Deminor passa alle vie legali per bloccare la fusione Oli-Tel

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La societ&#224 di consulenza Deminor, che rappresenta una minoranza degli azionisti di Telecom Italia, ha annunciato l¿avvio di azioni legali in Italia e negli Stati Uniti, ¿¿per difendere gli azionisti di minoranza di Telecom Italia¿, danneggiati dalla fusione tra Olivetti e Telecom.

Lo rende noto Deminor in una nota in cui si legge che la societ&#224 e i suoi clienti hanno presentato alle autorit&#224 competenti degli esposti che sono soltanto il primo passo di una campagna volta a difendere gli interessi degli azionisti

Deminor, che rappresenta circa l¿8% del capitale Telecom, chiede nuove condizioni per la fusione da 9 miliardi di euro tra l”operatore telefonico e la controllante Olivetti. Secondo Umberto Mosetti, rappresentante di Deminor in Italia, l” operazione ¿non ha alcuna giustificazione logica¿ e comporta un trasferimento di valore tra i 2,6 e i 5 miliardi di euro.

Anche il fondo Liverpool avrebbe fatto ricorso al Tribunale di Milano per il congelamento dei diritti di Olimpia in Olivetti e quelli di Olivetti in Telecom in vista delle assemblee straordinarie del 24 maggio sul progetto di fusione.

Erik Bomans, partner di Deminor, ha reso noto che esistono solide basi legali che tuttavia non sono state rivelate per motivi strategici. Bomans, comunque, dichiara che ¿¿il concambio &#232 sbagliato. I nostri legali sono fiduciosi che potremo sfidare, bloccare e impedire la realizzazione di questa transazione¿ . Anche se gli analisti ritengono che le possibilit&#224 di vittoria siano poche, nonostante le prove che la fusione non sia vantaggiosa per gli azionisti Telecom, quanto per quelli Olivetti.

Telecom Italia ha ribadito, tuttavia, che le modalit&#224 di esecuzione dell”operazione sono state conformi alla normativa applicabile e coerenti al mandato ricevuto dall”assemblea. Il rapporto di cambio &#232 stato stabilito con la consulenza di advisor internazionali ¿ Lazard e Goldman Sachs per Telecom Italia, JP Morgan per Olivetti ¿ e ¿confortato dall”opinione di un autorevole accademico¿, Angelo Provasoli, docente della Bocconi e presidente dell”Organismo italiano contabilità.