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Meta addestra l’AI con i dati degli utenti europei, via libera dal garante irlandese. Dissenso degli attivisti e rischio ricorsi

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Dal 27 maggio Meta potrà ufficialmente iniziare ad addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale utilizzando i dati pubblici degli utenti europei delle sue piattaforme social, come Facebook e Instagram.

Dal 27 maggio, Meta potrà ufficialmente iniziare ad addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale utilizzando i dati pubblici degli utenti europei delle sue piattaforme social, come Facebook e Instagram. Il via libera è arrivato dall’Irish Data Protection Commission (DPC), l’autorità competente per la privacy dell’UE per conto di Meta, che ha approvato il nuovo piano dell’azienda, seppur sotto osservazione e tra forti contestazioni.

Le modifiche richieste dal DPC

Secondo il DPC, Meta ha introdotto una serie di correttivi rispetto alla proposta iniziale del 2023 – poi sospesa in seguito a numerosi reclami – che riguardano:

  • aggiornamento delle note informative sulla privacy;
  • modulo di opposizione semplificato, accessibile anche da app mobili, disponibile più a lungo;
  • maggiori chiarimenti su come escludere i propri post pubblici dal trattamento AI;
  • rafforzamento delle misure di sicurezza e della documentazione a norma GDPR.

Inoltre, il DPC ha chiesto a Meta la produzione di un report sull’efficacia delle misure adottate, da consegnare entro ottobre.

Il dissenso degli attivisti e il rischio ricorsi contro Meta

Ma la decisione non ha spento le polemiche. In prima linea c’è l’organizzazione noyb (None Of Your Business), guidata dall’attivista e avvocato Max Schrems, che ha già notificato a Meta una lettera di diffida minacciando una class action nel caso il piano venga attuato. Al centro della contestazione: l’uso della base giuridica del “legittimo interesse” per raccogliere i dati senza consenso esplicito, una strategia già bocciata in sede europea nei casi legati alla profilazione pubblicitaria.

“Nonostante la posizione del DPC, noi e altre organizzazioni stiamo valutando tutte le opzioni legali”, ha dichiarato un portavoce di noyb.

Il caso tedesco e le altre autorità UE

Nel frattempo, anche il Centro per la tutela dei consumatori del Nord Reno-Vestfalia ha presentato ricorso in Germania, chiedendo un’ingiunzione immediata per bloccare l’iniziativa di Meta. La decisione del giudice è attesa nelle prossime ore, ma potrebbe già costituire un precedente rilevante. Diverse autorità privacy europee si sono dette critiche verso il piano di Meta e potrebbero intervenire in autonomia.

La mossa di Meta riapre il dibattito sulla sovranità digitale europea e sulla capacità del GDPR di reggere l’urto della corsa globale all’intelligenza artificiale. La possibilità per una Big Tech di accedere ai contenuti generati dagli utenti (anche se pubblici) per addestrare sistemi AI solleva interrogativi etici, normativi e politici.

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