Telecom Italia. Anche Mediobanca e Intesa Sanpaolo confermano l’uscita da Telco

di Alessandra Talarico |

4 giorni fa, anche Generali ha deliberato di esercitare l'opzione di chiedere la scissione da Telco e ha dato mandato al Ceo Mario Greco di definire le modalità di uscita dalla holding di Telecom Italia.

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Seguendo la scia di quanto già annunciato lo scorso giugno e di quanto già intrapreso anche dal socio Generali, anche Mediobanca e Intesa Sanpaolo hanno comunicato di aver esercitato la facoltà di richiedere la scissione di Telco prevista dal patto parasociale.

L’esecuzione di tale facoltà, hanno comunicato Mediobanca e Intesa in due distinte note, “resta condizionata all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti“.

Per quanto riguarda Mediobanca, la decisione rappresenta il proseguimento del percorso annunciato nel giugno scorso e avviato nel settembre 2013 con la riduzione della partecipazione in Telco dal 11,6% al 7,3% (in trasparenza dal 2,6% all’1,6% del capitale ordinario di Telecom Italia).

“L’operazione – ha sottolineato Mediobanca –  si inquadra nel più ampio processo di riduzione dell’esposizione al comparto azionario, parte integrante delle linee guida del citato Piano 2014/16″.

 

Sulla base dei corsi correnti di Telecom Italia, informa ancora la nota di Mediobanca, “la plusvalenza inespressa sulla partecipazione spettante ammonta a circa  110 milioni, che si aggiunge all’utile di 67 milioni registrato nel primo semestre dell’esercizio in corso”.

 

Intesa Sanpaolo detiene attualmente circa il 7,3% del capitale sociale di Telco e a seguito della scissione entrerà direttamente in possesso dell’1,6% del capitale ordinario di Telecom. In base al prezzo di chiusura di venerdì 13 giugno, “l’interessenza in Telecom Italia originerebbe per Intesa Sanpaolo una plusvalenza implicita ante imposte pari a circa 35 milioni di euro”, conclude la nota.

 

4 giorni fa, anche il Consiglio di amministrazione di Generali ha deliberato di esercitare l’opzione di chiedere la scissione da Telco e ha dato mandato al Ceo Mario Greco di definire le modalità di uscita dalla holding di Telecom Italia.

 

Concluso il processo di scioglimento di Telco, Telefonica resterà dunque il maggiore azionista singolo di Telecom Italia, con una quota pari a circa il 15%. Una posizione che sarà vagliata con attenzione soprattutto dall’antitrust brasiliano che teme una eccessiva concentrazione di potere in capo al gruppo spagnolo, presente sul mercato mobile brasiliano sia con Vivo – il principale operatore mobile del Paese – che, attraverso Telecom Italia, con Tim Brasil. A dicembre, il Cade aveva imposto alla società di scegliere – entro 18 mesi – se diluire il controllo di Vivo cedendone la metà a una società non presente sul mercato brasiliano o uscire da ogni partecipazione diretta o indiretta in Tim Brasil. Per allentare i dubbi dell’antitrust brasiliano, Telefonica aveva quindi deciso di ritirare i suoi rappresentanti Cesar Alierta e Julio Linares dal cda di Telecom Italia, ma non sembra sia bastato.

 

Quanto all’eventuale vendita di Tim Brasil, l’opzione è stata più volte respinta dal Ceo di Telecom Italia Marco Patuano, che ha sempre continuato ad affermare che l’asset è strategico e non sarà messo in vendita a meno di offerte ‘jumbo’.