Accesso ai contenuti e concorrenza tra piattaforme: operatori e addetti ai lavori chiamati da e-Media Institute e Lear

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Telefonia mobile di terza generazione, tv digitale, larga banda. Piattaforme tecnologiche diverse su cui vigono regole diverse. La domanda da porsi &#232: costituiscono un unico mercato? Al tema dei contenuti e alle diverse piattaforme sulle quali possono essere veicolati &#232 stato dedicato il workshop ¿Accesso ai contenuti e concorrenza tra piattaforme¿, organizzato da Lear (Laboratorio di economia antitrust e regolamentazione) ed e-Media Institute presso la sede del Cnel a Roma.

Presieduto da Vincenzo Zeno-Zencovich, dell¿Universit&#224 Roma Tre, l¿incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti della Commissione Europea, dell¿Antitrust e dell¿Autorit&#224 per le garanzie nelle comunicazioni ed &#232 stato concluso da una tavola rotonda, moderata da Antonio Pilati (Antitrust), alla quale hanno preso parte i rappresentanti dei maggiori operatori di rete. Assente solo la Rai, che, pur invitata a partecipare, non ha inviato un proprio rappresentante.

I lavori sono stati aperti dall¿intervento di Emilio Pucci, direttore di e-Media Institute, che ha illustrato approfonditamente le caratteristiche neo-editoriali del nuovo mercato audiovisivo. Per Pucci, ¿¿l¿intero sistema dei media si trova oggi alle soglie di un nuovo scatto di quel processo evolutivo avviato a met&#224 degli anni Ottanta con la comparsa dei primi sistemi digitali per la distribuzione dei contenuti editoriali¿.

Un processo che ha cambiato radicalmente i mercati dei contenuti e dei media, che va sotto il nome di ¿convergenza¿. Secondo Pucci, ¿la storia dei media dimostra che c¿&#232 storicamente sempre stato un conflitto tra i portatori di interesse sui diritti di sfruttamento e i portatori di interesse sulle prestazioni tecniche dei mezzi. I primi vorrebbero un irrigidimento dei vincoli; i secondi ne auspicano di fatto un indebolimento¿.

In conclusione, Pucci ritiene che sarebbe ¿una cosa sensata per tutti gli operatori far precedere alle contese una rilevante attivit&#224 di conoscenza…¿, anche perch&#233 ¿…bisogna accettare che sono necessarie concettualizzazioni del tutto nuove e che gran parte delle caratteristiche del nuovo mercato non sono ancora comprese¿.

Per Paolo Buccirossi, direttore di Lear, che ha parlato delle relazioni verticali tra fornitori di contenuti e operatori, ¿¿la concorrenza verticale non sempre &#232 benefica come quella orizzontale¿.

L¿esperienza della Commissione Europea &#232 stata portata da Rosario Baratta, della DG Competition, che ha spiegato come l¿attenzione dell¿esecutivo di Bruxelles sia stata finora focalizzata su due piattaforme: Umts e banda larga. Secondo Baratta, in quest¿ultimo periodo, con l¿entrata in vigore delle nuove norme sulle comunicazioni, ¿si &#232 verificato un maggiore dinamismo del mercato¿.

Ad Antonio Perrucci, dell¿Autorit&#224 per le garanzie nelle comunicazioni, &#232 stato affidato il compito di descrivere il punto di vista italiano. Un mercato, quello dei media nazionali, che ha visto un unico rilevante fatto nuovo: il caso Sky (in codice M2876), ovvero la fusione Stream-Tele+. Si &#232 trattato, ha precisato Perrucci, della prima volta in cui l¿Autorit&#224 ha fissato un listino di accesso a contenuti. E questo, ha sostenuto Perrucci, ¿…ha inaugurato una nuova stagione per l¿intervento dell¿Authority¿.

Secondo Perrucci, ¿¿aleggia una concorrenza tra piattaforme¿, anche se viene da chiedersi se esse debbano riferirsi a uno stesso mercato o a mercati diversi. Per ora, ha spiegato il rappresentante dell¿Authority, la giurisprudenza antitrust fa distinzione fra mercato della televisione free-to-air e mercato della pay tv. In altri casi, come la telefonia mobile e la banda larga, la Commissione europea ha chiarito che esiste un unico mercato e non tanti singoli mercati, per il 3G, il Gsm, ecc. E cos&#236 pure dicasi per le tecnologie broadband (Adsl, cavo, satellite, ecc.). Un unico mercato, insomma, a prescindere dalla tecnologia utilizzata. Anche nel caso della raccolta pubblicitaria. Perrucci ha poi ricordato l¿ingresso nella televisione gratuita di due gruppi importanti nel panorama italiano: Telecom Italia e L¿Espresso. Per quanto riguarda la tv su Adsl, ha affermato: ¿entro l¿anno tutti i principali operatori di tlc avranno un¿offerta di contenuti via broadband¿.

