Consob: nessun accordo tra Hopa e Olimpia nella fusione Oli-Tel

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La Consob ha reso note le motivazioni che hanno portato a respingere il ricorso presentato dal fondo d¿investimento Liverpool, deciso ¿ insieme ad altri fondi stranieri – a ostacolare con ogni mezzo la fusione tra Olivetti e Telecom Italia. Olimpia non ha mai superato il 30% di Olivetti e il fatto che Hopa (la holding di Emilio Gnutti) fosse a conoscenza del progetto di fusione non &#232 sufficiente a far pensare all”esistenza di un patto. ¿¿Non basta la semplice condivisione di una ipotesi progettuale, ma occorre che almeno una delle parti assuma obbligazioni vincolanti nei confronti delle altre¿.

Non ci sono, dunque, indizi rilevanti per stabilire – come sosteneva il fondo nel suo esposto – che Hopa, Olimpia e i suoi soci hanno agito di concerto per ¿consolidare il controllo di fatto di Olimpia in Olivetti¿ in modo da ¿scongiurare l”effetto diluitivo¿ che sarebbe derivato dalla fusione. Nessun accordo, inoltre, poteva essere raggiunto prima della fine di novembre 2002, poich&#233 ¿¿solo ai primi di gennaio si era avviato il formale studio di fattibilit&#224 dell”operazione con il coinvolgimento degli advisor finanziari¿.

Dopo aver verificato le partecipazioni in Olivetti tra il 21 febbraio (data in cui &#232 stato stipulato il contratto definitivo tra Hopa e Olimpia) e il 9 maggio (quando &#232 diventata efficace la fusione) Consob ha decretato che Olimpia non ha superato la quota del 30%. Al 21 febbraio la percentuale aggregata di possesso &#232 risultata pari a circa il 29,725% e alla data del 9 maggio al 29,802%, mentre nell”intero periodo ””le partecipazioni di Olimpia e Holy in Olivetti non hanno subito mutamenti sino al 9 maggio””.

Dunque, nessuna offerta pubblica d¿acquisto totalitaria su Olivetti e a cascata su Telecom Italia, come richiedeva Liverpool che aveva anche presentato un ricorso al Tribunale per chiedere la sospensione dei diritti di voto Olimpia in Olivetti e Olivetti in Telecom, sostenendo inoltre che le informazioni diffuse al pubblico nel documento informativo sulla fusione del 15 maggio fossero ¿fuorvianti¿ e ¿imprecise¿ e chiedendone una ¿immediata rettifica¿.

Sia il Tribunale che la Consob, per&#242, hanno dato parere negativo, spianando la strada alla fusione, approvata anche dagli azionisti Telecom.