Frequenze e governance Rai: è scontro aperto. Il governo alla prima grande prova d’equilibrio

di Raffaella Natale |

Fli: ‘Rientrano nel mandato del governo’. Idv: ‘O viene indetta un’asta pubblica, oppure c’è il dovere politico e morale di staccare immediatamente la spina’.

Italia


Fedele Confalonieri

Ancora oggi si continua a parlare della giornata animata di ieri, scandita da tre appuntamenti saltati: quello di Silvio Berlusconi da Bruno Vespa, di Angelino Alfano a Palazzo Chigi con Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini e il conseguente annullamento del vertice da parte del premier Mario Monti (Leggi Articolo Key4biz).

“Il Pdl è un partito che non è più governabile perché è nato su una persona e soprattutto intorno ai suoi problemi con la giustizia e sull’informazione“, ha commentato questa mattina Rosi Bindi.

 

Anche oggi si discute insomma dei motivi di questa mossa del Pdl e soprattutto se dietro ci stanno delle ragioni rimaste oscure ai più.

Secondo le indiscrezioni le cause sarebbero legate ai prossimi provvedimenti del governo Monti sulla governance Rai e le frequenze Tv.

Ieri infatti c’è stato un incontro importante tra il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e il premier e subito dopo un’audizione in Commissione bilancio della Camera.

Occasione in cui Confalonieri ha informato che l’azienda televisiva, di fronte alle difficoltà economiche dell’Italia, potrebbe essere costretta a licenziare. E poi un passaggio importante sulle frequenze: “C’è necessità di regole certe“.

Siamo con beauty contest sospeso. Non è con queste incertezze che le imprese possono andare avanti“, ha spiegato il presidente di Mediaset e ha aggiunto, è “un’azienda sana che fa impresa in Italia e chiede il sostegno del sistema Paese per proseguire nello sviluppo”.

 

Situazione d’allarme condivisa dal segretario della Fnsi, Franco Siddi, perché si tratta di difficoltà che riguardano anche diversi editori italiani della carta stampata.

“L’allarme di Confalonieri – ha fatto presente Siddi – non va preso sotto gamba e l’editoria tutta va considerata un elemento trainante per le politiche di sviluppo”.

“Quando le economie vanno in crisi, l’industria dei media paga più di tutti le conseguenze”, ha commentato.

 

Pare che dopo l’incontro con Monti, Confalonieri abbia chiamato Berlusconi per informarlo che il governo intende abbandonare definitivamente la procedura del beauty contest che prevede l’assegnazione gratuita delle frequenze Tv ai broadcaster rispondenti a determinati requisiti. Stando ai rumor, Monti si sarebbe sottratto alla richiesta di chiarimenti da parte dell’azienda di Cologno Monzese, da qui la decisione del Pdl di lanciare un monito all’esecutivo. Del resto ben chiaro nelle parole di Fabrizio Cicchitto: “Abbiamo dato la fiducia a Monti affinché intervenga su questioni economiche e non su Rai e giustizia. E la fiducia continuerà ad averla se si occuperà di questo”.

 

Non la pensa così Carmelo Briguglio, vice presidente vicario dei deputati di Fli, che questa mattina ha commentato: “La gestione della Rai e l’asta delle frequenze tv sono pienamente nel mandato del governo, perché hanno una diretta e pesante incidenza sull’economia del Paese e sui conti pubblici“.

E ha sottolineato che “Monti ha il diritto e il dovere di occuparsene anche nella considerazione che, nonostante le parole di Confalonieri, le frequenze che Berlusconi vorrebbe si assegnassero gratuitamente a Mediaset sono un bene di tutti gli italiani. La mossa di Alfano – ha aggiunto – è politica ma la motivazione addotta tradisce punti di debolezza molto evidenti”.

 

Il partito di Alfano ha infatti spiegato di non aver gradito alcuni incontri che Bersani e Casini avrebbero avuto in materia di giustizia e tv pubblica: uno con il Guardasigilli Paola Severino e l’altro con alcuni alti funzionari di Viale Mazzini.

 

Frequenze e Rai insomma sarebbero al centro della contesa. Per i ben informati, il premier avrebbe rinunciato a una legge di riforma sulla governance di Viale Mazzini, per preferire una soluzione che, vista l’imminente scadenza del Cda (28 marzo), prevede la nomina di una sorta di triumvirato tecnico per rilanciare la Rai.

 

Ma come avverrà la scelta di questi tre nomi?

 

“La situazione in Rai è allarmante, dopo anni di lottizzazione il Servizio Pubblico è ormai a rischio estinzione. Una riforma della governance non è più rinviabile ed è necessario superare al più presto la legge Gasparri“, ha sottolineato stamani Felice Belisario, presidente dei senatori dell’Idv.

” La prova del nove per capire se permane la differenza tra centrosinistra e centrodestra sarà la cancellazione del beauty contest che vuole regalare a Rai, anche a Mediaset e a Telecom, frequenze tv che valgono miliardi di euro”.

Su questo punto Idv ha chiesto al Pd di impedire che il governo continui a fare melina: “o viene indetta un’asta pubblica, oppure c’è il dovere politico e morale di staccare immediatamente la spina”.

 

Per quanto riguarda invece il beauty contest, a metà gennaio il Ministro Corrado Passera ha sospeso la procedura, riservandosi 90 giorni di tempo per analizzare la questione e prendere i provvedimenti più opportuni (Leggi Articolo Key4biz). Ricordiamo che in sospeso c’è la procedura di infrazione della Commissione Ue aperta sulla Legge Gasparri e che il beauty contest serviva proprio per mettere una ‘toppa’ e facilitare l’ingresso sul mercato televisivo dei new entrant.

Anche se, considerando i nomi di chi ha fatto richiesta per partecipare all’assegnazione gratuita, di new entrant neanche l’ombra.

 

Sky ha deciso di ritirarsi adducendo “lungaggini incompatibili con la possibilità di pianificare eventuali investimenti” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il termine riservatosi da Passera dovrebbe scadere a metà aprile, ma una volta condivise le ragioni di Passera, che in un momento di crisi economica come questo non si possono regalare frequenze che potrebbero valere 2,4 miliardi di euro, resta da capire chi sarebbe disposto a pagare per averle.

Mediaset ha già dichiarato di non voler partecipare a una gara onerosa, TI Media ha minacciato ricorso e la Rai ha conti in rosso. Il cerchio si restringe.

 

Senza considerare poi che alla Conferenza ITU di Ginevra s’è già deciso che la banda 700 MHz sarà destinata agli operatori tlc per i servizi di banda larga mobile (Leggi Articolo Key4biz).

Antonio Sassano, uno dei maggiori esperti italiani nel campo delle frequenze, ha dichiarato: “Non ha senso mettere a gara ora delle frequenze che, secondo l’Agenda digitale dell’Europa, le televisioni sono destinate a perdere, perché serviranno a garantire una connessione a banda larga a tutti” (Leggi Articolo Key4biz).

“Se effettivamente queste frequenze dovranno essere cedute dalle televisioni alle telecomunicazioni, un Paese serio deve definire già da oggi una strategia che preveda le modalità e le tappe di questa transizione, una strategia condivisa con le imprese e gli altri attori del mercato. Anche perché nella banda 700 MHz non ci sono solo le Tv locali ma anche Mediaset e Telecom Italia. Per di più ne fanno parte anche le frequenze 54, la 55 e la 58 e 59 che erano destinate al beauty contest”.

 

Sul primo vero scoglio è naufragato il sostegno del Pdl al governo Monti?