La strategia di Bollorè

Telecom Italia: Vivendi verso possibile aumento della partecipazione fino al 20%

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Vivendi punta al lungo periodo? Sembrerebbe di sì secondo alcune ricostruzioni che vorrebbero il manager bretone pronto a incrementare la propria quota nella società italiana.

Non sarà una toccata e fuga quella di Vivendi in Telecom Italia, almeno non secondo le indiscrezioni raccolte da Milano Finanza, in base alle quali il patron del conglomerato media francese, Vincent Bollorè sarebbe deciso a incrementare la quota in Telecom Italia rispetto all’8,3% ricevuto in ‘eredità’ da Telefonica nell’ambito dell’accordo di acquisizione di GVT.

La partecipazione in Telecom Italia, dunque, non sarebbe di tipo ‘opportunistico’, come si era detto in un primo tempo – dettata cioè dalla possibilità di rivendere in futuro le azioni a un prezzo più conveniente – ma di tipo strategico, nonostante Vivendi abbia da tempo avviato la dismissione delle proprie quote nelle tlc (SFR e Maroc Telecom)

Per salire in Telecom Italia, tuttavia, bisognerà aspettare che Telefonica ottenga il via libera dalle autorità brasiliane (Anatel e Antitrust) per completare l’acquisizione di GVT, che Vivendi ha ceduto al gruppo spagnolo per 7,5 miliardi di euro.

Secondo quanto riferito da MF, Bollorè potrebbe replicare le modalità d’investimento in Mediobanca e accrescere la sua quota in Telecom Italia dall’8,3% al 15-20% comprando azioni sul mercato. Nei giorni scorsi era stato l’ad Marco Patuano ad affermare che essendo Telecom una società quotata, sarebbe stato il benvenuto nella compagine chi fosse passato dal mercato. Patuano aveva nell’occasione risposto indirettamente a Naguib Sawiris che si era nuovamente fatto avanti con la proposta di un aumento di capitale riservato.

Sempre secondo MF non è del tutto da escludere la possibilità che Bollorè possa a un certo punto cercare una sponda presso altri investitori interessati a investire in Telecom Italia: parliamo ovviamente sempre di Sawiris, che tenta di entrare nell’azienda italiana ormai da qualche tempo, ma anche di Sol Trujillo, che nei giorni scorsi è balzato agli onori delle cronache per la ventilata possibilità di presentare un’offerta da 7,5 miliardi per Telecom Italia, in cordata con non meglio specificati fondi arabi.

È stata nettamente esclusa, invece, l’ipotesi di contatti con Mediobanca per dare vita a un mini-patto all’interno dell’azionariato di Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom e che è ormai in fase di scioglimento.

La smentita di una simile possibilità è arrivata direttamente dall’ad di Mediobanca, Alberto Nagel che ha escluso contatti con Bollorè e confermato la volontà di vendere la quota Telecom, che in trasparenza corrisponde all’1,6%.

Anche Gabriele Galateri, presidente di Generali, che detiene il 4,6% di Telecom, ha ribadito la medesima intenzione, confermando stamani quanto già ampiamente preannunciato nei mesi scorsi anche dall’altro socio Telecom Intesa Sanpaolo.