Vertenza

Tlc in crisi. Vodafone verso il taglio di circa mille dipendenti in Italia

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Vodafone punta a tagliare la forza lavoro in Italia di circa mille unita nell'ambito di un piano di contenimento costi. Allarme dei sindacati: 'Siamo preoccupati di un dimagrimento forte di un’azienda leader del settore'.

La concorrenza spietata e la guerra dei prezzi che da tempo erodono i margini delle telco italiane pesa sugli operatori, costretti a tagliare per restare sul mercato. Una situazione nota già denunciata dall’Asstel, che certifica la contrazione di un settore che soffre. Ne subisce le conseguenze fra gli altri Vodafone, che punta a tagliare la forza lavoro in Italia di circa mille unita, nell’ambito di un piano di contenimento costi da un miliardo. che il colosso britannico delle telecomunicazioni ha annunciato a livello di gruppo e che coinvolge il nostro paese. E intanto dal Governo tante parole, l’annuncio di un tavolo di settore mai avviato, ma alla fine nessun fatto concreto.

Che fine ha fatto il taglio dell’Iva?

E perché le telco non sono state inserite nel novero delle aziende energivore?

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Intanto, i sindacati di settore Slc-Cgil e di Fistel-Cisl danno esito di quanto è emerso in una riunione in mattinata con i vertici dell’azienda: annunciato un piano di circa mille tagli in Italia, dove Vodafone impiega 5.765 persone.

Competitività esasperata

“Il prossimo 13 marzo Vodafone presenterà al sindacato la situazione aziendale e un piano di riassetto dei costi che equivale a circa 1.000 eccedenze di personale”, si legge nei comunicati. “Parliamo di quasi il 20 percento della forza lavoro”. Un piano inevitabile, a questo punto, mentre per assurdo si sente parlare di una possibile nuova asta frequenze per il 6G, quando ancora gli effetti di quella per il 5G sono ancora pesantemente in circolo.

Entrambi i sindacati sottolineano come il settore delle telecomunicazioni in Italia persegua un modello sbagliato, incentrato su “una contrazione delle tariffe causata da una competitività esasperata”. I quattro principali operatori soffrono tutti di questa situazione particolare che riguarda soltanto l’Italia, visto che la industry di per sé a livello europeo è invece in crescita.

Consolidamento

E’ urgente un confronto della industry per capire come uscire da questa situazione e mettere in atto misure capaci di preservare il settore. Un’ondata di consolidamento potrebbe alla fine essere necessaria per un riassetto sostenibile dell’arena. Se ne parla da anni, ma a questo punto sembra uno sviluppo auspicabile. Il dogma del quarto operatore, in Italia, ha portato allo sbarco di Iliad nel nostro paese con quello che ne è conseguito sul fronte della concorrenza sempre più serrata che pesa sui bilanci di tutti i player.

Nelle prossime settimane dovrebbe partire il negoziato sulla gestione dei tagli in Vodafone, che secondo quanto riferito in precedenza da fonti sindacali interessano principalmente le attività di customer care. Di certo saranno messe in atto tutte le misure per accompagnare nel modo più indolore possibile l’uscita dei dipendenti. Ciò non toglie che i sindacati siano sul chi vive. “Siamo preoccupati di un dimagrimento forte di un’azienda leader del settore che lascia presagire nubi nere all’orizzonte sulla volontà di investire per il futuro in Italia”, commenta Alessandro Faraoni segretario generale nazionale della Fistel Cisl.

Sindacati rilanciano un ripensamento della industry

Fistel-Cisl e Slc-Cgil sottolineano come per anni i sindacati abbiano “impostato in questa azienda un lavoro che, partendo dalla contrattazione di anticipo, ha consentito una gestione non traumatica di una fase difficile”.

“Per noi non c’è spazio, in questa azienda come nel resto del settore, per scelte diverse rispetto a quanto fatto sino ad ora”, proseguono le due sigle, che chiedono alle istituzioni di aprire “un ragionamento su tutto il settore”.

Un ragionamento da troppo tempo rimandato, che si fa sempre più urgente anche alla luce delle sorti di Tim, primo gruppo Tlc del paese, e dei ritardi registrati sul fronte della copertura a banda ultralarga del paese. Senza dimenticare il ruolo sempre più centrale delle Big tech, chiamate da più parti a partecipare al finanziamento delle nuove reti in fibra e 5G. Ma anche quando la misura andasse in porto, quanto tempo ci vorrebbe perché diventi concreta? Nuove reti che nel nostro paese vanno a rilento.

Sulla stessa linea Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom: “Come UILCOM faremo certamente le dovute riflessioni all’incontro di lunedì, parliamo di un’Azienda che in 10 anni ha dimezzato il personale (erano più di 10.000 dipendenti), non possiamo continuare a ricevere continui tagli a discapito delle persone che sono le uniche a pagare un prezzo importante – questo vale per Vodafone come per il resto del settore – si legge in una nota – Andremo ad ascoltare ma, allo stesso tempo, manifesteremo tutta la nostra contrarietà ad operazioni che vadano a colpire forzatamente il personale. Conosciamo il contesto del settore delle TLC, siamo i primi a denunciare l’incapacità della politica a trovare la volontà di affrontare concretamente i problemi di questo settore!”.