Web e tasse, Apple diventa un caso ‘politico’ nelle elezioni d’Irlanda

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La Ue ha bisogno di altre informazioni dal governo sugli accordi fiscali con il gruppo americano. Slittano i tempi. Si rischia che il verdetto arrivi durante le elezioni, creando un ‘terremoto’ politico.

Bruxelles ha bisogno di altro tempo per chiudere il caso Apple, sospettata d’aver goduto di un regime fiscale di favore in Irlanda.

La società americana rischia una super multa che potrebbe rappresentare un nuovo record in materia aiuti pubblici illegali.

Sotto la lente ovviamente il governo irlandese che, dopo il pressing dell’Ue, dal primo gennaio ha già cancellato le agevolazioni fiscali note come Double Irish.

Ma non basta.

La Commissione Ue ha, infatti, inviato al governo una serie di domande supplementari per avere un quadro più dettagliato della situazione.

Adesso si teme che la sentenza della Ue possa arrivare a ridosso delle elezioni di febbraio in Irlanda con gravi ripercussioni politiche.

Il governo ha subito dato disponibilità alla Ue. Risponderà tutte le domande della Commissione.

“Non ci aspettiamo nessuna decisione fino al nuovo anno”, ha detto un portavoce.

Nel mirino della Ue sono finiti tutti gli accordi di Tax Ruling, non solo quelli dell’Irlanda, ma anche di altri Paesi membri che assicurano alle multinazionali, tante del web, di godere di regimi fiscali vantaggiosi.

Oltre a Apple, la Ue sta indagando su Amazon per le agevolazioni fiscali avute in Lussemburgo.

Nei mesi scorsi sono già stati presi provvedimenti contro Fiat e Starbucks. Per le due aziende si parla di sanzioni fino a 30 milioni di euro ciascuna.

Al centro delle indagini Ue i sistemi messi in piedi dalle multinazionali, con la collaborazione di Paesi compiacimenti, per bypassare il fisco e pagare le tasse al minimo.

Ogni anno, ha detto la Ue, l’elusione ed evasione fiscale costa ai contribuenti europei fino a 1000 miliardi di euro.

Nel caso di Apple la multa sarebbe molto salata visto che, secondo gli analisti, parliamo di miliardi di tasse eluse con la compiacenza di Dublino.

Il governo irlandese ha già fatto sapere che ricorrerà contro qualsiasi decisione presa dalla a suo danno.

Apple dalla sua respinge ogni accusa.

Stando ad alcune indiscrezioni, le domande supplementari inviate dalla Ue all’Irlanda riguarderebbero un nuovo filone di indagine.

In molti ritengono invece che l’allungamento del caso possa indicare la volontà di Bruxelles di prendere una decisione ‘politica’ che colpirebbe il governo irlandese proprio a ridosso delle elezioni durante le quali potrebbe tenere banco una nuova proposta di legge fiscale.

Forse un modo da parte della Ue di spingere il Paese a modificare la propria ‘condotta’ con le multinazionali.

La Commissione parla però di normale procedura ed esclude che siano stati aperti altri filoni di indagine.

Un portavoce della Ue ha detto “il focus dell’inchiesta continua a essere il calcolo del reddito imponibile delle due filiali irlandesi di Apple previsto dagli accordi di tax ruling con le autorità fiscali” del Paese.

Se l’Irlanda fosse accusata di aver concesso ad Apple aiuti di stato illegali, il verdetto peserà come un macigno sulle elezioni irlandesi, che si preannunciano come le più dure degli ultimi anni.

I rapporti fiscali con Apple centrano il cuore della strategia del Paese, basata sulla capacità di convincere le multinazionali americane del web a fare sede in Irlanda.

Ben si comprende quindi quanto sia caldo il tema e quanto potrebbe diventare centrale nelle prossime elezioni.