Spettro

Frequenze: Oettinger vuole anticipare il passaggio dei 700 Mhz alle telco

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Gunther Oettinger, Commissario europeo alla digital economy, vuole anticipare al 2020 i tempi del passaggio delle frequenze a 700 Mhz al mobile

Gunther Oettinger, Commissario europeo alla digital economy, vuole anticipare i tempi del passaggio delle frequenze a 700 Mhz alle telco, prefigurando la possibilità di una nuova norma ad hoc per  fissare come limite ultimo per la migrazione il 2020 (due anni prima della data fissata dal rapporto Lamy).

Il perché di questa fretta è presto detto: le telco hanno bisogno di nuove porzioni di banda larga per sostenere il traffico crescente sui loro network, alimentato in primo luogo dai video che occupano porzioni sempre più ampie di spettro.

Fenomeni come Netflix, poi, promettono di accrescere ulteriormente la mole di dati che viaggiano in 4G. Senza dimenticare che alcuni paesi, Germania e Francia in testa, hanno già fatto le gare per l’assegnazione dei 700 Mhz alle Tlc. L’Italia non ci ha ancora pensato, ma vista l’accelerazione impressa da Bruxelles, le cose potrebbero presto cambiare.

A confermare la nuova posizione della Ue un’intervista, rilasciata da Pascal Lamy al sito Euractiv, ex commissario Ue al Commercio, autore dell’omonimo rapporto adottato dalla Commissione per regolare l’armonizzazione dei 700 Mhz a livello comunitario in vista della World Radiocommunication Conference 2015 dell’ITU, che si terrà a Ginevra a novembre: si tratta dell’appuntamento più importante a livello globale per fissare le politiche internazionali sullo spettro, dove però l’Europa rischia di arrivare in ordine sparso, senza una posizione unitaria.

Secondo Lamy, il nodo della policy delle frequenze va sciolto in fretta, anche se gli Stati membri non sono intenzionati a cedere sovranità a Bruxelles. Ma, prosegue Lamy, se gli Stati membri si metteranno di traverso, allora la Commissione dovrebbe rivolgersi alla Corte di Giustizia per chiarire una volta per tutte che la competenza sullo spettro deve uscire dai confini nazionali.

Serve il massimo livello di consenso politico e di condivisione di policy unitarie sullo spettro, per affrontare il prossimo avvento del 5G e dell’Internet delle cose, due nuovi mercati che si stagliano all’orizzonte e per i quali ci sarà bisogno a breve di nuove frequenze coordinate e standard condivisi in Europa.