L¿Espresso chiude l¿esercizio 2004 con utile netto in crescita del 29%

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Approvato oggi il bilancio 2004 del gruppo L¿Espresso. Il Cda presieduto da Carlo Caracciolo ha esaminato i risultati consolidati.

La societ&#224, che fa capo a Carlo De Benedetti, ha chiuso l¿esercizio 2004 con un utile netto consolidato in aumento del 29% a 87,7 milioni di euro. In miglioramento anche i ricavi, che sono cresciuti a 1,051 miliardi, contro 1,079 miliardi di fine 2003.

Il risultato operativo &#232 stato pari a 177,4 milioni, con un”incidenza sul fatturato del 16,4%, in lieve aumento rispetto ai 175,1 milioni dello scorso esercizio (incidenza del 16,7%).

Migliora anche la situazione finanziaria, con l”indebitamento netto che si &#232 ridotto a 131,1 milioni, contro i 149,5 di fine 2003. Il patrimonio consolidato netto &#232 passato da 332 milioni dell”esercizio precedente a 375,2 milioni.

Il Cda, inoltre, ha formulato all”assemblea dei soci, convocata per il 20 aprile, la proposta di distribuire un dividendo pari a 0,13 euro per azione, in aumento del 18% rispetto a 0,11 euro per azione dell”anno passato.

Nei primi mesi del 2005 la raccolta pubblicitaria sui mezzi del gruppo ha mostrato ¿un progressivo miglioramento¿.

Come informa il gruppo, il 2004 &#232 stato caratterizzato dall¿avvio del progetto full color de la Repubblica, il trasferimento di tutte le societ&#224 romane della societ&#224 in una nuova sede, la conferma del successo dei prodotti opzionali veicolati con la Repubblica e L¿Espresso, la crescita dell¿audience delle emittenti radiofoniche e il sostanziale risanamento dell¿area Internet.

Parallelamente al rafforzamento del core business, dice il gruppo, si &#232 volta l¿attenzione anche allo sviluppo: sono state studiate nuove iniziative editoriali, quali il lancio di un periodico dedicato alla programmazione televisiva (TV magazine) e il restyling del settimanale Musica che sar&#224 trasformato in una rivista mensile, e inoltre &#232 stato raggiunto un importante accordo per l¿acquisto dell¿emittente televisiva nazionale Rete A. Si tratta di un¿emittente per giovani, con ascolti e pubblicit&#224 in costante crescita, che pu&#242 ulteriormente svilupparsi sfruttando i marchi e i know how delle emittenti radiofoniche del gruppo nonch&#233 la tecnologia messa a disposizione dall¿area Internet.

In data 10 febbraio 2005, l¿Autorit&#224 per le Garanzie nelle Comunicazioniha rilasciato parere favorevole all¿operazione di acquisto dell¿emittente televisiva nazionale Rete A, e a giorni &#232 atteso il via libera dell¿Antitrust.

Il 22 dicembre scorso, il gruppo Espresso ha chiuso l¿accordo per l”acquisizione di Rete A, di propriet&#224 di Alberto Peruzzo. La societ&#224 investe cos&#236 nella Tv analogica, ma con l¿occhio puntato al digitale terrestre.

Rete A dispone di una rete analogica e ha una copertura di circa l”80% della popolazione italiana, con licenza a trasmettere in digitale terrestre, ed &#232 nota ai pi&#249 per il canale All Music. Per il segnale digitale Rete A &#232 impegnata a costruire la propria rete per la copertura di almeno il 50%.

Con questa acquisizione il gruppo Espresso entra nel settore della televisione analogica e digitale terrestre per realizzare un progetto di rete a prevalente programmazione musicale dedicata ai giovani sfruttando i marchi e il know how delle proprie Radio DJ e Radio Capital¿, aveva commentato nell¿occasione la societ&#224.

L”Espresso ha rilevato il 100% del capitale per 115 milioni di euro, utilizzando parte delle risorse ottenute di recente con l”emissione di un prestito obbligazionario da 300 milioni.

Il rilevante esborso &#232 in gran parte giustificato dal valore della concessione per la trasmissione televisiva (in Italia ne vengono assegnate 11), senza la quale non &#232 possibile ottenere l”autorizzazione per passare al digitale terrestre. Ma anche dalla situazione patrimoniale della televisione che possiede un buon livello di cash flow, un fatturato pari a 20 milioni di euro e una posizione finanziaria netta positiva per 5 milioni.

Rete A prevede inoltre di raddoppiare il proprio turnover nei prossimi tre anni e raggiungere un utile operativo del 30-35%, contro l¿attuale 10%.

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

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