Spettro radio

5G, la Ue accelera: 700 Mhz al mobile entro il 2020

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La Commissione Europea propone una roadmap coordinata nella Ue per il passaggio dei 700 Mhz al mobile, in vista dei primi servizi 5G nel 2020

La Commissione Europea accelera sulla liberazione dei 700 Mhz dal digitale terrestre per la banda larga mobile e anticipa di due anni, al 30 giugno 2020, il termine ultimo per il passaggio coordinato delle frequenze al broadband, anche in vista dello sviluppo armonico del 5G nella Ue.

La Commissione confida nella “rapida adozione della proposta odierna da parte del Parlamento europeo e degli Stati membri, in modo che la transizione sia prevedibile e avvenga in tempo utile”. L’obiettivo è superare l’approccio frammentato in materia di spettro radio, che rischia di penalizzare lo sviluppo di nuovi servizi come le connected cars e l’eHealth.

 

Il cambio di passo

In precedenza, il termine ultimo per la liberazione dei 700 Mhz, secondo quanto previsto dal Rapporto Lamy, era fissato al 2020 con tolleranza di due anni in meno (2018) o in più (fino al 2022), ma la fame di banda cresce in maniera esponenziale e la Commissione non vuole perdere tempo prezioso, in ottica 5G i cui primi servizi commerciali sono previsti appunto nel 2020.

La decisione di anticipare i tempi sui 700 Mhz è in linea con i desiderata del Commissario all’Economia Digitale Guenther Oettinger, che da tempo ha espresso la sua volontà di fare presto e spinge il settore delle telco Ue a non perdere il treno dell’Internet of Things.

E’ questo il senso della nuova proposta dei regolatori europei, che presenteranno domani nei dettagli un nuovo piano per coordinare a livello Ue il passaggio della banda 700 Mhz al broadband mobile entro il 2020.

Sempre più concreta la volontà della Commissione di destinare porzioni di banda a 700 Mhz allo sviluppo del 5G.

 

La tabella di marcia

La proposta della Commissione, si legge in una nota ufficiale, è incentrata su due elementi principali:

  • per la banda dei 700 MHz: un calendario comune per renderla effettivamente disponibile per l’uso da parte dei servizi a banda larga senza fili a condizioni tecniche armonizzate nonché le relative misure di coordinamento a sostegno di tale transizione;
  • per la banda al di sotto dei 700 MHz: priorità a lungo termine per la distribuzione di servizi di media audiovisivi al grande pubblico, insieme a un approccio flessibile all’uso dello spettro in risposta al diverso grado di diffusione della televisione digitale terrestre (DTT) nei vari Stati membri.

 

Transizione coordinata al 2020

La Commissione, si legge nella nota ufficiale, propone che in tutti gli Stati membri la banda dei 700 MHz venga assegnata alla banda larga senza fili entro il 30 giugno 2020, in linea con il lancio del 5G, previsto per il 2020.

Per rispettare questo termine, entro il 30 giugno 2017 gli Stati membri dovranno adottare e rendere pubblico un piano nazionale finalizzato ad assicurare la copertura della rete e a liberare la banda dei 700 MHz. Entro la fine del 2017 dovranno inoltre concludere accordi di coordinamento transfrontaliero.

Grazie ai piani nazionali la transizione sarà più agevole e si potrà contare su una buona copertura di rete, che contribuirà a colmare il divario digitale e a creare le condizioni necessarie, in termini di copertura, per i veicoli connessi e l’assistenza sanitaria remota.

Altri Stati membri (Danimarca, Finlandia, Svezia, Regno Unito) hanno delineato piani per ridestinare ad altri usi la banda dei 700 MHz nei prossimi anni.

Il quadro attuale

Oggi come oggi, i 28 stati membri hanno un approccio diverso alla gestione delle frequenze radio. Il timore della Ue è che si creino delle discrepanze nelle politiche di gestione dello spettro.

