5G: gli Usa (come la Ue) puntano alla leadership mondiale

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'E’ tempo di un nuovo inizio – ha detto Tom Wheeler della FCC – un inizio che ci porti alla leadership nel 5G e che potrebbe essere riassunto in tre parole: competizione, competizione, competizione'

Per gli Stati Uniti, la leadership nel 5G è una “priorità nazionale”. Lo ha ribadito il presidente della Federal Communications Commission, Tom Wheeler ricordando che l’Autorità sta preparando l’asta per l’assegnazione dello spettro 5G per questa estate.

Il 5G – ha detto Wheeler – presenta una nuova opportunità che promette vantaggi simili, se non superiori, alla leadership nel 4G”.

Il presidente della FCC ha ricordato che gli Stati Uniti sono primi al mondo nello sviluppo e nell’implementazione delle reti 4G LTE e che questa leadership ha generato centinaia di migliaia di posti di lavoro. “La tecnologia e i software americani costituiscono il fulcro delle reti di tutto il mondo e le applicazioni americane sono sui dispositivi di tutto il mondo per merito della nostra leadership nel 4G”, ha detto Wheeler.

Spiegando che le decisioni di oggi incideranno sulla realtà per molti anni a venire e che gli Usa non possono perdere la leadership in un mondo sempre più wireless, Wheeler ha quindi sottolineato la necessità di avere a disposizione la quantità adeguata di spettro  e di avere “reti aperte che invitino all’innovazione”.

Per soddisfare la domanda di spettro, gli Usa hanno lanciato la cosiddetta ‘asta a incentivo’, un mezzo per incoraggiare i broadcaster a rinunciare volontariamente ai diritti di utilizzo dello spettro in cambio di una quota dei proventi dell’asta delle nuove licenze.

In sostanza, l’asta a incentivo è fatta di due gare separate: la prima – partita il 29 marzo e della durata prevista di 4 settimane – nella quale i broadcaster vendono le loro frequenze alla FCC, la seconda nella quale le telco faranno le loro offerte e che dovrebbe svolgersi, come detto da Wheeler, questa estate.

“E’ tempo di un nuovo inizio – ha detto il numero uno della FCC – un inizio che ci porti alla leadership nel 5G. Un inizio strutturato su condizioni uguali per tutti colo che forniscono servizi simili. Un inizio che che dia nuovo input alla transizione da analogico a digitale. Un inizio che riduca i costi per i consumatori e aumenti la scelta. Un nuovo inizio – ha concluso – che potrebbe essere riassunto in tre parole: competizione, competizione, competizione”.

La competizione sul 5G, dunque, si fa sempre più serrata e globale.

Anche l’Europa vuole essere protagonista.

La tecnologia mobile di prossima generazione, lo ricordiamo, non renderà solo le comunicazioni più veloci ma sosterrà anche lo sviluppo di nuove funzioni e applicazioni ad alto valore sociale ed economico.

Per l’Europa si tratta di un’occasione da non perdere per riafferrare quella leadership globale nelle reti mobili persa con il 4G, dopo i fasti del 2G e del 3G e per questo la Commissione europea ha già messo sul piatto 700 milioni di euro e avviato partnership con Cina, Giappone, Corea Brasile (prossimi step accordi con India e Usa)

La speranza è quella di farsi trovare preparata quando, presumibilmente nel 2020, arriverà lo standard 5G.

Entro quella data – quando, si calcola, 26 miliardi di dispositivi saranno connessi alla rete e il 70% della popolazione mondiale avrà uno smartphone – la banda 700 Mhz dovrà passare dai broadcaster alla banda larga mobile ma in molti nutrono seri dubbi sul fatto che gli Stati membri riusciranno a mettersi d’accordo su una definizione comune di 5G e su una ripartizione armonizzata delle frequenze necessarie per la tecnologia.

L’Italia, ad esempio, ha già chiesto più tempo.