l'intervista

Pietro Pacini (CSI Piemonte): ‘Sicurezza e protezione dati ed efficienza sistemi Ict. Così il cloud è il futuro’

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Intervista a Pietro Pacini, DG CSI Piemonte, unico soggetto pubblico ad ottenere da AgID la qualificazione di Cloud Service Provider (CSP): 'Il cloud permette di ridurre i costi, rendere più semplice ed economico l’aggiornamento dei software e di velocizzare l’erogazione dei servizi a cittadini e imprese'.

Key4biz. CSI Piemonte ha ottenuto da AgID la qualificazione di Cloud Service Provider (CSP). Unico soggetto pubblico tra una quindicina di società. Come si è giunti a questo traguardo?

Pietro Pacini. Innanzitutto, voglio dire che si tratta di un risultato che ci rende molto orgogliosi. Raggiungerlo è stato possibile soltanto grazie a un intenso lavoro di oltre un anno, che ha riguardato aspetti tecnologici, organizzativi e di conformità normativa. Dal punto di vista tecnologico è stato determinante il lavoro effettuato dal team che si occupa dello sviluppo della nuova piattaforma cloud “Nivola”, creata dal CSI a partire da importanti progetti open source e progettata per essere altamente affidabile, completamente automatizzata e interoperabile. Per lo sviluppo di questa piattaforma, installata presso i data center di Torino e Vercelli del Consorzio, il CSI ha creato un team dedicato di 23 specialisti, in grado di coprire tutti gli aspetti tecnologici. Si tratta di profili altamente tecnici, coinvolti in oltre 1.500 ore di formazione specifica.

Dal punto di vista organizzativo e di conformità normativa, invece, abbiamo raggiunto tutte le certificazioni richieste in ambito sicurezza, protezione dei dati, privacy e continuità operativa richieste dalla Circolare AgiD del 2 aprile 2018. Tutto questo oggi ci permette di continuare a erogare i servizi cloud agli Enti che già li utilizzano e di avviare un percorso di sviluppo che ci consentirà di attrarre nuovi utilizzatori, fornendo elevati standard di sicurezza.

Key4biz. Dal prossimo 1° aprile gli enti pubblici potranno acquisire servizi Cloud esclusivamente dai CSP qualificati e presenti all’interno del “Catalogo dei servizi Cloud qualificati per la PA”. Cosa offre CSI Piemonte alla pubblica amministrazione, che chiede di migrare sul vostro cloud?

Pietro Pacini. L’esperienza maturata in questi anni ci ha permesso di sviluppare una completa gamma di servizi che permette a pubblica amministrazione e imprese di affrontare il percorso verso il cloud in assoluta tranquillità e sicurezza. Siamo in grado di affiancare l’ente dalle fasi iniziali di analisi dei fabbisogni, alla progettazione, all’allestimento dei servizi in cloud, al coordinamento dei fornitori dei servizi applicativi, fino alla migrazione delle applicazioni. Fornendo tutto il supporto tecnico e organizzativo necessario a rendere il percorso di cloud transformation sempre più efficace.

Key4biz. Quanto è importante la sovranità nazionale anche sulla protezione dei dati personali?

Pietro Pacini. Non si tratta tanto di una questione di sovranità nazionale, quanto di garanzia e sicurezza. Se ci mettiamo nei panni dell’utente finale, che sia un’azienda, una pubblica amministrazione o un cittadino, quel che conta è sapere di potersi fidare dell’infrastruttura che raccoglie i nostri dati sensibili. Ormai siamo abituati a dare per scontato una serie di garanzie, pensando a volte che i grossi player internazionali siano quelli più capaci di assicurarcele. Noi vogliamo dimostrare di essere in grado di giocare al tavolo dei big, per di più con soluzioni e tecnologie sviluppate da una società partecipata dalla pubblica amministrazione, quindi ancora più attenta per definizione al bene di tutti. E poi certo, il fatto di essere una realtà completamente italiana non può che essere un ulteriore motivo di orgoglio per noi e per i nostri clienti.


Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI Piemonte.

Key4biz. La piattaforma cloud che CSI offre alla PA è ‘Nivola’.

