Fibra ottica e Piazze Telematiche contro il digital divide

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Italia



di Giuseppe Silvi


Presidente

PIAZZETELEMATICHE

La “larga banda” &#232 sinonimo attualmente soprattutto di ADSL, con la quale si pu&#242 arrivare a velocit&#224 di 2 Mb/s. Quando con “larga banda” si fa riferimento alla fibra ottica, anzich&#233 al rame, si possono avere velocit&#224 di trasmissione ben pi&#249 elevate e viene garantita una velocit&#224 media di 10 Mbps, usufruire di programmi che consentono di effettuare ad esempio scambi di file e di altri documenti digitali con i software “peer to peer”.

Come evidenziato anche in un articolo apparso sul Sole 24 Ore del 30 dicembre 2002, il Digital Divide tra Nord e Sud Italia &#232 gi&#224 una realt&#224, almeno per quanto riguarda l”accesso alla larga banda in fibra ottica. Infatti al momento al Sud resta solo l”ADSL in quanto la fibra ottica compare solo a Napoli.

Gli utenti del Sud Italia, utilizzando solo la larghezza di banda dell”ADSL, rischiano di perdere opportunit&#224 di mercato e di sviluppo legate alla fibra ottica accumulando tra l”altro svantaggi competitivi su vari fronti nel tempo difficilmente colmabili.

Un”alternativa alla fibra ottica per applicazioni avanzate pu&#242 essere rappresentata da Internet via satellite che permette anche comunicazioni bidirezionali ad alta velocit&#224, ma a costi elevati. in Ogni caso, Internet via satellite resta l”unica alternativa per chi non ricever&#224 mai l¿ADSL terrestre o la fibra ottica a casa propria.

Esistono in pratica zone d”Italia che accedono gi&#224 a Internet veloce e con maggiori aperture verso il resto del Mondo, e altre zone che devono accontentarsi di un web lento ed intasato e che veicola con maggiore difficolt&#224 i prodotti dell”industria culturale, scientifica, ecc.. Questo ragionamento sul digital divide non vale quindi solo per il Sud Italia, ma anche per tutte quelle zone del Centro e del Nord dove la fibra ottica ancora non arriva.

Circa 46 milioni di utenti in tutto il mondo a fine 2002 risulteranno essere collegati alla larga banda in fibra ottica. Un”&#233lite in confronto alla stima di eTForecasts www.etforecasts.com – di una popolazione in Rete per la fine del 2002 di 665 milioni, a conferma che il digital divide riferito all”accesso alla larga banda in fibra ottica &#232 una questione che riguarda tutti i Paesi del Mondo e non solo l”Italia.

Anche se il monopolio di stato nelle Tlc &#232 ormai alle spalle in Italia dal 1997, rinasce all”orizzonte il rischio di un nuovo monopolio, ma di mercato e con conseguenze economiche e sociali imprevedibili. La questione non &#232 di poco conto non solo in Italia in questa fase di post-privatizzazione e alcune cifre a riguardo sono sicuramente pi&#249 eloquenti di qualsiasi ulteriore considerazione:

  • in Europa circa 6 mila utenti alla settimana si staccano dalle Telecom tradizionali dando vita ad una lenta e graduale liberalizzazione nei vecchi e poveri mercati dei servizi tlc tradizionali (telefonia, gsm, ecc.) con una previsione di qualche decina d”anni per l”estinzione dei monopoli tradizionali in questi stessi mercati;
  • sempre in Europa circa 66 mila utenti alla settimana si attaccano all”ADSL delle Telecom ex-monopoliste dando vita alla rinascita e crescita del monopolio delle Telecom tradizionali nei nuovi e ricchi mercati della larga banda, soprattutto ADSL e dintorni.

Di fronte al rischio della rinascita del monopolio delle Telecom tradizionali nei nuovi e ricchi mercati della larga banda, sia essa ADSL via cavo in rame o in fibra ottica, occorre trovare secondo noi soluzioni che tengano conto dello scenario complessivo post-privatizzazione e del patrimonio di esperienze accumulato.

