L'operazione

BT pronta a cedere quote di Openreach per finanziare il suo piano in fibra

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BT starebbe valutando la cessione di quote della società della rete Openreach che controlla interamente per finanziare la copertura in fibra del paese. Fra i potenziali acquirenti anche Kkr, il fondo Usa che starebbe trattando la rete secondaria di Tim.

BT sta cercando acquirenti sul mercato per cedere una quota di Openreach, la società della rete britannica separata legalmente ma interamente posseduta dall’ex incumbent del Regno Unito. Fra i potenziali acquirenti, secondo il Financial Times, ci sono la banca australiana Macquarie e altri fondi infrastrutturali. L’obiettivo di BT è finanziare il maxi piano da 12 miliardi di sterline per portare la fibra in tutto il Regno Unito entro il 2025.

Openreach profittevole

Openreach, che gestisce la rete nazionale britannica, è la divisione più profittevole di BT e la cessione di quote potrebbe valorizzare la controllata a 20 miliardi di sterline, secondo le fonti del quotidiano britannico. Si tratta di una valutazione doppia rispetto alla corrente capitalizzazione di BT, che ieri ha toccato i minimi dal 2009.

I negoziati per la cessione secondo il Financial Times sono in fase embrionale, così come il meccanismo con cui gli investitori acquisirebbero le quote in Openreach.

BT piano in fibra a rilento

BT sarebbe spinta a cedere quote in Openreach dal fatto che sussistono forti dubbi sulla sua capacità di cablare in banda ultralarga tutto il paese pari a 20 milioni di abitazioni entro il 2025, in un piano da 12 miliardi di sterline strategico per il Ceo Philip Jansen.

Il valore di BT è crollato dell’80% negli ultimi cinque anni. L’azienda ha dovuto tagliare il dividendo, non era mai successo.

Cresce la concorrenza dopo il merger fra Virgin Media e O2

BT dovrà inoltre vedersela d’ora in poi con un nuovo big delle Tlc in Uk, appena nato dalla fusione fra Virgin media e O2.

Soltanto una manciata di incumbent ha separato in maniera completa la rete dal business consumer. E’ vero che il valore dei network negli ultimi anni è di molto cresciuto, con la fibra ma anche le torri wireless e i data center finiti nel mirino di diversi investitori specializzati in reti e infrastrutture.

Reti fanno gola

Negli ultimi tre anni fondi infrastrutturali come Macquarie, KKR, M&G Prudential e Goldman Sachs hanno rilevato quote nelle telco britanniche a caro prezzo. La fibra è un business affidabile con ritorni di lungo periodo.

Tra l’altro, Kkr è lo stesso investitore che starebbe trattando in Italia con Tim per l’acquisizione di una quota nella rete secondaria in rame e fibra dell’ex incumbent di casa nostra.

Analisti

Gli analisti di Barclays valutano Openreach 22 miliardi di sterline, mentre quelli di Redburn attribuiscono un valore più conservativo di 14 miliardi per l’intero asset. La rete full fibre di Openreach copre appena 2,6 milioni di abitazioni ma l’obiettivo è di aumentare la copertura di 3 milioni di abitazioni all’anno nei prossimi anni.

Secondo l’analista Matthew Howett di Assembly Research: “BT vorrà mantenere comunque la presa su Opereach piuttosto che disinvestire completamente visto l’enorme vantaggio di essere un inquilino privilegiato per i suoi servizi a banda larga”.

La copertura in fibra del paese è diventato anche un tema politico con Boris Johnson che ha annunciato la copertura in fibra del paese entro il 2025 e il suo rivale laburista Jeremy Corbyn che in campagna elettorale aveva parlato di rinazionalizzazine della rete.

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