Web e tasse

Web e tasse. Google pronta a pagare 306 milioni all’Agenzia delle Entrate

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Accordo di Google col Fisco per risolvere il contenzioso fiscale nel nostro paese con il versamento di 306 milioni relativi al periodo 2002-2015.

In tempi di rinnovato interesse per l’introduzione della web tax, tornata alla ribalta anche al confronto per le primarie del Pd, Google pagherà al Fisco italiano oltre 306 milioni di euro in seguito all’accordo siglato oggi con l’Agenzia delle Entrate per risolvere le potenziali controversie relative alle indagini fiscali, condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, relative al periodo tra il 2009 e il 2013.

La somma è comprensiva anche degli importi riferibili al biennio 2014 e 2015 e a un vecchio contenzioso relativo al periodo 2002 2006. Gli importi sono complessivamente riferibili sia a Google Italy (303 milioni) che a Google Ireland (3 milioni) come precisato da un portavoce della compagnia Usa.

Nel 2014 Google aveva versato appena 2,2 milioni di euro al Fisco italiano.

Con Google sarà inoltre avviato, fa sapere l’Agenzia delle Entrate, un percorso per la stipula di accordi preventivi per la corretta tassazione in Italia in futuro delle attività riferibili al nostro Paese. L’Agenzia conferma il suo impegno nel perseguire una politica di controllo fiscale attenta alle operazioni in Italia delle multinazionali del web.

L’accordo di oggi chiude un contenzioso scattato a gennaio del 2016, quando la Guardia di Finanza aveva notificato un verbale di accertamento a Google per una presunta evasione di 300 milioni di euro.

Il turno di Amazon?

Nel 2015 era stata Apple con un accordo (apripista in Europa) da 318 milioni di euro a patteggiare con il Fisco italiano, definendo un contenzioso inerente un’evasione contestata di circa 879 milioni di euro.

La prossima web company sulla lista dell’Agenzia delle Entrate potrebbe essere Amazon, finita nel mirino della Guardia di Finanza per una presunta evasione fiscale di circa 130 milioni di euro da parte del colosso dell’eCommerce su un giro di affari di 2,5 miliardi di euro dal 2009 al 2014. Amazon però ha respinto le accuse al mittente, sostenendo che i bassi utili registrati nel nostro paese sono dovuti ai pesanti investimenti effettuati che riducono così l’imponibile fiscale nel nostro paese.

Vedremo come andrà a finire.