Mediaset non sarà venduta. Pier Silvio Berlusconi ¿Smentisco qualsiasi voce in senso opposto¿

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¿Il futuro di Mediaset deve rimanere cos&#236. Smentisco qualsiasi voce in senso opposto¿.

Con questa dichiarazione, rilasciata a margine dei lavori della seconda convention di Mediaset, a Montecarlo, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, ha negato la possibilit&#224 che l¿azienda televisiva venga ceduta, come invece sostengono alcune indiscrezioni che circolano ormai da giorni sui mercati finanziari.

Pier Silvio Berlusconi ha precisato ¿oggi ho dato un segnale chiaro: il futuro di Mediaset, il modo di lavorare deve rimanere cos&#236. Questa &#232 una certezza”.

Nei giorni scorsi, era stato il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha intervenire nel merito della vicenda, definendo ¿Soap opera¿ i rumor sulla cessione.

“Conosco Berlusconi molto bene fin dalla giovinezza e so che per lui &#232 molto difficile vendere qualcosa“, aveva detto Confalonieri in una conference call a chi gli chiedeva se il presidente del Consiglio avesse intenzione di cedere il gruppo televisivo.

Le indiscrezioni a riguardo, sono circolate immediatamente dopo la dichiarazione rilasciata dal premier a Bruno Vespa, con la quale riconosceva che i figli sarebbero pronti a cedere il polo televisivo per andargli incontro.

¿I miei figli vedono con quanta passione mi dedico al governo e all”ammodernamento del Paese e pensano che se io mi liberassi delle televisioni sarei meno esposto agli attacchi dei miei avversari¿, aveva detto Berlusconi.

Spesso si &#232 parlato dell¿eventualit&#224 che la famiglia del presidente del Consiglio ceda il 51% di Mediaset detenuto dalla Fininvest. Ma da un po¿ di tempo a questa parte, sembra che le voci siano diventando pi&#249 insistenti.

Ipotesi che per&#242, secondo il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar (fino a poco tempo nel Cda di Mediaset, ndr), non sar&#224 presa in considerazione almeno fino al 2006.

¿Non credo che succeder&#224 nulla fino al 2006“, ha dichiarato Ben Ammar in un¿intervista rilasciata al Sole 24Ore.

La vendita delle attivit&#224 televisive permetterebbe alla Fininvest di avere nuove risorse da destinare ad altri investimenti e, in particolare, al rafforzamento del processo di internazionalizzazione del Gruppo.

Gi&#224 alcuni vociferano sulla possibilit&#224 che la famiglia Berlusconi possa reinvestire il ricavato della vendita in Telecom Italia.

Si era, in realt&#224, parlato anche dell¿ipotesi che fosse Telecom Italia a voler investire in Mediaset, ipotesi smentita dallo stesso presidente, che aveva dichiarato: ¿Solo fantasia ( ¿) non esiste nulla di tutto questo¿.

La stessa Fininvest era intervenuta nel merito delle voci che, sulla scia di un articolo apparso sul settimanale l¿Espresso, riferivano della possibilit&#224 che Silvio Berlusconi riducesse la propria partecipazione in Mediaset.

Secondo l”Espresso “entro il 2006, il destino di Mediaset, di una sua parte almeno, dovr&#224 prendere una strada diversa da quella della famiglia Berlusconi. I consiglieri del principe sono al lavoro. Bisogna trovare il modo pi&#249 indolore e pi&#249 proficuo per sciogliere il legame troppo stretto tra il premier e la sua creatura televisiva”.

Le ipotesi allo studio sarebbero due. “La prima &#232 una semplice azione di vendita. E prevedrebbe la cessione di Mediaset a fondi internazionali“. Secondo il settimanale “L”idea &#232 di lasciar andare il 30%, perdendo cos&#236 la maggioranza, pur rimanendo un socio influente ai limiti del controllo. Ma ha un difetto: potrebbe rivelarsi troppo costoso. Porterebbe un eccesso di plusvalenze, quindi troppe tasse da pagare”.

La seconda ipotesi prevede di suddividere le azioni Mediaset nel portafoglio di tre o quattro fondi, nei quali confluirebbero significativi pacchetti Telecom. A quel punto, il premier non avrebbe pi&#249 azioni delle Tv, ma quote di fondi che incorporano sia Mediaset che Telecom.

Ipotesi smentite seccamente dai vertici dell¿azienda.

L¿Amministratore delegato di Mediaset e Publitalia, Giuliano Adreani, nel proprio intervento a Montecarlo non &#232 invece entrato nel merito delle indiscrezioni sulla presunta cessione.

L¿Ad ha dichiarato che il 2004 si dovrebbe chiudere con una raccolta pubblicitaria in crescita del 9% in Italia e del 20% in Spagna.

¿La stima dei ricavi pubblicitari allo stato attuale &#232 per una crescita del 9% in Italia e del 20% in Spagna, il miglior risultato della storia di Mediaset¿, ha detto Adreani.

“Il 2005 sar&#224 un anno positivo per il mercato pubblicitario“, secondo Giuliano Adreani, che aggiunge: “torneranno gli investimenti di banche, fondi, assicurazioni, telecomunicazioni e grande distribuzione: settori che pianificheranno campagne anche sulla carta stampata“.

Adreani sottolinea che anche il 2004 si chiuder&#224 in positivo, con gli investimenti pubblicitari complessivi in crescita del 7% circa. L”amministratore delegato di Mediaset annuncia, inoltre, il blocco delle tariffe degli spot: “Nella prossima stagione del 2005 – conferma Giuliano Adreani – bloccheremo le nostre tariffe per venire incontro alle richieste di contenimento dei prezzi che arrivano dalle aziende, dall”Upa, da Centromarca e dal Presidente della Repubblica“.

Riguardo alle polemiche da pi&#249 parti arrivate all¿Auditel, Adreani si schiera a difesa dello strumento di misura dell”audience televisiva, sostenendo che ¿tutto &#232 perfettibile, ma complessivamente l”Auditel funziona bene. Conta su un campione di 5.100 famiglie, molto ampio per le dimensioni del nostro mercato¿.

Infine, intervenendo a commento della possibilit&#224 di vendita dell”azienda Adreani ha dichiarato: ¿Mediaset &#232 un grande gruppo, leader a livello europeo, in pieno sviluppo. Di solito le aziende che vanno bene non si vendono. No, non credo che la famiglia Berlusconi vender&#224 Mediaset¿.

Anche le stime 2004 e le previsioni 2005, confermano, infatti, un ritorno alla crescita. Sui sette mercati mondiali pi&#249 importanti (Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia, cio&#232 l¿80% del mercato mondiale) gli investimenti pubblicitari, infatti, dovrebbero crescere del 5,3% nel 2004, raggiungendo 251 miliardi di euro.

Tale tendenza dovrebbe confermarsi nel 2005, con una crescita dell¿ordine del 3,2% ben ripartita tra gli Usa e l¿Europa. Ancora una volta sar&#224 la Tv ad approfittare maggiormente della crescita, con una progressione del 5,3%, per arrivare alla quota record del 37% del mercato. Quanto a Internet, sempre per il 2004, &#232 previsto un aumento a livello mondiale del 20%.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale


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