Pietro Pacini. Nivola ha caratteristiche importanti. In primo luogo, è stata progettata e realizzata per la pubblica amministrazione, rendendone semplice e immediato l’utilizzo. Nivola è un progetto open source e questa sua caratteristica garantisce la stabilità necessaria per costruire un sistema informatico all’avanguardia e senza incorrere in investimenti aggiuntivi dovuti a lock-in tecnologici. È altamente affidabile ed è certificata secondo i più elevati standard di sicurezza e di privacy

Inoltre, i servizi di elaborazione, storage, database, backup di Nivola seguono un approccio basato sulla completa automazione. Questo permette che l’infrastruttura si adatti al carico, i processi siano più agili e flessibili, e le prestazioni IT siano elevate, efficienti e più economiche (pay per use).

Infine, scegliendo Nivola l’ente ha a disposizione un ampio catalogo di servizi facilmente attivabili e adattabili alle proprie esigenze, esposti attraverso un service portal intuitivo.

Key4biz. Il futuro è sempre più cloud, perché?

Pietro Pacini. Perché il cloud consente di migliorare la sicurezza, la protezione dei dati e l’efficienza dei sistemi ICT. Permette di ridurre i costi, rendere più semplice ed economico l’aggiornamento dei software e di velocizzare l’erogazione dei servizi a cittadini e imprese. Il Piano Triennale sull’Informatica nella PA e le successive circolari emesse dall’AgiD, l’Agenzia per l’Italia Digitale, hanno infatti individuato nel cloud un potente strumento di ammodernamento della macchina amministrativa e di trasformazione digitale. Grazie all’esperienza maturata negli ultimi anni il CSI Piemonte è in grado di affiancare le PA e le imprese in questo percorso mettendo a disposizione i propri data center, la propria piattaforma certificata ed elevate competenze tecniche, progettuali e organizzative.

Key4biz. Con il suo piano industriale CSI Piemonte intende esportare il “modello Piemonte” a livello nazionale, puntando in primo luogo sui servizi Cloud per la PA. È un cambio di passo rispetto al passato, quali sono le vostre aspettative?

Pietro Pacini. Noi abbiamo sempre lavorato per tutte le amministrazioni, grandi e piccole, per garantire a tutti le stesse opportunità di innovazione: dalla regione al piccolo comune con meno risorse. Oggi si potrebbe dire che la nostra ambizione è quella di portare l’esempio e il valore del modello “sistema Piemonte” nella costruzione del “sistema Italia”. Tutto questo ha ricadute molto concrete, non è soltanto uno slogan.

Il Piano Strategico 2019-2021 che i nostri soci hanno approvato lo scorso gennaio, infatti, prevede che il CSI veda crescere i propri ricavi dai 123 milioni di euro del 2018 ai 138 previsti nel 2021. Farlo significherà anche trovare nuovi sbocchi per le nostre attività. Insomma, dovremo essere bravi nel cogliere ogni opportunità prevista dalla normativa in vigore. Per esempio, abbiamo iniziato a operare sul mercato per il 20% del nostro fatturato e intensificheremo le iniziative a livello nazionale e internazionale. Da un certo punto vista è un cambio di passo fondamentale, che punterà anche sulla partnership con le altre realtà: rafforzeremo le sinergie con le piattaforme nazionali, garantendo integrazione, interoperabilità e utilizzo di soluzioni open source che facilitino il riuso a tutti i livelli della pubblica amministrazione.

Key4biz. CSI Piemonte contribuisce alla digitalizzazione dell’Italia, a partire dai territori di diretta competenza. Ma la digitalizzazione stenta: come annullare le resistenze in seno alle PA?

Pietro Pacini. Ogni percorso di innovazione digitale è prima di tutto un percorso di evoluzione culturale e di processo. Forse questo passaggio ancora manca a livello nazionale, anche se si sono poste basi solide, penso al percorso per la definizione dei Poli Strategici Nazionali che sta portando avanti l’AgID o alla definizione di standard tecnologici condivisi per l’accesso ai servizi pubblici. Primo fra tutti SPID, che la Città di Torino per esempio sta già promuovendo per l’accesso ai servizi del portale TorinoFacile.

Si tratta ovviamente di un processo di cambiamento di mentalità consolidate che non si può effettuare con la stessa velocità di un’evoluzione puramente tecnologica. Credo però che alla fine si tratti dell’unico percorso vincente e che tutto parta dalla messa a punto di servizi e canali di accesso sempre più efficienti e facili da usare. Dieci anni fa nessuno avrebbe immaginato la repentina trasformazione di usi e costumi dettata dall’arrivo dei nuovi smartphone, anche se oggi ci sembra assolutamente normale avere una app per ogni aspetto della nostra vita. Ecco, per la PA mi immagino una evoluzione simile e fortunatamente non sono il solo a pensarlo.