Spettro radio

Frequenze: gli Stati Ue non rinunciano allo spettro. Interrotti i negoziati sulla policy condivisa

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La presidenza lettone della Commissione Ue ha proposto agli stati membri di rimandare il dibattito sulla policy condivisa per la gestione delle frequenze. Roaming e net neutrality le priorità del semestre.

La presidenza lettone della Commissione Ue ha proposto agli stati membri di lasciar perdere, per ora, gli estenuanti negoziati sul coordinamento internazionale di una policy comune sullo spettro radio. Negoziati per una gestione armonizzata dello spettro che per ora non hanno prodotto una vision e una policy unitaria su questo tema.

Troppe le divergenze fra i diversi Governi dell’Unione Europea sulla gestione delle frequenze. Meglio concentrarsi su roaming e net neutrality, perché sembra evidente che i diversi Stati non abbiano alcun interesse a delegare a Bruxelles la loro sovranità sulla gestione delle frequenze nazionali, fonte di introiti per le casse grazie alle gare, spesso multi-miliardarie, con cui vengono messe all’asta. Un bene scarso, le frequenze, che in futuro sarà sempre più pregiato per la banda larga mobile, sul quale i Governi non vogliono perdere il controllo.

E’ quanto emerge da una lettera inviata agli stati membri lo scorso 7 gennaio, nella quale la presidenza lettone rimanda lo scottante negoziato sullo spettro alla revisione da parte dellla Commissione della riforma delle Tlc (Connected Continent). Una decisione adottata visto “lo scarso interesse” da parte degli stati membri mostrato negli ultimi incontri di ottobre e novembre per raggiungere una posizione comune sul tema frequenze.

La Commissione Europea ha proposto un maggior coordinamento fra gli stati membri sul fronte caldo delle licenze per servizi mobili, in particolare un maggior coordinamento sulla durata e sul timing delle gare, per evitare il ripetersi dei problemi incontrati con l’assegnazione delle frequenze a 800 Mhz, quando l’assegnazione delle risorse avvenne quasi in simultanea in diversi paesi mettendo in difficoltà gli operatori.

Una policy comune sulla gestione dello spettro consentirebbe inoltre di pianificare meglio gli investimenti di rete e di mettere in campo accordi di condivisione internazionale delle frequenze in ottica di co-sharing.

Con al decisione di mettere in stand-by il tema dello spettro, l’obiettivo della presidenza lettone è concentrarsi sui temi, giudicati più caldi e urgenti sul fronte delle Tlc, vale a dire il roaming e la net neutrality.

Intanto, i maggiori operatori del settore Tlc, riuniti nell’associazione Open Internet (di cui fanno parte fra gli altri Cable Europe, Etno e la Gsma) hanno diramato un comunicato unitario in cui chiedono alla Ue regole più morbide in materia di net neutrality.