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Ultrabroadband. Guidi ‘Più concorrenza con modello diretto. Presto ok Ue’

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'Il modello scelto per le aree bianche garantirà la partecipazione a tutti gli operatori interessati a realizzare e gestire le infrastrutture e a fornire il servizio di accesso alla rete indipendentemente dal settore industriale di riferimento' ha detto il Ministro.

Il modello ‘diretto’ privilegiato dal Governo per la realizzazione della rete a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato, facendo sì che la titolarità della rete resti in capo allo Stato, “promuove la trasparenza e la concorrenza”, garantendo “la partecipazione a tutti gli operatori interessati a realizzare e gestire le infrastrutture e a fornire il servizio di accesso alla rete indipendentemente dal settore industriale di riferimento sia esso telecomunicazioni, energia o altro”.

E’ quanto ha affermato durante il question time alla Camera il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, interpellato in merito allo stato di avanzamento del “Piano per la banda ultralarga” e della “Strategia per la crescita digitale 2014-2020” del Governo.

Il piano del Governo, ha detto il Ministro,“sarà a breve notificato alla Commissione europea e confidiamo di ricevere il via libero definitivo in tempi rapidi”.

“La dimensione delle aree messe a gara sarà definita in modo da favorire la più ampia partecipazione degli operatori e al raggiungimento delle economie di scala necessarie a minimizzare i costi”, ha assicurato il ministro Guidi, ricordando che allo scopo di ridurre tempi e costi di implementazione, il Governo la scorsa settimana ha recepito la Direttiva europea 61 del 2014.

Quanto alla indicazione del Comitato per la diffusione della banda ultralarga (Cobul) di privilegiare l’intervento diretto piuttosto che un contributo a fondo perduto agli operatori privati o una partnership pubblico-privato quale strumento di stimolo della diffusione delle reti a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato, la scelta è stata dettata anche “…in considerazione del complesso scenario delineatosi anche a seguito della consultazione pubblica” indetta da Infratel.

Il ministro ha ricordato che il fabbisogno complessivo per la diffusione della banda ultralarga in Italia corrisponde a 12,3 miliardi di euro e sarà finanziato in parte dal fondi pubblici, 7 miliardi, e in parte da investimenti privati (5,3 miliardi).

Con il piano degli investimenti dell’agosto 2015, ha ricordato il Ministro, il Governo “ha provveduto a individuare prima di tutto una pluralità di modelli di intervento poi le aree candidate all’intervento e da ultimo la stima del fabbisogno complessivo”.

In questo quadro, per realizzare la rete ultrabroadband nelle aree bianche, lo scorso agosto il Cipe ha assegnato fondi pubblici per 2,2 miliardi di immediata attivazione a valere sul Fondo nazionale di Sviluppo e Coesione 2014-2020. A tali risorse si aggiungono 1,2 miliardi dei Fondi strutturali comunitari sempre afferenti alla programmazione 2014-2020 che saranno apportati dalle Regioni e 230 milioni del Programma operativo nazionale.

Queste risorse saranno ripartite secondo quanto stabilito dall’accordo quadro dell’11 febbraio tra la presidenza del consiglio, il Mise e le Regioni.