L'operazione

Telefonica e Amancio Ortega (patron di Zara) rilevano il 40% di KKR in Telxius

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Telefonica e Pontegadea, la holding di Amancio Ortega (patron di Zara) hanno rilevato il 40% di KKR in Telxius, la controllata di Telefonica che detiene i cavi sottomarini del gruppo.

Telefonica e Pontegadea, la holding del miliardario spagnolo del fashion Amancio Ortega (patron di Zara) hanno annunciato l’acquisizione del restante 40% di KKR (il fondo interessato a Tim, che detiene il 37,5% di Fibercop) in Telxius, la controllata di Telefonica che in origine deteneva le torri e i cavi sottomarini del gruppo. E che oggi si concentra soltanto sui cavi sottomarini.

La storia dello spin off

Telefonica aveva deciso di scorporare la sua divisione infrastrutturale Telxius nel 2016, con un patrimonio di asset di 16mila torri cellulari e 31mila Km di cavi sottomarini in fibra ottica.

In seguito, nel gennaio del 2021 Telxius aveva ceduto le torri ad American Tower per 7,7 miliardi di euro, mantenendo in pancia soltanto i cavi sottomarini che restano l’asset fondamentale.

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Il business dei cavi sottomarini

Il fatto che ora Telefonica e Pontedegea (che detengono già il 60% di Telxius tramite la joint venture Pontel)abbiano deciso di investire 215 milioni di euro per rilevare la quota di KKR in Telxius significa che i nuovi azionisti, che ora detengono il 100% di Telxius, non abbiano alcuna intenzione di cedere il business dei cavi sottomarini. Un asset strategico, secondo Telefonica, che ha guadagnato ulteriore centralità e valore durante la pandemia.

Il valore complessivo di Telxius, in base ai 215 milioni sborsati per il 40% della società, è pari a 539 milioni.

L’uscita di KKR dall’azienda arriva dopo che il fondo americano ha cercato di piazzare sul mercato anche i cavi sottomarini, un business di gran moda e di grande prospettiva anche fra le grandi Big tech Usa.

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Un tesoro di cavi sottomarini, che si estende per oltre 94mila km fra le due sponde dell’oceano e comprende i sistemi Marea, Brusa e Mistral.

Per quanto non siano così ricercati come torri mobili, questi cavi sottomarini svolgono un ruolo fondamentale nelle comunicazioni internazionali e hanno suscitato forte interesse già in passato. Nell’estate dello scorso anno, un’altra società di investimento statunitense, EQT, ha offerto a Telefonica 1,8 miliardi di euro per i cavi, anche se alla fine non è stato raggiunto alcun accordo.

KKR in Europa

KKR aveva rilevato il 40% di Telxius nel 2017 per 1,275 miliardi di euro, una delle prime scommesse del fondo americano nel mercato europeo delle Tlc, dove oggi come oggi si sta muovendo in modo molto aggressivo e grossi capitali. L’operazione più rilevante al momento è quella su Tim, con una manifestazione di interesse per rilevare e delistare la compagnia di 10 miliardi di euro.

Inoltre, KKR ha già rilevato il 49% di Reintel, la controllata in fibra ottica di Red Electrica, per 971 milioni di euro, e ha chiuso una serie di accordi per entrare in alcuni veicoli di Telefonica per la fibra in America Latina.

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Tlc europee in subbuglio

Ma oggi gli occhi del mercato guardano in primis all’operatore spagnolo MásMóvil, controllata dal 2020 da Cinven, Providence e dalla stessa KKR, dopo un’offerta pubblica di acquisto di circa 4,9 miliardi, debito compreso. Mesi dopo, l’operatore, con il sostegno dei fondi, ha chiuso l’acquisto di Euskaltel per 3.000 milioni, debito compreso.

E adesso una potenziale transazione tra MásMóvil e Vodafone España è ancora una volta sul tavolo. La possibile trattativa tra i due operatori non sorprende, dato che l’operazione è considerata assolutamente fattibile.

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