Bilancio

Tim, aumentano le perdite nel primo semestre. Tengono i ricavi

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I primi sei mesi dell’anno si chiudono per Tim con perdite in crescita a 483 milioni di euro, rispetto ai 149 milioni dello stesso periodo del 2021. Ricavi in aumento dello 0,2%, debito ancora in aumento.

I primi sei mesi dell’anno si chiudono per Tim con perdite in crescita a 483 milioni di euro, rispetto ai 149 milioni dello stesso periodo del 2021. Il secondo trimestre è negativo per 279 milioni. L’ad Pietro Labriola, però, è fiducioso sul raggiungimento degli obiettivi prefissati e rivede al rialzo le stime dell’Ebitda annuale, alzando la guidance. “Avevamo promesso di fare meglio di quanto previsto e stiamo mantenendo l’impegno nonostante il contesto macroeconomico”, ha detto l’ad. “I risultati del primo semestre ci danno la fiducia di rialzare le nostre stime per l’anno”. Rivista la guidance per l’anno in corso dell’Ebitda organico, che non scenderà più tra il 10 e 13%, come nelle previsioni precedenti, ma fermerà la flessione tra il 7 e il 9%.

Incassati 2 miliardi di euro del finanziamento garantito da SACE.

L’amministratore delegato aveva presentato all’inizio di luglio un piano strategico volto alla riduzione dell’indebitamento e alla valorizzazione degli asset del gruppo.

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Indebitamento netto a 24,65 miliardi in aumento di 2,5 miliardi

L’indebitamento finanziario netto rettificato di Tim si attestava a fine giugno a 24,65 miliardi di euro, in aumento di 2,5 miliardi di euro rispetto a fine dicembre 2021.

Perdite più che raddoppiate nel primo semestre

Tim, il cui principale azionista è il gruppo francese Vivendi con il 23,75%, ha allargato la perdita netta del primo semestre a 483 milioni di euro, contro i 149 milioni dell’anno precedente, in un mercato italiano molto competitivo.

Il fatturato di Tim, invece, è leggermente aumentato dello 0,2%, a 7,56 miliardi di euro, grazie al buon andamento della controllata brasiliana.

TIM Brasil, che nel mese di aprile ha assorbito le attività mobili dell’operatore brasiliano Oi, ha registrato nel semestre ricavi in ​​crescita del 34,9% a 1,82 miliardi di euro.

Nel secondo trimestre Telecom Italia ha proseguito “la stabilizzazione e la ripresa dell’attività” in Italia e “l’accelerazione dello sviluppo di TIM Brasil”, commenta il gruppo.

L’operatore ha comunque subito nel secondo trimestre una perdita netta di 279 milioni di euro, a fronte di un utile di 79 milioni di euro registrato nello stesso periodo del 2021.

In Italia Tim “ha confermato la propria strategia di posizionamento di fascia alta” “limitando le promozioni nel campo della telefonia fissa e mobile, nonostante un difficile contesto competitivo”.

Il mercato italiano aveva beneficiato lo scorso anno di un sistema di voucher per le famiglie che aveva avuto “un impatto positivo sulla performance” nel secondo trimestre del 2021, ricorda il gruppo.

L’Ebitda è sceso del 3,5% a 2,66 miliardi di euro nel primo semestre. Se in Italia il calo dell’Ebitda è stato del 12,9% a 1,85 miliardi di euro, quello registrato da TIM Brasil è balzato del 29% a 813 milioni di euro.

Cambia il responsabile della rete. Accordo con DAZN

Ieri intanto per Tim è stato anche il giorno di un cambio al vertice con Elisabetta Romano in entrata, che manterrà il suo ruolo di amministratore delegato di Sparkle, l’operatore internet specializzato in cavi sottomarini del gruppo Tim, proprietario di una rete in fibra di oltre 600 mila chilometri, e nel contempo assume anche l’incarico di Chief network operation and wholesale officer di Tim al posto di Stefano Siragusa che, scrive l’azienda in una nota, lascerà “in via consensuale il gruppo Tim per intraprendere nuove opportunità professionali”. Lascia quindi il responsabile della rete.

Sempre ieri, Tim ha confermato l’accordo con DAZN: “L’intesa consente a quest’ultima di distribuire i diritti per la visione delle partite del Campionato di Serie A TIM tramite qualsiasi terza parte”.

Prosegue la trattativa con Cdp per la rete unica

Prosegue intanto la trattativa con Cdp sul merger della rete di Tim con Open Fiber. L’obiettivo è arrivare ad un accordo vincolante entro il 31 ottobre.

Le dimissioni di Siragusa giungono nel bel mezzo di trattative per la creazione di una rete unica tra TIM e Cdp, proprietaria del 60% di Open Fiber.

Associata al fondo di investimento Macquarie, la CDP, che detiene anche il 9,8% di TIM, ha confermato mercoledì l’intenzione di presentare a breve un’offerta non vincolante per l’acquisizione della rete dell’operatore incumbent.

“Non c’è motivo per non proporre a breve la migliore offerta non vincolante possibile”, ha assicurato in un’intervista quotidiana Repubblica Pierpaolo Di Stefano, amministratore delegato di CDP Equity, la filiale di investimento della banca pubblica.

Interrogato sulle stime molto diverse del valore della rete, che va dai 21 ai 31 miliardi di euro, ha detto: “ci siederemo tutti attorno a un tavolo e troveremo una soluzione”.