Per Antonio Pilati, gi&#224 commissario dell¿Autorit&#224 per le garanzie nelle comunicazioni e ora in forza all¿Autorit&#224 Antitrust, ¿la tecnologia sta correndo pi&#249 rapidamente di quanto non faccia il lavoro di regolazione¿. Per Pilati, oggi ¿…la competizione &#232 diventata molto pi&#249 frastagliata e il consumatore ha pi&#249 scelta¿. Un fenomeno che dall¿Europa si sta estendendo anche al nostro Paese. ¿In Gran Bretagna le famiglie multichannel (cio&#232 che ricevono canali televisivi tramite pi&#249 di una piattaforma, ndr) sono il 50% e in queste famiglie i canali diversi dalle reti analogiche hanno una quota di audience pari al 60%¿. Il mercato si avvia dunque a una frammentazione e, sostiene Pilati, ¿questo dar&#224 luogo a un riposizionamento degli operatori dominanti¿.

In questo scenario, per il regolatore gli obiettivi da salvaguardare sono: i consumatori, la competizione, l¿innovazione (e investimenti), i contenuti e la possibilit&#224 che si esprima anche una singola voce (come ad esempio i blog).

Per Vincenzo Zeno-Zencovich, ordinario di Diritto delle telecomunicazioni all¿Universit&#224 Roma Tre, ¿¿oggi c¿&#232 una forte limitazione del principio di esaurimento del diritto, per cui occorre un ripensamento. Su questo, la discussione fra giuristi &#232 ancora in una fase embrionale¿¿.

Ricca di spunti di riflessione la tavola rotonda che &#232 seguita agli interventi.

Piero De Chiara, La7-Telecom Italia, ha sottolineato l¿entrata, negli ultimi mesi, di nuovi soggetti nel mercato della pay tv italiana, definendola ¿una grossa novit&#224¿.

Andrea Ambrogetti, Mediaset, ha sostenuto che se il mercato va verso la convergenza tra piattaforme diverse non si pu&#242 non andare verso una convergenza della regolamentazione.

Antongiulio Lombardi, H3G, ha annunciato che fra qualche mese sul mercato competeranno piattaforme simili, come DVB-H e UMTS, che consentono di ricevere trasmissioni televisive in mobilit&#224. Di queste cose si dovrebbe tenere conto nella definizione di nuovi testi regolamentari.

Alessandra Gagliardi, Sky, ha affermato che gli interventi regolatori pi&#249 recenti hanno posto le condizioni per una vivacit&#224 del mercato della convergenza, quale quella attuale.

Laura Rovizzi, Wind, ha sostenuto che &#232 importante sviluppare contenuti che possano viaggiare su ogni piattaforma, sottolineando il ruolo dei content provider in questa nuova fase di sviluppo del mercato.

Giovanni Corsi, Fastweb, ha ricordato le difficolt&#224 incontrate da Fastweb nella diffusione via cavo di programmi televisivi, visto l¿altissimo costo dei diritti da pagare ai broadcaster, polemizzando sul fatto che oggi sia pi&#249 facile accedere al mercato per un operatore di tlc, con le norme che facilitano l¿interconnessione e l¿unbundling, mentre un operatore televisivo non pu&#242 accedere a contenuti essenziali per l¿ingresso.

Enrica Tocci, Vodafone, ha sottolineato i rischi derivanti da una situazione di sviluppo tecnologico troppo rapida, manifestando da parte del secondo operatore di telefonia mobile l¿esigenza di certezza normativa. ¿I confini tra telefonia mobile, tv digitale terrestre e larga banda non sono ancora chiari¿, ha sostenuto, ¿per esempio, Vodafone ha acquistato a caro prezzo i diritti per il calcio ma non pu&#242 ancora offrire ai suoi abbonati una scelta completa¿.

Innocenzo Genna, Tiscali, ha basato il suo intervento sulla necessit&#224 di regole pi&#249 precise per il mercato dei contenuti sulla larga banda.

Pierluigi Sandonnini

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