Caso Telekom Serbia: Tebrio Rosati parla alla Commissione parlamentare d¿inchiesta

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Continuano le audizioni davanti alla Commissione parlamentare d¿inchiesta sul caso Telekom Serbia. Tebrio Rosati, ex dirigente Telecom Italia, ha parlato di ¿procedure inusuali¿ che furono adottate per chiudere un affare che, nel 1997, cost&#242 all¿Italia l”equivalente di 1.500 miliardi di vecchie lire per l”acquisto del 49% della societ&#224 serba (il 20% fu poi rilevato dalla greca Ote). Rosati ha ammesso che l”operazione ¿dal punto di vista economico-commerciale era rischiosa¿.
Inusuale fu la ¿due-diligence¿, la valutazione della struttura che si andava a rilevare.

In Commissione Rosati ha riferito che la valutazione di Telekom Serbia dur&#242 circa tre giorni, e fu fatta su documenti non originali ma ¿preparati ad hoc, per motivare la spesa¿.
Inoltre, non fu Telekom Serbia a incassare i soldi versati dall”Italia ma ¿il governo serbo direttamente¿. Rosati, divenuto vicedirettore business di Telekom Serbia dopo l”acquisizione, ha ammesso che la societ&#224 di tlc serba aveva ¿buchi non previsti¿, tanto che ¿fu costretta, per migliorare il servizio e fare nuovi collegamenti, a chiedere soldi a banche jugoslave; ci fu anche un finanziamento da parte di Telecom Italia e di Ote¿.

Rosati non ha nascosto i suoi dubbi su come all”epoca fu condotto l”affare: ¿Visto che le cose andavano in un modo che non potevo controllare – ha detto -, ne parlai con Spasiano (suo superiore in Telecom Italia) e convenimmo che da allora dell”affare non me ne sarei pi&#249 occupato¿.
Alla domanda del presidente della Commissione, Enzo Tarantino, se la Ubs (advisor per Telecom Italia), fosse stata invitata a dare una valutazione ottimistica dell”azienda serba, Rosati ha risposto: ¿Personalmente non ne sono a conoscenza, ma ho l”impressione che ci sia stata una indicazione in tal senso¿.

L”ex dirigente Telecom ha poi riferito di un incontro avuto all”ambasciata italiana in Serbia con l”allora ambasciatore Francesco Bascone, nel febbraio del 1997. Fu lo stesso ambasciatore, venuto a conoscenza di un viaggio a Belgrado di Rosati e Miranda (altro dirigente Telecom Italia), a chiedere informazioni ai due dirigenti e a esprimere perplessit&#224 su un affare che l”opposizione serba considerava un rifornimento di denaro a Milosevic. ¿A Bascone dissi che la nostra era solo una presa di contatto, che non c”era nulla di definito¿. Tuttavia – ha aggiunto Rosati – Giuseppe Gerarduzzi (ex alto dirigente Telecom, indagato assieme a Tomaso Tommasi di Vignano dalla procura di Torino) era contrario a quella visita: ¿Mi disse di non andare perch&#233, secondo Gerarduzzi, l”ambasciatore faceva il gioco degli avversari, stava cio&#232 dalla parte di Deutsche Telekom che ci voleva fregare¿. Supposizione, questa di Gerarduzzi, avvalorata dal fatto che la moglie di Bascone &#232 di nazionalit&#224 tedesca.
A una specifica domanda del senatore Michele Lauria (Margherita), Rosati ha escluso di essere a conoscenza di ¿pressioni da parte di politici italiani¿ nell”affare.