Per mesi e mesi, contro il volere della madre, aveva tolto dal suo stipendio da operaia, una piccola somma che riponeva in una scatola di ferro rosso e appena ne aveva il tempo correva a guardarla. Prima di arrivare davanti alla vetrina, le batteva forte il cuore e pensava: “Mio Dio, faccia che ci sia ancora!” e quando la vedeva scintillante e azzurra tra le tante biciclette nere invece di gioire si intimidiva, si emozionava… “Aspettami ancora quattro mesi, solo quattro mesi…”
#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.
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Lei e la sua famiglia vivevano a dieci km soltanto dalla grande città, all’epoca, un altro mondo… Un mondo che avrebbe potuto raggiungere con la bici per realizzare il suo sogno: diventare modista…
Quando la mamma la vide arrivare a casa, raggiante sulla sua bici azzurra, sorrise: è difficile fermare una ragazza in bicicletta!
Rosa lasciò la fabbrica e d’inverno come d’estate, pedalò in città. I primi anni la videro apprendista e fidanzatina, poi commessa e moglie poi, finalmente, proprietaria di un negozietto e madre felice.
All’inizio degli anni 70, cambiò lavoro: le donne andavano con i capelli al vento ormai e a sedici anni, le ragazze sognavano di sfrecciare in motorino. Rosa sapeva quando era tempo di cambiare… ma dalla sua bici azzurra non se ne separò mai.
Da qualche tempo e per altri motivi la bici è tornata di moda e dobbiamo sperare che come in altri paesi, tutte le città italiane abbiano presto molto più piste ciclabili, intanto la prossima volta che inforcheremo la nostra, pensiamo un attimo quanto è significato averne una… poco tempo fa…
… Belle storie girano in rete…
