La scheda

Web Tax, come farà a scattare da gennaio? Senza decreti attuativi e con versamenti diretti

di |

La digital tax in vigore da gennaio 2020 perché senza decreti attuativi (previsti dalla norma attuale e mai varati) e sarà in ‘autoliquidazione’. Aliquota del 3% alle imprese con ricavi ovunque realizzati non inferiori a 750 milioni e ricavi derivanti da servizi digitali non inferiori a 5,5 milioni. 600 milioni di entrate attese nel 2020.

Sembra la volta buona per l’entrata in vigore della web tax in Italia. L’imposta per gli Over the top (Ott) da gennaio prossimo, annunciata ieri dal ministro dell’Economia e delle Finanze, effettivamente può scattare subito da Capodanno perché due ragioni:

  • È senza decreti attuativi, previsti invece dalla norma votata dal Parlamento con la scorsa legge di Bilancio. Decreti attuativi mai varati dal Mef per una scelta politica e per questo motivo la web tax in versione italiana non è entrata in vigore con il Governo M5S-Lega: è stata votata dalle Camere, ma rimasta sulla carta.
  •  È in autoliquidazione. Google, Amazon, Facebook, Apple, Netflix (sotto inchiesta dalla procura di Milano per omessa dichiarazione dei redditi), ma anche Alibaba, Airbnb, Booking, Zalando, eBay e Twitter saranno così obbligati a versare direttamente l’imposta, senza attendere il conteggio da parte del Fisco, senza aspettare le rate trimestrali previste dall’attuale normativa. Anche per quest’altro motivo la Web Tax non è stata applicata quest’anno.

La digital tax, senza decreti attuativi e in autoliquidazione come quella in vigore in Francia, sarà inserita nel decreto fiscale o nella legge di Bilancio 2020. Ma a quanto ammonta?

Sarà un’aliquota del 3% alle imprese con ricavi ovunque realizzati non inferiori a 750 milioni e ricavi derivanti da servizi digitali non inferiori a 5,5 milioni. Attesi 600 milioni di euro di entrate nella casse dello Stato nel 2020.

Dopo la Francia e l’Italia, la web tax europea?

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha anche auspicato che l’iniziativa italiana possa collocarsi all’interno “di una misura definita a livello internazionale”, perché la prossima settimana l’Ocse presenterà una proposta di tassa digitale globale. Se non si dovesse trovare l’accordo internazionale, l’Union europea può riprovare ad introdurla, ma questa volta senza chiedere il voto unanime e di tutti gli Stati dell’Ue, perché Lussemburgo e Irlanda saranno sempre contrari in quanto Paesi che ospitano le sedi delle multinazionali digitali. Si dovrebbe quindi procedere attraverso la ‘cooperazione rafforzata’, prevista dai Trattati dell’Ue, ma occorre raggiungere almeno il consenso di 9 Stati per varare la web tax con le stesse modalità nei 9 Paesi.