Il cruscotto

Controllare il tracciamento dei nostri dati, l’Ue impiega cloud e blockchain

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Progetto europeo PoSeIDon: “A coloro che utilizzeranno il cruscotto ottimizzato per la privacy sarà garantito un accesso ai propri dati personali conciso, trasparente, intelligibile e semplice”. Oltre la blockchain, diverse le tecnologie utilizzate dal cloud al machine learning.

Assumere il controllo dei propri dati personali dovrebbe essere la norma, non l’eccezione. Sembra un problema insormontabile, quando invece è solo legato a delle scelte politiche chiare e concrete.

Il progetto europeo “PoSeIDon”

Il progetto europeo “PoSeIDon” (Protection and control of Secured Information by means of a privacy enhanced Dashboard) si pone proprio questo obiettivo: aiutare i consumatori ad assumere il controllo sui propri dati personali e decidere in che misura condividerli e con chi.

Un’iniziativa che va potenziare il meccanismo del regolamento generale europeo per la protezione dei dati (General Data Protection Regulation o GDPR), rafforzando il quadro regolatorio a tutela della privacy nell’Unione europea e in ogni singolo Stato membro.

Per fare questo, PoSeIDon è stato centrato sull’identità digitale e sull’utilizzo di tecnologie innovative e all’avanguardia nella gestione dei dati e nell’autenticazione elettronica.

Un “Cruscotto per la privacy”

Il frutto principale del progetto è lo sviluppo di un “cruscotto ottimizzato per la privacy”.

Come spiegato a Cordis da Francesco Paolo Schiavo, direttore generale del ministero italiano dell’Economia e delle finanze e coordinatore del Gruppo di lavoro di PoSeIDon: “A coloro che utilizzeranno il cruscotto ottimizzato per la privacy sarà garantito un accesso ai propri dati personali conciso, trasparente, intelligibile e semplice”.

Cosa importante, tra le altre, “essi conosceranno il modo in cui tali dati vengono tracciati, controlleranno e gestiranno le proprie informazioni di identificazione personale elaborate da organizzazioni pubbliche e private, e agiranno concretamente da titolari e/o fornitori dei dati”.

Tornare proprietari dei dati

Si torna quindi a sottolineare la rilevanza della “proprietà dei dati”, che inalienabile dal singolo individuo cittadino e consumatore.

Grazie a questo tool, ognuno di noi “sarà in grado concedere, limitare o revocare i permessi conformemente al principio di minimizzazione dei dati, oltre a essere avvisati in caso di esposizione della privacy”.

I dati e la blockchain

Il sistema immaginato e realizzato dal gruppo di lavoro si basa su alcune tecnologie molto all’avanguardia, tra cui blockchain, cloud, machine learning.

Un’innovazione chiave è la messa in sicurezza della nostra architettura aperta, per mezzo di blockchain dotate di permessi e contratti intelligenti – ha affermato Schiavo – il che fornisce responsabilità, trasparenza e conformità alla normativa sulla protezione dei dati”.

In termini pratici, il cruscotto traccia tutte le transazioni: “registra il consenso degli utenti e assegna una garanzia contestuale sulla cancellazione dei dati e sulla ridotta tracciabilità delle identità, il tutto grazie al meccanismo delle pseudo-identità cancellabili”.

Il cloud

Altre innovazioni sono legate alla “gestione in cloud degli accessi”, in base alla normativa dell’Unione sull’identificazione elettronica e sui servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno (eIDAS , electronic IDentification, Authentication and trust Services), e alla “gestione della privacy con analisi dell’apprendimento automatico”.

Il cruscotto per la privacy è anche un servizio basato su cloud PEDaaS (Privacy Enhanced Dashboard as a Service), per venire incontro alle organizzazioni che non dispongono di blockchain e/o cloud proprietari o che non possono sostenere i costi di gestione di strumenti conformi al GDPR.