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Telecom-Metroweb: le decisioni al cda del 16 ottobre

di A.T. |

Le basi per l’intesa ci sarebbero sul serio stavolta, con le due parti pronte a capitolare attorno a un nuovo accordo formulato dai due fondi che controllano Metroweb. Secondo alcune indiscrezioni, la quota di Telecom Italia nella nuova società della rete potrebbe essere del 50% fino al 60%.

Riprende quota l’asse Telecom-Metroweb sulla fibra ottica, grazie anche al placet di Vivendi, azionista di maggioranza della società telefonica.

Secondo alcune indiscrezioni, la quota di Telecom Italia nella nuova società della rete potrebbe eccedere il 50% fino al 60%.

Secondo quanto riportato oggi da Il Sole 24 Ore, il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna, si sarebbe recato a Parigi per informare il gruppo di Vincent Bollorè dei nuovi sviluppi di un’alleanza che prova a decollare ormai da diverso tempo.

Le basi per l’intesa ci sarebbero sul serio stavolta, con le due parti pronte a capitolare attorno a un nuovo accordo formulato dai due fondi che controllano Metroweb, F2i e FSI.

Se, infatti, in precedenza, il tavolo era saltato per l’indisponibilità di Telecom a cedere sul controllo totalitario della rete, stavolta, stando a quanto riferito dal quotidiano finanziario, ci sarebbe inclusa nel pacchetto un’opzione di put&call che consentirebbe alla compagnia telefonica di salire al 100% della rete una volta completata la rete.

In un primo tempo, quindi, come previsto dal ‘vecchio’ piano, Fsi e F2i controllerebbero il 40% del capitale della newco e Telecom un altro 40% più un altro 20% senza diritti di voto, spiega Il Sole 24 Ore. In questa fase Telecom esprimerebbe due consiglieri compreso l’amministratore delegato, altri due farebbero riferimento agli altri due soci e uno indipendente sarebbe espresso di comune accordo. Nella seconda fase, in cui – una volta esercitata l’opzione put&call – Telecom arriverebbe al controllo totale della società, la compagnia telefonica potrà esprimere tre consiglieri.

Non è ancora dato sapere, invece se esistano accordi su un possibile scambio azionario che aprirebbe le porte all’ingresso diretto della CDP in Telecom.

Per quanto riguarda il piano operativo, secondo alcune fonti, la collaborazione tra Metroweb e Telecom potrebbe riguardare inizialmente 46 grandi città comprese nelle aree grigie e nere, quelle cioè’ in cui è già attivo uno o più operatori e in cui non si prevede l’utilizzo di fondi pubblici. Sempre secondo queste fonti, i soci di Metroweb avrebbero l’intenzione di non trasformare la lettera d’intenti con Wind e Vodafone in un accordo vincolante: la trattativa, in sostanza, non andrebbe avanti oltre ilo 30 ottobre, data di scadenze della lettera d’intenti con gli olo.

Secondo quanto appreso, invece dal Messaggero, il dossier Metroweb sarebbe stato discusso già nello scorso cda del 25 settembre che avrebbe affidato al CFO Piergiorgio Peluso il compito di esaminare i cambiamenti intervenuti negli ultimi sei mesi. I risultati dell’analisi  dovrebbero quindi essere presentati al prossimo consiglio del 16 ottobre.

Resta quindi da capire quale sarà la reazione dell’Antitrust. Negli anni scorsi, l’autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella aveva fatto sapere che se l’operazione Telecom-Metroweb fosse andata in porto sarebbe stato necessario rispettare una serie di condizioni per dare modo agli altri concorrenti (Vodafone in primis) di proporre un’offerta replicabile nel settore della fibra ottica, così come avviene per i servizi basati sulla rete in rame.