Le proposte contro il Digital divide

Tra le varie proposte &#232 stata rilanciata recentemente dal presidente dell”Anfov, Franco Morganti, (Luned&#236 di Repubblica – 26 novembre 2002) quella di separare la rete dai servizi facendo confluire la rete in una Societ&#224 ad hoc costituita; tutti gli erogatori di servizi utilizzano la stessa infrastruttura pagando un affitto alla Societ&#224 che gestisce la rete.

Questa soluzione o modello che si &#232 dimostrato adeguato sia nel caso di infrastrutture autostradali sia di altre infrastrutture multiutilities (ferrovie, acqua, luce, gas, ecc¿), secondo noi non si addice al settore delle TLC, anzi &#232 un modello estremamente pericoloso che non far&#224 crescere la concorrenza e quindi il mercato dei servizi.

Infatti il “monopolista della rete”, non avendo concorrenti su un modello di infrastruttura soggetta a continua e rapida obsolescenza, sar&#224 portato ad investire il minimo possibile in innovazione e gli utilizzatori / affittuari della rete saranno alla merc&#233 dell”unica Societ&#224 di gestione della rete che adotter&#224 misure di contenimento dei costi di gestione per massimizzarne i ricavi, e ci&#242 a scapito di innovazione e sviluppo.

Peraltro nell”attuale scenario post-privatizzazione si &#232 innescata una concorrenza sia nelle infrastrutture che nei servizi su tutto il territorio nazionale, che fa s&#236 che i vari Operatori che forniscono servizi in larga banda (Albacom – Atlanet – Fastweb – Mclink – Netsystem – Telecom Italia – Tiscali – Wind ) siano presenti solo l&#236 dove c¿&#232 richiesta di mercato.

Inoltre gli incumbent come Telecom Italia, Deutsche Telekom e France Telecom operano con condizioni che riflettono ancora il privilegio della loro antica posizione dominante, imponendo pesanti tasse e spesso anche barriere tecniche che di fatto frenano i nuovi entranti sul mercato.

Inoltre tali Operatori, avendo fissato il ritorno dei propri investimenti (ROI)/pay back a due massimo tre anni, non investono pi&#249 sul medio / lungo periodo, anche per la mancanza di piani nazionali per lo sviluppo di reti in larga banda in fibra ottica.

N&#233 &#232 pensabile che sia compito dello Stato realizzare tali reti in un momento in cui le infrastrutture public utilities sono tutte in via di definitiva privatizzazione.

Resta il fatto per&#242 che una rete nazionale a larga banda in fibra ottica sia un”esigenza imprescindibile per avviare quel ciclo virtuoso tra offerta di servizi e accesso/domanda e per creare una reale competitivit&#224 tra i fornitori di servizi e di contenuti.

La risposta di Piazze Telematiche

La nostra Associazione ritiene che si possa dare una risposta a questa esigenza favorendo la nascita di un contesto altamente concorrenziale che consenta non solo la valorizzazione dell”esperienza accumulata dai singoli operatori TLC nati dalla privatizzazione, ma anche di vincolare il “piano nazionale per la realizzazione di un”infrastruttura di TLC a larga banda in fibra ottica” alla riorganizzazione delle funzioni di tutto il territorio ai fini dello sviluppo integrato e sostenibile adottando come strumento urbanistico una rete di Piazze Telematiche che si configura come una rete di nuovi luoghi urbani di pubblica utilit&#224, e quindi da considerare per la sua realizzazione come un¿opera di urbanizzazione primaria, di rilevanza sociale e di interesse prioritario, che ha caratteristiche s&#236 Locali, ma anche Globali quando si tratta di fare riferimento agli standard dei collegamenti in fibra ottica e a quelli dell”accesso ai servizi.

Essa dovr&#224 consentire a tutti l¿accesso alle ¿autostrade telematiche¿e all¿economia dei servizi, analogamente a quanto avviene tramite la rete autostradale che consente a tutti l¿accesso al ¿servizio universale – autostrade di asfalto¿.

Questi in sintesi i punti essenziali della proposta Larga banda & Piazze Telematiche:

  • le Regioni, coordinate da un Comitato Interministeriale (Ministero Ambiente, Beni Culturali, LL PP, Innovazione, Infrastrutture, Comunicazione, ecc.) dovranno dettare le regole necessarie affinch&#233, tramite un bando di gara nazionale per l”assegnazione delle concessioni in esclusiva (dai 10 ai 30 anni), indirizzato a tutti gli Operatori gi&#224 presenti e attivi sul mercato, sia possibile definire l”assegnazione in base alla potenzialit&#224 territoriale individuata tramite indagini ad hoc e dati e stime di settore.

