Internet della gente

#Storie. Nail art, alla moda fino alla punta delle dita…

di Fabienne Pallamidessi |

Forse non tutti sanno che…in principio la manicure era un rituale riservato agli uomini, in particolare ai soldati.

Sì, ma da quando? Ebbene dall’Età del Bronzo! Fu in effetti in quel periodo che venne scoperto in India l’hennè per colorare oltre ai tessuti, i capelli e decorare spalle, braccia, mani e unghie e c’è da dire che a diffondere questa moda … sono stati gli uomini! Pensate, mentre ammirate lunghe mani affusolate e curate, che presso i Babilonesi la manicure era un rituale riservato agli uomini, in particolare ai soldati, e che in quanto a smalti c’erano solo due colori: il neroper i ceti più elevati e il verde per le classi meno abbienti. Sorpresona di sicuro per qualche dark o emo nostrano!

#Storie è una rubrica curata da Fabienne Pallamidessi e dedicata all’“Internet della gente”.

Inviateci i link dei siti sui quali vorreste si sviluppasse una storia all’indirizzo storie@key4biz.it e Fabienne Pallamidessi la costruirà per voi.

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Nel 1500 A.C., lo smalto arriva in Cina ma, finalmente, a utilizzarlo sono le donne che inventano delle lacche e una vasta gamma di colori grazie all’utilizzo di pigmenti ricavati dai fiori. In un primo tempo riservate alla dinastia reale, il popolo le perfezionò rendendole lucide e brillanti, così per distinguersi la casta imperiale le arricchì con polvere d’oro e d’argento, intarsi con pietre preziose e fili metallici per i decori cloisonnè mentre nella stessa epoca in Egitto le donne più influenti si dipingevano le unghie di rosso. Nefertiti tra l’altro era famosa per il suo rosso rubino ottenuto con l’aggiunta di alcune gocce di sangue… ma la nail art come la conosciamo oggi viene dal Giappone grazie al boom del Kawai negli anni 90.

“Fico!” mi dice mia figlia, “non lo sapevo!”.

Potrei risponderle che curiosando su Internet si può trovare un collegamento tra storia e presente anche per le cose che spesso sembrano uscire dal nulla o meglio dalla mente creativa di qualche genio della moda. “La storia siamo noi”, potrei dirle…ma non lo farò!