Raggiunto l’accordo a Londra, nel ‘deal’ terre rare, tariffe e Università
Gli Stati Uniti e la Cina, le due maggiori economie del mondo, hanno raggiunto un accordo commerciale cruciale dopo due giorni di intensi negoziati a Londra.
Il deal, annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, promette di rimodellare la dinamica economica e le relazioni commerciali tra i due Paesi e non solo.
“Otteniamo un totale del 55% di dazi, la Cina il 10%. Il rapporto è eccellente!“, si legge nel posto firmato dal Presidente americano. La soglia del 55% citata da Trump sarebbe data dalla somma dei dazi statunitensi del 30% al momento in vigore sui prodotti cinesi e dei dazi del 25% su prodotti specifici, anch’essi già in vigore.
Sebbene l’accordo sia soggetto all’approvazione finale, si legge nell’articolo di Peter Hoskins per la BBC, sia da parte del Presidente americano, Donald Trump, sia del leader cinese Xi Jinping, il testo rappresenta comunque un passo significativo per allentare le tensioni commerciali e affrontare questioni fondamentali come le terre rare, le tariffe e visti per gli studenti cinesi che così potranno frequentare scuole e università americane.
Secondo stime ufficiali dello US Geological Survey , in Cina sono concentrate quasi il 40% delle riserve mondiali di terre rare: 44 milioni di tonnellate su 110 complessive a livello mondiale (2 milioni di tonnellate negli Stati Uniti). Facile capire il perchè dell’interesse dimostrato da Trump e la sua amministrazione per questo tipo di merce.
Perchè l’ossessione per le terre rare e gli altri punti chiave dell’Accordo
- Minerali rari e magneti:
Uno degli elementi centrali dell’accordo riguarda la fornitura di terre rare e magneti, che sono componenti cruciali per vari settori, in particolare per le tecnologie avanzate come smartphone, veicoli elettrici e dispositivi basati sull’intelligenza artificiale (AI). Un’ossessione per l’amministrazione Trump, che già con l’Ucraina è stata impegnata mesi nel definire, nel dettaglio, un accordo sempre legato alle terre rare.
Gli Stati Uniti hanno a lungo criticato la Cina per aver limitato l’esportazione di questi materiali, ostacolando così la produzione americana. Con l’accordo, la Cina ha accettato di fornire agli Stati Uniti i minerali rari di cui hanno bisogno e in anticipo. Questo sviluppo viene visto come una vittoria da Washington, alleviando le preoccupazioni riguardo alla dipendenza da fonti estere. - Studenti cinesi nelle università americane:
Un altro componente dell’accordo riguarda i visti per studio. Trump ha sottolineato che gli studenti cinesi continueranno ad avere accesso alle università americane, una misura che ha visto come positiva per entrambe le parti. - Riduzione delle tariffe e barriere non-tariffarie:
L’accordo si concentra anche sulla riduzione delle tariffe commerciali e il ridimensionamento delle barriere non tariffarie (non dazi, ma misure che comunque che limitano il commercio tra i due paesi, come normative tecniche, standard di qualità, requisiti burocratici) che sono state fonte di tensione per anni. Dopo che Trump ha imposto tariffe significative sulle importazioni cinesi all’inizio dell’anno, Pechino ha risposto allo stesso modo sui beni americani. Questo ha portato a un’escalation reciproca, con tariffe che hanno raggiunto il 145%. Il nuovo accordo prevede la riduzione dei dazi, con entrambi i paesi che cercano di eliminare gli ostacoli al commercio, comprese le restrizioni su alcuni beni considerati di primaria importanza. - Accordi di Ginevra:
Altro punto chiave è l’attuazione degli “Accordi di Ginevra”. Secondo il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, i due paesi hanno concordato, in linea di principio, di rispettare quanto stabilito nei colloqui precedenti, mirando a una risoluzione più strutturata e a lungo termine delle dispute commerciali.
