La classifica

Transizione digitale: ecco le città mondiali più innovative. Troppo lente le europee, sorpresa USA

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Nuova edizione dell’Innovation Cities Index: è Tokyo la città più hig-tech, sostenibile, dall’economia più dinamica e più performante contro il Covid-19. Più della metà della classifica è occupata da città americane. Male le europee, malissimo le italiane: Milano al 63° posto, Roma al 93° su 100 totali.

In epoca di pandemia di Covid-19 le tecnologie digitali ed informatiche hanno dato una grande mano nel contrasto al virus, nel salvare la vita a molti pazienti, nel rendere le strutture sanitarie ed ospedaliere più all’avanguardia e in grado di offrire servizi e prestazioni di alto livello, nel sostenere la ripresa economica, soprattutto in città.

È nei centri urbani che ovviamente si concentrano i massimi livelli di innovazione tecnologica, ma anche dove si compiono i primi decisivi passi per avviare o accelerare la transizione digitale ed ecologica. Saranno i grandi centri urbani la vera spia del cambiamento di cui tanto si parla, qui ci renderemo conto se gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti e di neutralità climatica che si sono dati i Governi sono o meno a portata di mano.

Qui, inoltre, si potranno valutare le grandi trasformazioni tecnologiche che stanno agendo nell’economia e nell’industria, così come nei trasporti e nel settore energetico.

Tokyo, Boston e New York sul podio mondiale

Secondo l’ultima classifica mondiale delle città più innovative al mondo, realizzata dalla data innovation agency 2thinknow, la città che più di altre ha registrato ottimi punteggi in termini di applicazioni tecnologiche, capacità digitale e prestazioni efficaci nel contrasto alla pandemia, è Tokyo.

Al secondo posto, a pari punteggio con la megalopoli giapponese, 56 su 60, si classifica l’americana Boston, seguita al terzo posto da New York a completare il podio più alto.

Le città americano rappresentano il 54% del totale (100 città) del ranking globale proposto nella quattordicesima edizione dell’Innovation Cities Index.

Questo risultato dei centri urbani statunitensi è considerato molto rilevante, perché è la prima volta negli ultimi 15 anni che accade una cosa del genere, e per certi versi inaspettato, visti i problemi che l’intero Paese ha dovuto affrontare in termini di emergenza sanitaria legata alla pandemia e di crisi economica e sociale ad essa legate.

La transizione digitale troppo lenta delle città europee. Roma e Milano nella metà di destra

Discorso diverso per l’Europa, invece, dove le principali città non hanno brillato in nessuna categoria, con i migliori piazzamenti dovuti ai risultati di Parigi al 10° posto e di Londra all’11°, seguite da Stoccolma al 16°, Vienna al 22°, Amsterdam al 24° e Oslo al 25°.

Stoccolma e Oslo, nonostante il posizionamento non eccellente, hanno comunque registrato rispettivamente una crescita di 16 e 17 posizioni, rispetto al 2019.

La transizione digitale in Europa risulta quindi lenta e di conseguenza sono lenti a venire i risultati e i vantaggi per imprese e cittadini. Cosa che si rispecchia nella classifica stessa.

Solo Stoccolma ha registrato ottime performance nel sostegno alla startup economy e nell’impiego di tecnologie digitali per lo sviluppo di nuovi servizi al pubblico, con ricadute positive anche nel contrasto al Covid-19.

Male le città italiane e le uniche a comparire in classifica sono Milano al 63° posto e Roma al 93°.

Altri parametri utilizzati per calcolare il punteggio di ogni singola città, oltre la transizione digitale, è la capacità di ripresa e resilienza, il panorama delle startup innovative, l’impiego e lo sviluppo di nuove tecnologie, le smart city, la scienza, l’ingegneria, la creatività, la mobilità alternativa e pulita e i dati sulla pandemia di Covid-19 e su come si è cercato di affrontarla.