Le reazioni

Tim-KKR, da Salvini ai sindacati. Le reazioni della politica

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L'interesse del fondo Usa KKR per Tim accende la politica. Preoccupazione bipartisan da Salvini ai sindacati, numerose le reazioni e le prese di posizione ufficiali.

L’interesse del fondo Usa KKR per Tim accende la politica. Da Salvini ai sindacati, numerose le reazioni e le prese di posizione ufficiali.

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Tim: Salvini, no operazione a rischio spezzatino. Cambio vertici

“A Tim, e quindi all’Italia, servono un partner ed un piano industriale che valorizzino e rafforzino l’azienda, non un’operazione finanziaria che rischia di portare ad uno spezzatino di una realtà così importante per il Paese“.E’ il parere del leader della Lega, Matteo Salvini. “Inoltre, visti i non brillanti risultati degli ultimi mesi, il cambio ai vertici auspicato da più parti pare tema non più rinviabile”, nota.

Tim: Delrio (Pd), il Governo deve essere un arbitro parziale, difenda i cittadini

“La cosa più importante di tutte per la crescita e la democrazia, è che in Italia vi sia l’ambizione ad una rete unica sotto il controllo pubblico. E ciò che serve al Paese è la sicurezza della rete infrastrutturale e dei nostri dati”. Con queste parole l’ex ministro ed ex capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, interpellato da ‘Affaritaliani.it‘, commenta la proposta ‘amichevole’ d’acquisto di Tim da parte di Kkr, il fondo infrastrutturale americano con il quale è già stata avviata una collaborazione in FiberCop. E alla domanda relativa al ricorso allo strumento del ‘golden power’ da parte del Governo Draghi, Delrio ha risposto: “Il Governo ha scelto di essere arbitro in questa fase ma deve essere un arbitro parziale, cioè difendere i cittadini e loro diritto alle opportunità che offre la rete. L’utilizzo e il grande potere della rete non devono assolutamente essere condizionato da interessi esterni privati o di altre nazioni”.

Il parlamentare conclude sottolineando che “abbiamo già una società pubblica, Open Fiber, fatta nascere da noi nel 2015 con questi obiettivi, che sta cablando tutta l’Italia. Cassa depositi e prestiti, ha una sua presenza in Tim importante e quindi lo Stato ha strumenti normativi e di mercato adeguati per vigilare”.

Tim: Misiani (Pd), governo segua con attenzione futuro asset

“Le reti TLC sono un asset strategico del Paese e un punto chiave del Pnrr. Per questo il futuro di Tim va seguito dal governo con la massima attenzione, rapportandosi con il Parlamento e mettendo al centro l’occupazione e la sicurezza nazionale”. Così su twitter Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze della segreteria Pd.

Tim, Meloni: FdI chiede al Governo di riferire subito in Parlamento

“Fratelli d’Italia chiede al Governo di riferire subito in Parlamento sul dossier Tim, che tocca uno dei settori strategici della nostra Nazione. Al momento non risulta che il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, si sia mosso per capire quali siano le reali intenzioni del fondo statunitense KKR e a cosa sia finalizzata la loro proposta d’acquisto: se al rilancio dell’azienda o allo smembramento e alla successiva vendita degli asset. Nessuna parola dall’Esecutivo Draghi è arrivata neanche sul tema della tutela dei lavoratori e delle loro competenze. Il silenzio è preoccupante e Fratelli d’Italia chiede chiarezza”. Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Tim: Butti (FdI), Conte e Draghi hanno umiliato il sistema

“Sulla vicenda Open Fiber – Tim lasciano interdetti il comunicato di ieri sera del MEF, che evita qualunque riferimento all’interesse nazionale e l’imbarazzato silenzio di Draghi, del Ministro dell’Innovazione e del Mise. Per Fratelli d’Italia, così come sosteniamo da moltissimo tempo, è impensabile una duplicazione della rete in capo a soggetti partecipati dal controllo pubblico e in falsa concorrenza sul medesimo mercato. La stessa Commissaria europea Vestager lo ha confermato seppur anche lei, cosi come la sinistra italiana oggi, in clamoroso ritardo. La nostra proposta, anche industriale, è chiara e continueremo ad assumerci le nostre responsabilità politiche presentandole all’intero ‘Sistema’. È in ballo un ricco e irripetibile progetto di sviluppo politico, sociale e industriale sul quale non possiamo deflettere. I governi Conte e Draghi hanno umiliato il Sistema industriale italiano preferendogli tecnologie straniere e questo non è più tollerabile. Non dobbiamo ingrassare il PIL altrui, soprattutto su questioni di sicurezza strategica. L’Italia si consulti con altri Paesi ma decida in autonomia e senza cercare placet in Europa”. Lo dichiara Alessio Butti, deputato e responsabile Tlc di Fratelli d’Italia.

