Le nomine

Tim, Cda a trazione Vivendi. Giuseppe Recchi confermato presidente

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Vivendi vince sul filo di lana il duello in assemblea e porta a casa 10 membri del Cda, lasciando ad Assogestioni gli altri cinque posti. Giuseppe Recchi confermato presidente, Arnaud De Puyfontiane vice.

Giuseppe Recchi confermato presidente esecutivo di Tim, Arnaud de Puyfontaine assume la carica di Vice Presidente (senza deleghe, come da statuto) mentre Flavio Cattaneo resta, come ampiamente previsto, amministratore delegato della società. Questo l’esito dell’odierno Cda di Tim, il primo dopo il rinnovo del consiglio di amministrazione deliberato ieri in assemblea.

 

Le deleghe

Il Cda ha inoltre conferito le seguenti deleghe al presidente Recchi: l’identificazione delle linee guida dello sviluppo del Gruppo, d’intesa con l’Amministratore Delegato, e la supervisione dell’elaborazione e della realizzazione dei piani strategici, industriali e finanziari; la supervisione della definizione degli assetti organizzativi, dell’andamento economico e finanziario, del processo di definizione delle linee guida del sistema di controllo interno e gestione dei rischi; la responsabilità organizzativa di Legal Affairs, Institutional Communication, Public Affairs, Brand Strategy and Media e Corporate Shared Value, nonché il governo della Fondazione TIM; la supervisione in materia di security e sulla società TI Sparkle; la rappresentanza della Società e del Gruppo nei rapporti esterni con le autorità, le istituzioni e gli investitori.

Al Vice Presidente De Puyfontaine risultano attribuite le sole funzioni vicarie, come da statuto, senza conferimento di deleghe, mentre all’Amministratore delegato Cattaneo, oltre alla rappresentanza legale, come da Statuto, sono attribuiti tutti i poteri necessari per compiere gli atti pertinenti all’attività sociale, ad eccezione dei poteri riservati al Consiglio di Amministrazione e di quelli delegati al Presidente Esecutivo; la responsabilità relativa al governo complessivo della società e del gruppo, e dunque la responsabilità di definire, proporre al Consiglio di Amministrazione e quindi attuare e sviluppare i piani strategici, industriali e finanziari, la responsabilità di definire gli assetti e tutte le responsabilità organizzative per garantire la gestione e lo sviluppo del business in Italia e Sud America.

L’assemblea di ieri

Vivendi ha vinto sul filo di lana il duello in assemblea e porta a casa 10 membri del Cda, lasciando ad Assogestioni gli altri cinque posti del consiglio di amministrazione ridotto nell’occasione da 17 a 15 membri. Intanto Vivendi ha offerto concessioni all’autorità antitrust europea che sta valutando l’ipotesi di controllo di fatto di Tim notificato a Bruxelles da parte del gruppo francese.

In consiglio d’amministrazione, per tre anni, entrano con Vivendi Arnaud de Puyfontaine, Hervé Philippe, Frederic Crepin, Giuseppe Recchi, Flavio Cattaneo, Felicité Herzong, Franco Bernabè, Marella Moretti, Camilla Antonini, Anna Jones. Con la lista di Assogestioni entrano nel board Lucia Calvosa, Francesca Cornelli, Dario Frigerio, Danilo Vivarelli, Ferruccio Borsani.

A questo punto, un’ipotesi sul tappeto è che Giuseppe Recchi resti alla presidenza ad interim, per passare il testimone al candidato “prescelto” di Vivendi, il Ceo Arnaud De Puyfontaine, in attesa del responso della Commissione Europea sul “controllo di fatto” di Tim e avere un quadro completo della posizione di Bruxelles. Il responso della Commissione Europea, atteso per il 12 maggio, è stato posticipato al 30 maggio e quindi per ragioni di opportunità l’eventuale passaggio della presidenza a De Puyfontaine potrebbe avvenire dopo l’esito dell’istruttoria.

Vivendi-Mediaset

Vivendi ha un anno di tempo per rimuovere la sua posizione dominante nel mercato dei media e delle telecomunicazioni italiane, diminuendo le sue quote in Mediaset (di cui è il secondo azionista con il 29%) o in Tim (di cui è il primo azionista con il 24%). Il gruppo francese entro 60 giorni dovrà presentare all’Autorità uno “specifico piano d’azione” che la società intende adottare per ottemperare all’ordine, pena una multa compresa fra il 2% e il 5% del fatturato.

E’ questo in sintesi l’esito dell’istruttoria dell’Agcom, avviata il 21 dicembre del 2016 sulla scalata del gruppo francese nel capitale di Cologno Monzese, con cui è in corso un pesante scontro legale sulla mancata acquisizione di Premium.

Primo trimestre

A livello di Gruppo, Tim ha comunicato due giorni fa i risultati relativi ai primi tre mesi dell’anno in ulteriore miglioramento rispetto ai già positivi mesi precedenti; si segnalano, in particolare, ricavi a 4,82 miliardi di euro, in crescita di 8,5 punti percentuali rispetto al dato relativo al primo trimestre 2016 e Ebitda a 2 miliardi di euro, in progressione, in termini organici ed escludendo l’effetto degli oneri non ricorrenti, di 15,6 punti percentuali negli ultimi 12 mesi.

Con questa trimestrale chiudiamo un triennio di lavoro del Consiglio di Amministrazione, durante il quale siamo sicuri di aver avviato una importante trasformazione dell’azienda e i risultati ci stanno dando ragione“, ha commentato il Presidente Esecutivo Giuseppe Recchi.

L’accelerazione sulle reti di nuova generazione in Italia e in Brasile abilita la trasformazione del business – ha detto l’Amministratore Delegato Flavio Cattaneo – Abbiamo restituito il segno positivo a tutti i parametri in entrambi i mercati. Sul domestico, all’aumento della clientela in fibra e 4G si accompagna, al netto delle normalizzazioni, la stabilizzazione dei ricavi da servizi già in questo trimestre e mi aspetto che nel prossimo trimestre i ricavi da servizi domestic torneranno a crescere”.