Implicazioni geopolitiche
L’accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, pur essendo principalmente economico, ha significative implicazioni geopolitiche. La risoluzione delle tensioni commerciali tra i due paesi rappresenta non solo una vittoria economica, ma anche una possibile svolta nell’equilibrio di potere globale. Ecco come l’accordo potrebbe influenzare lo scenario internazionale:
- Rafforzamento delle relazioni USA-Cina:
L’accordo segnala un possibile allentamento delle tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina, due potenze economiche con una vasta influenza globale. Entrambi i paesi sono coinvolti in una guerra commerciale che ha travalicato altri ambiti di competizione, tra cui la tecnologia, la proprietà intellettuale e la geopolitica. Raggiungendo un accordo, entrambi stanno mostrando la volontà di negoziare e cooperare su questioni di interesse reciproco. - Impatto sulle catene di approvvigionamento globali:
I minerali rari e i magneti sono cruciali per la catena di approvvigionamento globale, in particolare nei settori tecnologico e dell’energia verde. Con la Cina che accetta di fornire questi materiali agli Stati Uniti, si potrebbero ridimensionare le carenze di approvvigionamento e si avrebbe una maggiore stabilizzazione dei prezzi. L’accordo commerciale potrebbe inoltre spingere altri paesi a riconsiderare le proprie politiche commerciali riguardanti le terre rare, con un impatto non indifferente sulle catene di approvvigionamento globali. - Tensioni nel settore tecnologico e dell’AI:
Sebbene l’accordo affronti il problema immediato delle esportazioni di terre rare, non risolve completamente la più ampia competizione tecnologica tra i due Paesi. Gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni sull’accesso della Cina a tecnologie avanzate come i semiconduttori e i componenti legati all’AI, principalmente per preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale. Sebbene l’accordo commerciale possa migliorare il quadro generale, la competizione a lungo termine nel settore tecnologico è destinata a persistere. Entrambi i paesi sono in corsa per essere leader nelle tecnologie emergenti, come l’AI, il 5G e il calcolo quantistico. - Impatto sulle dinamiche commerciali globali:
L’accordo commerciale USA-Cina ha il potenziale di rimodellare le dinamiche commerciali globali. Altri Paesi guardano con attenzione a quanto stanno facendo le due maggiori economie del mondo. I paesi coinvolti nel commercio con gli Stati Uniti o la Cina potrebbero vedere cambiamenti nelle tariffe e nelle politiche commerciali. Inoltre, l’accordo potrebbe incoraggiare altre nazioni a cercare i propri accordi o aggiustamenti con entrambe, modificando le alleanze globali e le rotte commerciali. - Effetti politici
Le ripercussioni politiche dell’accordo saranno avvertite sia negli Stati Uniti che in Cina. Per il presidente Trump, questo risultato potrebbe rappresentare una vittoria politica significativa, poiché dimostra la sua capacità di negoziare accordi con le potenze globali. In Cina, l’approvazione dell’accordo da parte di Xi Jinping potrebbe consolidare la sua leadership e offrire sollievo economico ai produttori e alle aziende cinesi che hanno subito gli effetti delle tariffe americane. Tuttavia, entrambi i leader dovranno affrontare pressioni interne riguardo ai termini dell’accordo e ai suoi effetti a lungo termine sulle rispettive economie.
Un accordo che reggerà?
A lungo termine, si prevede che l’accordo favorisca maggiore stabilità economica tra le due maggiori economie. Tuttavia, la più ampia rivalità geopolitica, in particolare nei settori tecnologico e della difesa, continuerà a mantenere alta la tensione politica. L’accordo commerciale è solo un capitolo della competizione globale in corso per il dominio economico, la leadership tecnologica e l’influenza geopolitica. Si è solo superato uno “stallo” che durata da settimane, non si è certo posto fine alla guerra commerciale in corso.
In fondo, siamo tornati solo alla situazione che c’era prima del 2 aprile 2025 e non era delle migliori. C’è da tenere a mente che i dazi imposti sono comunque più alti dell’era pre-Trump.
In più, la tensione militare attorno a Taiwan non è mai scemata, anzi, semmai è aumentata, con il dispiegamento di nuovi mezzi da guerra attorno all’isola. Pechino non ha la minima intenzione di farsi mettere all’angolo dagli Stati Uniti.
Secondo il Wall Street Journal, la Cina avrebbe imposto “un limite di sei mesi” alle
licenze di esportazione di terre rare per le case automobilistiche e i produttori statunitensi. Un segnale chiaro di “distensione condizionata” da altri fattori strategici. Al primo passo falso di Washington i cinesi sono pronti a far saltare il tavolo dell’accordo (che in fondo non sarà mai da considerarsi chiuso definitivamente, né domani, né nei prossimi anni).