Tim: Tofalo (M5s); tlc strategiche, Cdp salga a maggioranza Fusione con Open Fiber e creazione nuova service company

“Le Telecomunicazioni sono un settore strategico. Su Tim si adotti un approccio internazionale. Cdp salga alla maggioranza, subito spin-off della rete, fusione con Open Fiber e nuova “service company” che promuova almeno il 50% di tecnologia italiana. Il management sia valutato sui risultati, se questi non arrivano subito un passo indietro”. Così il deputato Angelo Tofalo (M5s).

TIM, Papatheu (Fi): bisogna tutelare l’interesse nazionale

“La vicenda di Tim deve essere seguita con la massima attenzione da parte di Parlamento e governo. Le dinamiche di mercato vanno rispettate, certo, ma bisogna tutelare anche e soprattutto l’interesse nazionale”. Lo afferma in una nota la senatrice di Forza Italia e promotrice dell’intergruppo parlamentare per l’inclusione digitale, Urania Papatheu. “Occorre scongiurare il rischio che un’azienda così importante e strategica per il nostro Paese possa finire in mani straniere”, aggiunge la parlamentare azzurra.

Tim: Vito (FI), siamo tutelati dalle nostre normative 

“E’ evidente che in questa vicenda sono in ballo grossi interessi nazionali, non solo economici. Sul rinnovato intervento di fondi americani non avrei particolari perplessità, perché siamo già adeguatamente tutelati dalle nostre normative interne, come quella del golden power”. A dirlo è Elio Vito, in una intervista a Formiche.net. “Mentre più complessi possono essere i profili che riguardano potenziali conflitti di interesse e tra settori contigui di azionisti italiani ed europei, pure su questi aspetti comunque ci sono le nostre competenti autorità a vigilare”, aggiunge il deputato e componente FI del Copasir.

Tim: Gasparri (FI), confronto anche in Parlamento 

“All’interno di Tim c’è una rete di telecomunicazione strategica per il Paese. Massima cautela sulle decisioni che riguardano una struttura fondamentale. Su questo tema ci si dovrà confrontare non solo nel Governo ma anche in ambito parlamentare”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, in merito all’Opa amichevole e non vincolante ventilata dal fondo Usa Kkr su Tim.

Tim, Ferro (FI): tutela interesse nazionale, ministri si facciano sentire

“Il disastro delle privatizzazioni all’italiana è sul punto di concludersi con la nostra prima società di telecomunicazione ceduta a un fondo Usa”. Lo dichiara il senatore Massimo Ferro, responsabile economico di Forza Italia, in una nota. “Il Governo può evitarlo esercitando il Golden power e scegliendo la via della nazionalizzazione, almeno delle reti. Si tutelerebbe l’interesse nazionale. Sono certo che i nostri ministri faranno sentire chiara e forte la nostra voce al presidente Draghi“, conclude.

Tim: Paglia (Si), governo eserciti la golden power 

“Il disastro delle privatizzazioni all’italiana è sul punto di concludersi con la nostra unica azienda di telecomunicazioni in mano a un fondo Usa. Il governo italiano può evitarlo esercitando il Golden Power e scegliendo la via della nazionalizzazione, almeno delle Reti.” Lo afferma il responsabile nazionale economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia. “Si chiama interesse nazionale – conclude l’esponente della segreteria nazionale di SI – e dovrebbe capirlo persino il governo Draghi e la sua maggioranza”.

Torino: Landini, su Tim non commettere stesso errore fatto con privatizzazione Telecom

“Sulla proposta del fondo americano per Tim non bisogna commettere gli stessi errori fatti con la privatizzazione di Telecom, che portò ad una dispersione delle competenze che oggi ci servono”. Lo ha affermato il segretario della Cgil Maurizio Landini a margine dell’incontro con i lavoratori nella sede Iren di corso Svizzera a Torino. “Il governo deve dare indirizzi e condizioni, non lasciare fare al mercato, su un settore strategico come quello delle telecomunicazioni dove il nostro paese è indietro – ha continuato Landini -. Più in generale, sulle delocalizzazioni noi dobbiamo affrontare il tema non solo a livello legislativo ma progettuale. Penso ad esempio al settore della mobilità e dell’automotive che è quello più colpito da questo fenomeno. Oltre a delle leggi per frenare le delocalizzazioni, bisogna pensare anche a dei progetti per il rilancio di questo e altri settori”, ha concluso.