L”obiettivo sar&#224 finalizzato all¿individuazione e alla selezione delle variabili territoriali ritenute pi&#249 importanti nella valutazione dei divari esistenti tra domanda potenziale e offerta di servizi TLC presente sul territorio quali:

  • demografici e produttivi: informazioni riferite alla popolazione residente, distinta per classi d¿et&#224, titolo di studio, condizione socio-professionale e agli operatori economici segmentati per ramo di attivit&#224
  • economico-Finanziari: indicatori che esprimono la capacit&#224 di spesa, valutata attraverso i livelli di reddito disponibile ¿ segmentato per fasce di imponibile e di consumo medio, di ricchezza finanziaria e, per le imprese operanti, i livelli di investimento in essere quantificati attraverso la proxy del ricorso al credito bancario;
  • comportamentali: segmentazione comportamentale;
  • strutturali: dotazione di infrastrutture per aziende e privati.

Dall”analisi di questi dati si dovr&#224 ricavare una Mappatura Territoriale che tenga conto di:

  • aree equipotenziali, espressione di una sintesi di tutti i dati (p.es. indice sintetico di somma pesata delle variabili)
  • aree di gravitazione
  • analisi del gap fra copertura esistente e copertura ottimale

Dalle mappe territoriali si passer&#224 ad individuare dei modelli decisionali differenziati per le grandi aree metropolitane e per i piccoli Comuni, per la localizzazione di 20.000 Piazze Telematiche per l”accesso a servizi telematici in larga banda in fibra ottica, stabiliti in funzione di:

  • localizzazione delle funzionalit&#224 di Piazze Telematica in linea con i requisiti dell¿ Applicazione dell¿Agenda 21 localee della certificazione ¿Registro europeo EMAS”.
  • indicatori di potenzialit&#224 di utilizzo dei servizi di comunicazione in larga banda in fibra ottica.
  • indicazione sui km di fibra ottica da posare in relazione al nr. di nodi di accesso/Piazze Telematiche.

Il bando di gara dovr&#224 nell”assegnazione della Concessione in esclusiva favorire integrazioni e accorpamenti tra i maggiori Operatori di TLC concorrenti sia nazionali che esteri.

La certezza di disporre di un¿area di mercato dimensionata per estensione e per numero di clienti (ripartizione in aree / regioni d¿influenza) consentir&#224 ai singoli concessionari in esclusiva di ottimizzare in prospettiva l¿infrastruttura di trasporto con una conseguente minimizzazione dei costi del servizio.

Infine sar&#224 opportuno affidare all”Authority TLC il controllo sui prezzi e sul rispetto delle clausole riguardanti il nuovo Regime di concessioni in esclusiva per favorire concorrenza e costi vantaggiosi in tutte le 20.000 Piazze Telematiche.

In pratica, il piano “Larga Banda & Piazze Telematiche” potr&#224 affiancare i Piani Urbanistici, in modo da introdurre innovativi parametri di valutazione ai fini della composizione della “rendita catastale di terreni ed immobili”, aprendo cos&#236 nuove opportunit&#224 di crescita economica tramite incentivi e detassazioni per tutti quegli enti pubblici e privati che diventeranno partners pro-attivi contro il digital divide.

La soluzione sopra esposta a nostro avviso potr&#224 generare aree di concorrenza tra i servizi a livello locale e globale, e concorrenza sulle infrastrutture per aree / zone di concessione in esclusiva.

I clienti sceglieranno di recarsi nei luoghi di “interconnessione” dove le infrastrutture saranno tecnologicamente pi&#249 avanzate, favorendo la concorrenza tra i gestori delle reti / infrastrutture.

Comunque il beneficio maggiore che si avr&#224 dalla rete “Larga Banda & Piazze Telematiche” è l”utilizzo dell”ITC al servizio dello sviluppo locale integrato e sostenibile, una priorità urgente e non rinviabile.