Il monito del Papa all¿uso dei media, riapre il dibattito sulla qualità della televisione italiana

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La Tv spazzatura non piace al Santo Padre. E non &#232 l¿unico. Da tempo ormai ci si lamenta che in Italia la Tv pubblica e privata offre ai telespettatori troppi programmi trash, e sempre meno qualit&#224. I numeri ci dicono che bambini e ragazzi passano fin troppo tempo davanti alla televisione, per cui la situazione diventa davvero allarmante. Rischiamo di trovarci tra poco tempo davanti a una generazione di giovani vuoti, la cui unica aspirazione &#232 quella di diventare una letterina o una velina, ed entrare nella casa del Grande fratello. E la sostanza?

Alcuni telespettatori italiani sono davvero stanchi di questa Tv troppo spogliata. E dico alcuni, perch&#233 purtroppo i programmi televisivi di poca qualit&#224 fanno registrare delle alte percentuali di share. Ma &#232 mai possibile che i contenuti televisivi debbano essere decisi solo in virt&#249 dei dati d¿ascolto?

E se questo, pu&#242 avere una certa qual giustificazione per una Tv privata, ne ha sicuramente di meno per una Tv pubblica, che dovrebbe offrire un servizio di maggior qualit&#224.

Ieri era la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, dedicata proprio ai media e alla famiglia, un¿occasione perch&#233 il Papa ci ricordasse che oggi ¿Grazie alle moderne tecnologie molti nuclei familiari possono accedere alle risorse dell”informazione e trarne occasione di educazione – aggiungendo per&#242 che ¿ i mezzi di comunicazione possono arrecare grave danno alla famiglia¿, e occorre quindi usarli con ¿sapienza e prudenza¿.

Da qui l¿invito del pontefice affinch&#233 i governi regolamentino i media, asserendo che ¿una mentalit&#224 troppo permissiva sta danneggiando la famiglia¿.

Giovanni Paolo II ha voluto sottolineare ai fedeli raccolti a Piazza San Pietro che i spesso i mezzi di comunicazione presentano ¿una visione inadeguata o persino distorta della vita“, e questo &#232 molto rischioso per i giovani che trascorrono diverse ore davanti alla Tv.

Ma se le istituzioni devono ¿¿attuare procedure di regolamentazione atte ad assicurare che i mezzi di comunicazione sociale siano sempre rispettosi della verit&#224 e del bene comune”, i genitori hanno le maggiori responsabilit&#224 e devono vigilare su quanto i figli vedono in Tv

“Occorre pertanto – consigliato papa Wojtyla – imparare ad usarli (i media) con sapienza e prudenza. E” un dovere che concerne anzitutto i genitori, responsabili di una educazione sana e equilibrata dei figli”.

Giovanni Paolo II &#232 tornato ad affrontare temi legati all”informazione a due giorni dall”incontro con i vescovi, riuniti in assemblea generale, con i quali aveva gi&#224 discusso degli effetti negativi che i mezzi di comunicazione di massa possono esercitare sulle societ&#224 e sui valori etici, soprattutto per quanto riguarda il tessuto familiare. Un”anticipazione in previsione dell”appuntamento di ieri, alla quale &#232 stato dato il titolo “I media in famiglia: un rischio e una ricchezza“.

Il rapporto tra i media e la famiglia &#232 stato recentemente anche al centro del dibattito organizzato dalla Conferenza episcopale italiana presso l”universit&#224 Lateranense. Nell¿occasione &#232 stata infatti annunciata la nascita, dal prossimo settembre, di un osservatorio nazionale per vigilare sulla qualit&#224 della programmazione televisiva. L”iniziativa &#232 una cooperazione tra l”associazione di ispirazione cattolica Aiart e l”Adiconsum.

Lo scorso anno era stato il noto quotidiano londinese Financial Times a sparare a zero sulla televisione italiana.

Tobias Jones, autore del controverso articolo, tuonava contro la Tv italiana e i suoi palinsesti. Il pezzo in questione aveva un titolo alquanto inquietante: “Un inferno, la Tv italiana“.

Domenica In e Buona Domenica, scriveva Jones, “…sembrano esattamente la stessa cosa…” con “…ragazze in bikini dappertutto…”.

Il giornalista si lanciava anche in una ironica descrizione dei termini “Letterine”, “Veline”, “Schedine” che, secondo lui, “…alludono ai mini bikini di erotiche signorine che danzano ad intervalli diversi, mentre guardano il conduttore con sguardo ammiccante”.

In questo gioco al massacro, Jones salvava per&#242 il pubblico italiano.

“Gli italiani – diceva l”autore – non guardano la Tv passivamente, in silenzio e concentrati come in Gran Bretagna ma in modo attivo. Gli spettatori italiani sono meno supini”.

L¿articolo aveva sollevato diverse polemiche in Italia, ma anche posizioni di condivisione. Oggi &#232 il Papa a tornare sull¿argomento.

Rimane che effettivamente la televisione italiana sta sempre pi&#249 perdendo in termini di qualit&#224. Da che mondo e mondo la televisione &#232 stata portatrice di cultura e di costume. E quello che oggi viene fuori dai teleschermi non &#232 sicuramente un¿Italia che ci piace. Ci piacerebbe infatti vedere qualcosa che vada al l&#224 del gossip, dei bei corpi palestrati, degli amori che nascono e muoiono in Tv. Dateci un po¿ pi&#249 di qualit&#224, le nostre vite sono fatte anche di altre cose e non solo di bikini e paillettes.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Il Financial Times spara a zero sulla Tv italiana, Gasparri risponde

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