Internet sempre più vasto. L¿Icann lancia il nuovo protocollo IPv6, indirizzi illimitati

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Dopo anni di attesa, finalmente &#232 arrivata la notizia che la Web community aspettava da tempo. L¿Icann (Internet Corp. for Assigned Names and Numbers), l”organismo americano che supervisiona l”assegnazione dei siti Web a livello mondiale, ha lanciato una nuova tecnologia che permetter&#224 di aver virtualmente un numero illimitato di indirizzi Internet. Si tratta di un passo, per il mondo del Web, definito dagli esperti del settore ¿epocale¿.

In un nota dell¿associazione, si apprende che la nuova tecnologia denominata IPv6, pu&#242 supportare un numero infinitamente maggiore di indirizzi rispetto al protocollo IPv4 attualmente in uso, oltre a fornire una sicurezza maggiore.

Dall¿Icann, il CEO Vinton Cerf, nonch&#233 co-autore dei protocolli TCP/IP, che hanno reso possibile lo sviluppo del Web, ha fatto sapere che il protocollo di prossima generazione, IPv6, &#232 stato aggiunto ai suoi sistemi di server, rendendo possibile per ogni persona o dispositivo aver un indirizzo di protocollo Internet.

La rapida crescita dell¿uso di Internet, ormai entrato nella quotidianit&#224 di tutti e non solo di chi usa la Rete per motivi di lavoro, ha posto recentemente delle serie preoccupazioni sulla futura scarsit&#224 di domini.

L¿attuale domanda sta minacciando di sovraccaricare il sistema esistente, l”IPv4.

Questo &#232 un grande, grande passo“, ha detto Cerf, parlando a margine dellaconferenza annuale di Icann che si tiene a Kuala Lumpur, in Malesia.

Cerf ha aggiunto che circa due terzi dei 4,3 miliardi di indirizzi Internet attualmente disponibili sono utilizzati e che l”IPv6 potrebbe migliorare la capacit&#224 di un numero di volte praticamente illimitato.

Ha detto poi che il sistema IPv6 funzioner&#224 parallelamente all”IPv4 per circa 20 anni per assicurarsi che non si verifichino bug o errori di sistema.

Con il nuovo protocollo il limite dei domini diventer&#224 di un numero infinito. Al momento, il problema maggiore riguarda soprattutto l¿Europa, e l¿Asia, visto che gli Stati Uniti hanno riservato per s&#233 un numero enorme di indirizzi Internet. Da qui la necessit&#224 del nuovo protocollo.

Nel corso degli anni, sono stati sviluppati diversi meccanismi per superare queste limitazioni. L¿IETF (Internet Engineering Task Force) si &#232 posta questo problema fin dall¿inizio degli anni ¿90, avviando un¿attivit&#224 di ricerca per la specifica di un protocollo IP di nuova generazione, che superasse le limitazioni dell¿attuale versione.

Dopo una serie di proposte che hanno contribuito alla definizione dei requisiti per il nuovo protocollo, nel 1994 si &#232 compiuta la scelta del candidato a sostituire l¿attuale IP, che &#232 stato denominato IPv6.

Da allora &#232 stato fatto molto lavoro: le specifiche hanno raggiunto un elevato grado di maturit&#224, si pu&#242 contare un numero notevole di implementazioni del protocollo, tra le quali quelle dei maggiori costruttori di router. Per supportare il protocollo IPv6 nel 1996 &#232 nata una sperimentazione a livello mondiale del protocollo IPv6, la rete 6Bone, che al luglio 2002 conta circa 1200 sedi in 59 nazioni (costruttori, ISP, universit&#224 e centri di ricerca). La rete 6Bone ha permesso sia a costruttori che ISP di acquisire notevole esperienza sul protocollo IPv6.

Certamente la novit&#224 pi&#249 importante introdotta dal protocollo IPv6 &#232 l”adozione di uno spazio di indirizzamento su 128 bit contro i 32 bit di IPv4.

La disponibilit&#224 di indirizzi pi&#249 lunghi, oltre a garantire un margine di crescita pressoch&#233 illimitato, consentir&#224 di dare alla rete Internet una struttura pi&#249 flessibile ed efficiente di quella attuale.

In particolare sar&#224 possibile organizzare la rete su un numero arbitrario di livelli gerarchici e l”adozione di una politica di assegnazione degli indirizzi rispecchiante fin dall”inizio tale gerarchia assicurer&#224 la massima aggregazione delle informazioni di raggiungibilit&#224 e quindi la scalabilit&#224 del routing.

La sua introduzione nelle reti commerciali richieder&#224 di affrontare una onerosa fase di transizione ostacolata dal fatto che esiste oggi un notevole Business su IPv4 e che molti dei miglioramenti (in termini di architettura di rete e di nuovi servizi) definiti per IPv6 sono riportabili in IPv4.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

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