Strategia

Vivendi: la strategia di Bolloré passa per Berlusconi?

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Bolloré a caccia di soci per allineare il board di Vivendi alla sua strategia. Al vaglio, secondo indiscrezioni, l’ingresso di Mediaset nella holding francese e di Tarak Ben Ammar in Canal+.

La visita oggi a Roma del Ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, per incontrare rappresentanti del governo e i vertici di Telecom Italia, dove da poco i francesi sono primi azionisti con una quota del 14,9% e opzione aperta per arrivare presto al 22%, chiarisce quella che è chiaramente la vocazione della holding.

La mission, sostenuta anche dal presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi, appare chiare dalle parole del Ceo: convergenza tra tlc e media.

La sfida è quella di competere con i grandi player americani, chiaramente i provider di contenuti come Netflix o Amazon, e far nascere da questo matrimonio un operatore globale con sede europea.

La fibra di Telecom serve, eccome, ma per trasportare contenuti, perché è proprio lì che si giocherà la prossima partita su un mercato ormai chiaramente orientato verso il quad play (fisso e mobile, internet e tv).

Le reti ultraveloci serviranno proprio a questo. Saranno le ‘strade’ sulle quali far viaggiare i contenuti.

Il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, lo sa bene. E lo sanno bene anche i vertici di Telecom Italia: senza contenuti non si va da nessuna parte.

Ce lo dice chiaramente l’accordo che l’operatore tlc ha stretto con Sky e quello che sta per siglare con Mediaset.

L’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, lo ha detto chiaramente alcuni giorni fa: “…la logica è trasformare Telecom in una piattaforma aperta per la distribuzione dei contenuti”.

 

Vivendi, dalla sua, può contare su contenuti pregiati, quella della pay tv transalpina Canal+, da sempre alla ricerca di nuovi avamposti europei anche perché non vuole perdere la sfida con Sky, dallo scorso anno trasformata in un grande conglomerato europeo.

I contenuti sono la chiave di tutto.

Non a caso il magnate di Sky, Rupert Murdoch, ha tentato sempre l’anno scorso di acquistare Time Warner, puntando alla sua vasta library di diritti tv.

Anche le web company che forniscono contenuti, sempre più spesso produzioni originali, hanno bisogno di bussare alla porta di chi ne possiede i diritti.

Appare chiaro quindi qual è l’obiettivo di Bolloré.

Il finanziere bretone ha già dato il via una riorganizzazione dei vertici della pay tv per accerchiarsi di uomini più fedeli alla sua strategia.

Di certo sembra altrettanto ovvio che Mediaset voglia far parte di questa partita mentre i francesi hanno bisogno di partner italiani che possano sostenerli nel loro piano.

Anche oggi Puyfontaine non ha completamente chiuso la porta sul possibile accordo con Mediaset che resta un boccone appetibile.

L’azienda della famiglia Berlusconi sembra più favorevolmente orientata verso un ‘accordo francese’ piuttosto che a scendere a patti con le ‘nemico di sempre’, Murdoch, che pare abbia addirittura fatto un’offerta (respinta) per Premium.

Nelle scorse settimane ci sono stati anche alcuni incontri tra i Berlusconi e i Murdoch, ma le parole pronunciate ieri dal presidente del Biscione, Fedele Confalonieri, non lasciano spazio a dubbi: “Con Sky siamo in concorrenza su tutto. Abbiamo una concorrenza feroce”.

Mediaset quindi starebbe più volentieri vicina a Vivendi e alle possibilità che si aprirebbero con Telecom Italia.

Bolloré cerca sostenitori italiani e Fininvest, casa madre di Mediaset, potrebbe fare al caso suo.

Come?

In queste ultime ora si sta aprendo una nuova pista. Fininvest potrebbe entrare nel capitale di Vivendi con una quota del 5-7%, poco, ma funzionale alla strategia di Bolloré che avrebbe un ulteriore socio dalla sua.

L’uomo chiave di questo piano potrebbe essere il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, amico di lunga data di Bolloré e di Silvio Berlusconi. Grande conoscitore del mercato televisivo e vicino agli ambienti dell’alta finanza. Secondi fonti francesi, Ben Ammar potrebbe avere un incarico di primo piano dentro Canal+.

Grazie a Mediaset e a Ben Ammar, Bolloré potrebbe creare un gigante europeo dell’audiovisivo in grado di competere ad armi pari con il colosso americano del video streaming, Netflix, che in Francia minaccia già dallo scorso anno la crescita di Canal+, inondando il mercato europeo di film e serie americane.

Per realizzare questo progetto, Bolloré ha bisogno di poter far completo affidamento su Vivendi, il 2° gruppo di entertainment del mondo dietro Walt Disney, ecco che allora il possibile ingresso di Fininvest nel board potrebbe essere la soluzione.