Tim, Capone (Ugl): Governo valuti ricorso a Golden power. Tutelare gli interessi nazionali

“La rete delle telecomunicazioni è un’infrastruttura strategica che va difesa da potenziali minacce per la sicurezza nazionale. In merito alla manifestazione di interesse all’acquisizione di Tim da parte del fondo americano Kkr, il Governo valuti il ricorso al ‘golden power’. Gli interessi del Paese, fra cui la protezione dei dati sensibili, vengono prima delle logiche di mercato”. Lo ha detto il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, in merito alla presentazione di un’offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni di Tim, da parte del fondo americano Kkr. “Chiediamo un confronto per discutere di un piano industriale che acceleri la creazione di una rete unica, indispensabile per connettere il territorio e favorire il processo di digitalizzazione. In tal senso, occorrono investimenti infrastrutturali per rilanciare il settore delle telecomunicazioni, salvaguardare i livelli occupazionali e garantire lo sviluppo e la modernizzazione del Paese”, ha concluso.

Ugliarolo (Uilcom Uil): pronti a mobilitarci per difendere un patrimonio del nostro Paese

‘Stiamo seguendo l’evoluzione della nuova puntata che riguarda l’ex monopolista delle telecomunicazioni, pronti a mobilitarci per difendere un patrimonio del nostro Paese”. Cosi il segretario generale della Uilcom Uil, Salvo Ugliarolo: ”Ci sembra di ritornare indietro nel tempo, rispetto alle notizie che si stanno diffondendo in queste ore”, aggiunge.

‘Purtroppo anche in questo caso, la nostra classe politica sta partecipando da spettatore passivo a tutto questo”, osserva Ugliarolo. ”Il silenzio assordante del ministro Giorgetti sta diventando imbarazzante. Si rischia di vanificare quanto fatto in questi ultimi anni da parte di questo manager e fare ripiombare il gruppo nella totale incertezza sia in termini di garanzia di perimetro che di difesa dei livelli occupazionali”.

Nota congiunta di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil

Siamo Sorpresi e trasecolati rispetto a quanto indicato nel comunicato stampa n. 217 redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze di domenica 21 novembre in merito alla vicenda TIM – Rete Unica.

In un Paese dove il settore delle Telecomunicazioni è stato lungamente martoriato a partire dalla scellerata privatizzazione della TELECOM ITALIA, realizzata dallo STATO nel lontano 2000, e nel quale a differenza di altre importanti nazioni europee i primi quattro operatori di telecomunicazioni del
Paese sono in mani straniere, leggere che il mercato valuterà la solidità del progetto è per noi a dir poco lunare.

Ci domandiamo che ruolo ha la politica tutta e la golden power rispetto ad una tema strategico come le RETE demandato nell’ennesimo gruppo di lavoro governativo e di esperti, tutto ciò non può che farci sobbalzare dalla sedia.

Negli anni pre-pandemia abbiamo evidenziato e recapitato ai Ministeri competenti molteplici documenti con all’interno varie ed importanti proposte sulla RETE e sul settore delle TLC. Da lungo tempo SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL con le loro Federazioni, in tutti i consessi possibili evidenziano le criticità del settore che pur essendo da tutti considerato strategico per il PAESE, da dieci anni perde ricavi e marginalità e non ha un chiaro indirizzo politico.

In questi ultimi mesi abbiamo chiesto formalmente di essere convocati al MISE – Ministero dello Sviluppo Economico – senza successo, un silenzio assordante, eppure non sarà sfuggito quanto fondamentale sia stata la RETE ed il settore delle TLC durante la fase acuta della pandemia dove circa 60 milioni di italiani hanno comunicato e lavorato grazie a questo comparto.

La RETE ed il settore delle TLC sono centrali per portare il PAESE a cogliere gli importanti e sfidanti obiettivi relativi alla digitalizzazione ed innovazione, quelli indicati nel PNRR, avere notizia che un gruppo di lavoro è deputato a seguire una vicenda strategica per il PAESE sulla quale i riflettori sono puntati da decenni ci amareggia fortemente.

Aver superato il memorandum di intesa della fine di agosto 2020 tra TIM e CDP finalizzato alla realizzazione del più ampio progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber ha prodotto una nuova impennata della fragilità della Governance di TIM ed allontana le forti prospettive di modernizzazione del Paese.

Non averci convocato e non essere ascoltati dalle Istituzioni governative coinvolte, in un contesto che evolve vorticosamente, non è uno sgarbo alle Organizzazioni sindacali confederali ma a decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori occupati nel gruppo TIM e nel settore TLC, cittadine e cittadini dell’Italia.

La difesa degli attuali livelli occupazionali ed il loro sviluppo non possono passare dal rimanere in attesa di cosa farà il mercato o da un gruppo di lavoro, la politica nella sua più alta rappresentazione ovvero i Ministri ed il Presidente del Consiglio prenda una posizione urgente e chiara che preservi le infrastrutture del Paese e gli occupati del settore!