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Vorticidigitali. Marketing, i migliori ‘case studies’ del panorama digitale

di Andrea Boscaro, fondatore di The Vortex |

Ecco qualche esempio di case studies per comprendere l'utilizzo dei formati più innovativi e la coerenza con la quale si sono adottate alcune tecniche a seguito del perseguimento di specifici obiettivi di marketing. 

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Il modo migliore per comprendere l’uso – e per apprezzarne i risvolti avanzati – delle piattaforme digitali è studiarne le case studies ed ecco perché meritano di essere visitati con assiduità almeno quattro siti Internet:

  • Thinkwithgoogle.com che contiene non solo le “teorie” più interessanti del marketing digitale a cui spesso si fa cenno in questa rubrica (ad esempio. la teoria dei micromomenti), ma anche i principali studi e le più interessanti case studies dell’uso degli strumenti pubblicitari di Google come il retargeting dinamico della rete per il mondo dell’e-commerce;
  • all’interno di Business Manager, Facebook presenta il “Creative Hub” con cui osservare le novità dei formati e delle modalità con cui sono stati usati da altri inserzionisti;

All’interno di questi ultimi ambienti, si possono ricercare – per dimensione, per formato e per categoria merceologica di provenienza, decine e decina di casi utili a comprendere come un obiettivo di marketing è stato perseguito con la scelta di specifici formati pubblicitari e con l’adozione delle diverse tecniche di marketing automation disponibili. A mio avviso, è più utile osservare tali scelte piuttosto che valutare i numeri presentati in quanto tali.

Vi propongo alcuni esempi particolarmente interessanti e la tecnica adottata.

D. Franklin ha utilizzato in Spagna le Instagram Stories per indirizzare un pubblico di donne e uomini tra i 18 e i 34 anni: gli annunci si sono avvalsi di foto creative in primo piano incentrate sui diversi dettagli del prodotto. La campagna di D. Franklin ha raggiunto il pubblico giusto al momento giusto ottenendo ottimi risultati con un costo inferiore del 21% rispetto ad una tradizionale campagna social e un ROI sulla spesa pubblicitaria superiore di 2,3 volte.

Il sito e-commerce britannico iClothing ha compreso che era necessaria una scelta di art differenziante per emergere dal rumore: per questo motivo, ha deciso che la visualizzazione di «diapositive» – ovvero di prodotti rappresentati con scatti colti nella loro quotidianità –  sarebbero stati il ​​modo migliore per mettere in risalto i prodotti utilizzando video, audio e testo per catturare l’attenzione, raccontare storie o mostrare prodotti. A partire da gennaio-marzo 2017, la campagna ha ottenuto una riduzione del 27% del CPC ed un incremento del 20% del tasso di conversione rispetto alle precedenti campagne messe in campo.

La simpatica azienda produttrice di cuffie di lana Love Your Melon aveva inizialmente usato i post in evidenza, ma ha scoperto che le inserzioni carosello – che mostrano più prodotti invitando a cliccare per osservarli in sequenza – ottenevano risultati migliori per reindirizzare le persone a pagine specifiche del sito Web.

Le inserzioni carosello di Love Your Melon, sfruttando una targetizzazione puntuale, hanno dato inizio al successo della campagna con un ritorno pari a 11,5 volte la spesa pubblicitaria.

L’azienda di abbigliamento intimo femminile Miss Mary of Sweden si è rivolta agli strumenti di monitoraggio delle conversioni di Facebook per ottenere una migliore comprensione dei potenziali clienti ed ha utilizzato la marketing automation per sviluppare iniziative di retargeting rispetto a coloro che avevano dimostrato interesse ai suoi prodotti a seguito della pubblicazione dei post: questa tecnica ha consentito di ottenere fino a 7,4 volte di ritorno della spesa pubblicitaria.

Ed infine, nel mondo locale, la concessionaria Unicars Honda ha sviluppato una campagna di inserzioni per acquisizione contatti usando il formato “Raccogli contatti per la tua azienda”: la il fatto che il form fosse presente all’interno della user experience di Facebook ha condotto ad una diminuzione del costo per contatto del 78%.

Pochi esempi, ma sufficienti per condividere l’opportunità di frequentare le raccolte di case studies per comprendere l’utilizzo dei formati più innovativi e la coerenza con la quale si sono adottate alcune tecniche a seguito del perseguimento di specifici obiettivi di marketing.