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ICT, spesa PA italiana cresce del 5,8%.  Butti: “E’ motore trainante dell’innovazione e della trasformazione digitale”. I Report

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I nuovi Report AgID sulla spesa ICT nella PA e nella sanità pubblica territoriale. Il Sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica: “Stiamo lavorando per promuovere un ambiente favorevole all’innovazione tecnologica”; "Il Fascicolo Sanitario Elettronico entra nella fase operativa". La spesa ICT nella PA è attesa crescere anche nel prossimo triennio grazie ai fondi del PNRR.

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La PA italiana torna a investire in piattaforme, infrastrutture e servizi

La Pubblica Amministrazione (PA) italiana continua il suo percorso di trasformazione digitale e secondo gli ultimi dati diffusi dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) la spesa in soluzioni ICT (Information and communication technologies) sono state pari a più di 7 miliardi di euro durante il 2022, in crescita del 5,8%.

Gli investimenti maggiori hanno riguardato i segmenti piattaforme e infrastrutture, rispettivamente con una quota del 49% e del 20%. Subito dopo ci sono i servizi, con il 14%, i dati, con l’8%, la sicurezza informatica, con il 4%, chiudono con il 3% la governance e con il 2% l’interoperabilità.

Migliora anche l’indice di digitalizzazione complessivo delle PA ed è cresciuta la percentuale di amministrazioni appartenenti ai cluster dei Digital leader (12%) e degli Advanced (66%), mentre cala quello delle PA classificate come Digital starter (21%) e Growing (1%).

Questi alcuni dei dati contenuti nei due Report “La spesa ICT nella PA italiana 2022” e “La spesa ICT nella sanità territoriale 2022”, pubblicati oggi dall’AgID nell’ambito delle attività relative al “Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione”.

Il Sottosegretario Butti: “Stiamo lavorando per promuovere un ambiente favorevole all’innovazione tecnologica

Secondo il Sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, la crescita degli investimenti in soluzioni ICT da parte della PA italiana “rappresenta il motore trainante dell’innovazione, dell’efficienza e della trasformazione digitale. Stiamo lavorando per promuovere un ambiente favorevole all’innovazione tecnologica, investendo nelle infrastrutture digitali per garantire una connettività rapida e affidabile su tutto il territorio nazionale”.

Se vogliamo migliorare i servizi offerti a cittadini e imprese, la Pubblica Amministrazione italiana deve essere all’avanguardia nell’adozione delle tecnologie digitali. Per questo i nostri sforzi sono volti a rafforzare efficienza, trasparenza e accessibilità, grazie ad un utilizzo intelligente dell’ICT”, ha aggiunto Butti.

Secondo le stime dei due Report, la spesa ICT nella PA continuerà a crescere nel prossimo triennio, anche grazie ai fondi del PNRR.

In giornata il Sottosegretario ha annunciato anche il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni sul decreto relativo al Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0.

PA sempre più nel cloud

Si può dire, inoltre, che l’uso del cloud è ormai pienamente diffuso nel suo impiego tra le PA del territorio nazionale.

Fanno ricorso al cloud il 100% delle PA locali, il 95% delle Regioni e Province autonome e l’89% delle PA centrali.

Sempre più cittadini utilizzano il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), la carta d’identità elettronica (CIE) e la Carta Nazionale dei Servizi (CNS) per accedere ai servizi offerti dall’amministrazione pubblica, mentre cala quello tradizionale di nome utente e password.

Spesa ICT della PA

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L’analisi dei dati raccolti mostra, nel periodo 2021-2024, un trend in crescita della spesa ICT della PA (+5,2%), motivato in misura decrescente dalla risposta alla pandemia, i cui effetti risultano infatti ormai residuali, e in misura crescente, soprattutto nei valori previsionali, dall’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

La maggior parte dei progetti ha riguardato l’evoluzione dei servizi al cittadino, in ottica digital e mobile first. In particolare, la componente Education segna un aumento del 17,5% e un valore pari a 470 milioni di euro, per supportare la digitalizzazione delle attività didattiche attraverso la crescente adozione di sistemi di videoconferenza, oltre che di strumenti per la gestione della relazione docenti-allievi-genitori (es. registro elettronico).

Tra gli ambiti principali di investimento che sosterranno la crescita nei prossimi anni si evidenziano: la cybersecurity, da rafforzare in tutti i comparti della PA; la migrazione verso il cloud che riguarderà gli enti della PA che dovranno attuare la Strategia Cloud Nazionale; le piattaforme dati; l’evoluzione dei servizi online a cittadini e imprese e dei sistemi di autenticazione e dei pagamenti online; l’identità digitale nazionale unica, propedeutica all’evoluzione verso il portafoglio elettronico (EUDI Wallet).

Una quota rilevante di enti, inoltre, si è concentrata sul rinnovo di reti e infrastrutture, per supportare lo smart working che nel 2021 è stata ancora la modalità di lavoro prevalentemente adottata, considerato il prolungarsi della pandemia. 

Spesa ICT nella sanità territoriale

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Molto più variegato il panorama della spesa ICT della sanità pubblica territoriale in Italia e per quel che riguarda le tipologie di progetti presentati si registra una forte focalizzazione sui progetti di “cybersecurity”, segno della crescente sensibilità e attenzione verso questo tema, con l’avvio di numerose iniziative, in particolare nel 2023.

Il Rapporto evidenzia inoltre come la “telemedicina” rappresenti tuttora un ambito importante di investimento, con l’avvio di un numero significativo di progetti nel 2022 e nel 2023. Spesa questa che indirizza anche la crescita delle attività sulle infrastrutture, per la necessità di ammodernare ed estendere i sistemi, procedere alla migrazione verso il cloud o rinnovare reti e infrastrutture abilitanti i servizi di assistenza e monitoraggio a distanza.

Anche i progetti in materia di “cartella clinica elettronica” registrano un’accelerazione rispetto al passato, sostenuti dall’esigenza di estenderne l’adozione all’intera struttura ospedaliera e di rafforzare i servizi di telemedicina, che hanno spesso determinato la necessità di integrare e ampliare le funzionalità su questo fronte.