaio quelle via cavo.

 

Louis Bertrand Raffour, direttore generale di Urbi TV, una società indipendente di investimenti nelle Tv locali, ritiene certo che se queste reti locali non troveranno il loro posto sulla TDT, saranno destinate a sparire. Quello che resta da fare, è dimostrare una stabilità economica.

¿Perché questo settore decolli ¿ ha spiegato Gilles Cremillieux, presidente del Sindacato delle Tv locali hertziane ¿ bisogna riaprire le aste, incluse quelle per l’analogico¿.

 

Il senatore Claude Belot, vicepresidente della Commissione finanze, ha proposto dei fondi per sovvenzionare le Tv locali, e ha lanciato una proposta, quella di destinare una parte del canone al finanziamento delle emittenti locali a carattere pubblico o associativo.

Per contro, il deputato Emmanuel Hamelin (UMP) ha pensato a una soluzione diversa: promuovere delle partnership tra i canali, che consentirebbero di accedere con più facilità ai fondi previsti per la produzione audiovisiva.

 

Intanto il CSA, in una decisione di eri, ha comunicato che gli operatori che vorranno offrire canali pay sulla TDT dovranno registrarsi presso il Consiglio.

Si tratta di un obbligo legale e comprenderà un certo numero di informazioni (business plan, regione sociale¿).

 

Gli operatori francesi dei nuovi canali gratuiti sulla TDT vorrebbero partire ¿tra metà-settembre e metà-novembre¿. Lo ha comunicato, a margine di una conferenza stampa, Marie-Laure Denis, membro del CSA, incaricato di gestire il dossier.

Denis ha precisato che la situazione è differente per i canali già trasmettono sulle reti analogiche o per quelli che non esistono ancora, come BFM TV o l’emittente per giovani Gulliver.

Intanto, il Consiglio dovrebbe rilasciare tra qualche settimana le licenze definitive per la trasmissione dei nuovi canali free e pay di TDT. 

 

Il CSA ha adottato i progetti di convenzione di 8 nuovi canali in digitale terrestre, di cui 4 gratuiti e 4 a pagamento. Questi progetti di convenzione, ha precisato il CSA, che sono stati trasmessi agli operatori per la firma, riguardano il canale Gulliver (Lagardere e France Televisions), quello pay Canal J (Lagardère). Ma anche quelli gratuiti : Europe 2 TV (Lagardère), i-TELE (Canal+) e BFM TV (Nextradio). E quelli a pagamento del gruppo CanalPlus: Planète, Canal+ Cinéma e Canal+ Sport. Nel giorno in cui il CSA, in seduta plenaria, rilascerà le licenze finali, pubblicherà anche le motivazioni per le quali sono state respinte le altre richieste.

 

Raffaella Natale