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Vorticidigitali. Come farsi trovare sui marketplace e vendere online

di Andrea Boscaro |

Farsi trovare su un marketplace - sia usandolo come un retailer vero e proprio sia vendendo direttamente ai suoi clienti grazie alla sua infrastruttura - può essere interessante come esperimento prima di lanciare eCommerce proprietari.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4bizwww.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Lo scorso 27 novembre è stato evidentemente celebrato anche in Italia il Black Friday, giorno in cui nel mondo anglosassone i negozi – e i siti Internet – tradizionalmente propongono offerte e sconti nella corsa ai regali di Natale.

La sola Amazon in Italia ha dichiarato di aver ricevuto 600 mila ordini ed è ormai evidentemente quanto, insieme ad eBay, rappresenti un canale parallelo di vendita online per le imprese che deve essere preso in considerazione in alternativa o in forma complementare rispetto al sito eCommerce proprietario.

La devono pensare così anche gli artigiani fiorentini che lo scorso ottobre hanno siglato, in un’ottica di collaborazione con le istituzioni, un accordo con Amazon per poter vendere oltre 5 mila prodotti ai clienti di Amazon in Italia e nel Regno Unito.

Farsi trovare su un marketplace – sia usandolo come un retailer vero e proprio sia vendendo direttamente ai suoi clienti grazie alla sua infrastruttura – può essere pertanto interessante come esperimento prima di lanciare eCommerce proprietari, come canale test prima di entrare su un mercato estero, come forma di destocking attraverso una politica commerciale più aggressiva sul fronte del pricing.

I marketplace, generalisti (come Amazon ed eBay) o verticali (come Yoox o Booking), mondiali o geograficamente localizzati (Allegro in Germania e Lemuda nei Paesi arabi), richiedono la stessa attenzione di un sito quanto alla definizione di una strategia che miri a far trovare il prodotto e a venderlo. Occorre pertanto prestare attenzione a:

– una scelta attenta della categoria in cui inserire il bene, soprattutto per quanto riguarda eBay;

– una meticolosa compilazione della scheda prodotto (i cosiddetti “dati strutturati” su Amazon) completa dei codici che aiuteranno le diverse piattaforme nelle ricerche e nelle correlazioni;

– un pensiero equivalente alla cura SEO dei titoli e dei testi così da rendere più facile la trovabilità del testo;

– una valutazione adeguata degli elementi di vendita, anche grazie alle serie storiche presenti su tool come Terapeak.com essendo consapevoli che gli algoritmi interni ai marketplace hanno fattori di rilevanza, ma anche fattori di performance commerciale;

– la predisposizione necessaria a gestire le domande pre-vendita e il customer care, aspetti influenti sulla disponibilità delle piattforme di continuare ad ospitare l’azienda nei propri store online;

iniziative atte a supportare la notorietà della marca.

Come si vede, l’orientamento al cliente finale anziché al merchant rende di grande successo queste piattaforme e consente di valutarle anche in alternativa o in supporto al sito proprietario; non per questo però occorre disinteressarsi a predisporre le condizioni migliori per rendere l’e-commerce di successo.