Germania e Francia, ad esempio, hanno già concluso l’asta per l’assegnazione dei 700 Mhz alle telco. La Francia ha incassato e 2,8 miliardi di euro e l’accensione dei ripetitori mobili su questa banda è fissata per il 2017. Per evitare il rischio interferenze, soprattutto in Corsica e Costa Azzurra, l‘Italia dovrà sedersi al tavolo con la Francia già dall’anno prossimo per trovare un compromesso e probabilmente mettere mano ai ripetitori televisivi di casa nostra, limitando la potenza del segnale irradiato da alcuni impianti che potranno però continuare a trasmettere in maniera del tutto legittima.

La Germania ha incassato ‘solo’ 1 miliardo da questa banda, nell’ambito della gara da 5 miliardi complessivi per la vendita di 270 MHz di spettro nei 700 MHz, 900 MHz, 1500 MHz e 1800 MHz.

Il quadro in Italia

L’Italia, invece, è più attendista e non ha mostrato una gran fretta per il cambio di destinazione d’uso dei 700 Mhz, tanto più che su queste frequenze viaggia ancora il segnale del digitale terrestre, con alcune licenze ventennali in scadenza al 2030 e occupa 9 multiplex di cui 6 nazionali.

Gli operatori Tlc nel nostro paese non sono ansiosi di andare all’asta e i broadcaster vedono lo spegnimento degli impianti come il fumo negli occhi.

D’altra parte, la banda 700 è molto pregiata, il segnale è in grado di penetrare facilmente muri e ostacoli urbani come gli edifici, coprendo ampie aree territoriali con minor dispendio di infrastrutture rispetto alle alte frequenze.

“La proposta aiuterà ad affrontare diverse sfide, come la crescente domanda di banda larga wireless”, si legge in una nota della Commissione Europea, secondo cui nel 2020 il traffico di Internet mobile sarà cresciuto di almeno otto volte rispetto a oggi.

“Le frequenze radio non conoscono confini”, continua la Commissione Europea, per questo lo spettro deve “essere coordinato meglio nella Ue, per evitare interferenze e permettere” lo sviluppo armonico in tutti i paesi della Ue “di servizi innovativi, come quello delle connected cars e della telemedicina”.    

 

Il commento di Oettinger e Ansip

Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione e Commissario per il Digital Single Market, ha detto che: “Non ha senso, dal punto di vista economico, mantenere 28 approcci diversi alla gestione delle radiofrequenze nel mercato unico digitale. Oggi presentiamo la nostra prima proposta su come coordinare meglio lo spettro nell’UE. Proponiamo un approccio comune all’uso della banda dei 700 MHz per i servizi mobili. Si tratta della banda ideale per assicurare allo stesso tempo un’ampia copertura e velocità elevate. Tutti gli europei potranno accedere a servizi internet della massima qualità, anche nelle zone rurali, e si aprirà la strada al 5G, la rete di comunicazione della prossima generazione. Allo stesso tempo, intendiamo garantire l’accesso alle frequenze al settore audiovisivo e promuovere lo sviluppo di tecnologie che utilizzano le onde radio in modo efficiente. Lo spettro è una risorsa limitata: dobbiamo usarlo al meglio”.

Günther H. Oettinger, Commissario responsabile per l’economia e la società digitali, ha detto: “Non possiamo avere servizi di internet mobile di alta qualità per tutto e tutti, e in qualsiasi luogo, senza infrastrutture moderne e norme al passo con i tempi. La nostra proposta dimostra che possiamo avere sia un fiorente settore audiovisivo sia lo spettro necessario per il 5G. La banda dei 700 MHz è ideale per nuovi settori promettenti come i veicoli connessi e l’internet delle cose. Voglio che l’Europa sia all’avanguardia nel campo della tecnologia 5G. È per questo che tutti gli Stati membri devono agire entro il 2020″.