Nuova fase

Tim, per il dopo Cattaneo Cassiopea in stand-by e accordo con Canal+. Serie A nel mirino?

di |

Il Cda di Tim ha approvato a maggioranza il divorzio dall’ad Flavio Cattaneo, che lascia con una buonuscita di 25 milioni di euro. La nuova fase si apre con la riapertura del dialogo con il Governo sulla banda ultralarga. Nuovo canale pay in vista?

Il Cda di Tim ha approvato ieri, a maggioranza, la risoluzione consensuale del contratto con l’amministratore delegato Flavio Cattaneo, che lascia il timone dell’azienda con una buonuscita complessiva di 25 milioni di euro. Cattaneo lascerà la carica di ad il 28 luglio dopo l’approvazione della semestrale del 27 luglio e la conference call con gli analisti del giorno dopo, e la carica di direttore generale il 31.

La buonuscita

“L’accordo prevede l’erogazione a Cattaneo, alla cessazione del rapporto, dell’ammontare lordo di 22.9 milioni di euro a titolo di transazione riferiti ai compensi dovuti al Dott. Cattaneo sulla base del suo contratto con la Società, considerati in particolare il cosiddetto Special Award e l’MBO, in relazione all’attività già resa come Amministratore e al valore che risulta creato sulla base dei dati oggi disponibili – si legge nella nota diramata ieri – L’accordo, inoltre, prevede l’erogazione a Cattaneo dell’importo lordo di 2.1 milioni di euro a titolo di corrispettivo di un patto di non concorrenza, di non sollecitazione e non storno della durata di un anno nei confronti dei principali concorrenti di TIM in Italia e in Brasile, soggetto a claw-back in caso di violazione di tali obblighi (nonché il trasferimento di alcuni strumenti aziendali). La società informa che Cattaneo detiene oggi n. 1.500.000 azioni ordinarie della Società”.

La successione

“Il Consiglio di Amministrazione ha dato avvio al piano di successione dell’Amministratore Delegato che, con il presidio del Comitato Nomine e Remunerazione, sarà oggetto di ulteriori determinazioni nella riunione già convocata per il 27 luglio”, si legge nella nota.

Secondo le voci più accreditate Vivendi, socio di maggioranza relativa con il 23,9%, intende assegnare le deleghe operative all’israeliano Amos Genish, attuale Chief convergence officer della conglomerata transalpina, con un passato al vertice di Gvt e Telefonica Brasil, indicato come prossimo direttore generale, che tuttavia per il patto di non concorrenza che ancora lo vincola sul Brasile, non potrà occuparsi del paese sudamericano fino alla fine del 2018. Le competenze di Genish nelle Tlc sono viste come un plus dagli analisti. Ad affiancarlo in triumvirato si parla dell’ex presidente Giuseppe Recchi, attuale vicepresidente indicato come nuovo amministratore delegato o vice presidente esecutivo, con deleghe importanti su Sparkle e sicurezza e probabilmente anche sul Brasile. A chiudere il trio Arnaud De Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi e già presidente di Tim.

Priorità alla fibra 

Dopo i ringraziamenti di rito a Flavio Cattaneo,  al quale Tim riconosce “l’esecuzione della importante e straordinaria fase di turnaround aziendale (fatta da tutti i  trimestri positivi in ogni linea che dimostrano un importante lavoro di riorganizzazione dei processi interni, piano di efficienza sui costi no core, piano dei ricavi che ha portato la Società ad incrementare i clienti e i ricavi come mai raggiunti negli ultimi 10 anni, incrementare gli investimenti core portando la Società a recuperare la leadership nel mobile (download) e coprire circa il 70 % del paese con la fibra)”, le strade si dividono.

La seconda fase del piano di rilancio aziendale proseguirà nel solco degli obiettivi prefissati da Cattaneo, “primo fra tutti il piano fibra”, aggiunge la nota di Tim.

Cassiopea in stand-by

Ma a quanto pare, secondo la Reuters, una cesura netta col passato della nuova fase di Tim si avrà con il congelamento del progetto Cassiopea, elaborato dall’azienda per portare la banda ultralarga in Fttc (tramite upgrading della rete in rame) nelle aree bianche a fallimento di mercato, in concorrenza con Open Fiber, motivo scatenante del muro contro muro ingaggiato da Flavio Cattaneo con il Governo sui bandi Infratel, che secondo Cattaneo sarebbero stati disegnati per far vincere la società controllata da Enel e Cdp. Potrebbe quindi riaprirsi il tavolo sulla società unica della reti, con lo scorporo della rete in rame di Tim di nuovo sul tavolo, ma è troppo presto per dirlo e di certo Vincent Bollorè non vorrà fare sconti, visto che l’azienda valuta il network in rame intorno ai 15 miliardi.

 

Tim, spunta la joint venture con Canal+. Concorrenza a Mediaset?

Ma la mossa più significativa di Tim per il dopo Cattaneo sembra il rilancio sulla convergenza con i contenuti televisivi. La proposta di una joint venture tra Tim e la controllata di Vivendi Canal+ per l’acquisizione di diritti per la produzione di film e serie tv, potrebbe arrivare sul tavolo del Cda del gruppo telefonico giovedì 27 luglio.

Secondo Les Echos, l’obiettivo di Vivendi sarebbe creare una versione italiana di Canal+ offrendo fiction, programmi ma anche contenuti sportivi. “Visto che il riavvicinamento (di Vivendi ndr) con Mediaset non fa progressi, le due filiali di Vivendi (Canal+ e Tim ndr) sono pronte ad allearsi in una joint venture a maggioranza dell’operatore italiano”, scrive Les Echos, secondo cui vista la malaparata con Cologno Monzese, Bollorè avrebbe deciso di intraprendere una strada parallela nel mercato della pay tv italiana, con il lancio di un canale premium che si dovrebbe chiamare Canale+, la versione italiana della francese Canal+, per l’offerta di fiction, sport ma anche contenuti streaming. Una mossa, quella di Bollorè, per indurre Mediaset “a sotterrare l’ascia di guerra (sull’affaire Premium ndr)”, scrive Les Echos, anche se resta da capire se Mediaset gradirà la novità e se parteciperà, in qualche, modo all’iniziativa.

Canale+ all’asta per la Serie A?

Oltre al canale tv, secondo Les Echos, la nuova joint venture sarà attiva già a partire da ottobre nell’acquisizione di diritti audiovisivi, ma anche nella produzione di film e di serie tv. Nel mirino anche l’acquisizione di diritti sportivi, e qui il pensiero corre alla prossima asta per i diritti della Serie A per il triennio 2018-2021 che si terrà in autunno.

La nuova joint venture parteciperà all’asta? In concorrenza con Sky e Mediaset Premium? Fra le varie ipotesi di un possibile disgelo nei rapporti fra Bollorè e Mediaset era emersa quella di una possibile alleanza nel nome del pallone, che però adesso sembra tramontare.

Intanto oggi Tim strizza l’occhio alla Serie A, annunciando che il prossimo campionato 2017-2018 sarà la ventesima stagione consecutiva da sponsor ufficiale “Serie A Tim”.

Di certo per Bollorè significherebbe riprendere il filo del suo sogno originario, che in un primo tempo (prima della rottura su Premium) doveva coinvolgere anche Mediaset, per la costituzione di un polo pan-mediterraneo dei media per competere con Netflix. Vedremo se questa volta il disegno di Bollorè si concretizzerà.