Robocall e AI rendono le truffe telefoniche sempre più facili e insidiose, il Report
Nel 2025 le frodi telefoniche automatizzate — le cosiddette robocall — stanno raggiungendo proporzioni allarmanti. Secondo le ultime stime di Juniper Research, le perdite globali dovute a queste truffe supereranno gli 80 miliardi di dollari entro la fine dell’anno.
Si tratta di una cifra che non rappresenta solo un danno diretto per i consumatori, ma colpisce in profondità l’intera filiera delle telecomunicazioni, minando la fiducia nel canale voce e compromettendo il valore delle comunicazioni aziendali legittime.
Agenti conversazionali generativi, possono sembrare colleghi, parenti e operatori pubblici
Il fenomeno, un tempo associato a chiamate registrate e facilmente riconoscibili, ha ormai assunto una forma radicalmente nuova e più insidiosa, grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale (AI).
Le tecnologie vocali basate su AI sono oggi in grado di replicare perfettamente toni, accenti e persino emozioni umane, trasformando le chiamate fraudolente in conversazioni realistiche e personalizzate.
Alcuni sistemi, grazie all’uso di agenti conversazionali generativi, riescono a rispondere in tempo reale, simulando parenti, colleghi o operatori di servizi pubblici.
Il risultato è un inganno sempre più credibile, capace di superare anche le difese più attente. Il problema, inoltre, non è solo tecnico, ma anche di natura economica e sistemica.
Le robocall colpiscono la credibilità stessa delle telecomunicazioni
Ogni frode riuscita rappresenta un danno economico per l’individuo, ma anche un colpo alla credibilità dell’infrastruttura telefonica, già fortemente stressata dalla trasformazione tecnologica in corso, sempre più sofisticata e veloce.
Le aziende, a loro volta, vedono calare i tassi di risposta e engagement da parte degli utenti, proprio perché cresce il sospetto che ogni chiamata possa nascondere un tentativo di truffa. È una perdita di valore che si riversa sull’intero mercato, con effetti a catena sulle attività di customer care, vendite e assistenza.
Le contromisure ci sono, il 2026 punto di svolta nel contrasto alle truffe
Il 2026 potrebbe segnare un punto di svolta. Secondo gli analisti, l’adozione di framework di mitigazione più maturi e la diffusione di soluzioni come il Branded Caller ID (che consente di visualizzare il nome e il logo del mittente verificato) potrebbero contribuire a ristabilire un minimo di fiducia.
In parallelo, le normative come STIR/SHAKEN, già in vigore in Nord America, stanno dimostrando la loro efficacia nell’autenticare le identità dei chiamanti e nel contrastare il fenomeno della falsificazione del numero (spoofing), uno dei principali vettori di truffa.
In Italia, recentemente, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha varato una misura dedicata al contrasto dello spoofing, segna una svolta nella regolamentazione dei servizi di comunicazione elettronica, introducendo misure innovative per garantire maggiore trasparenza, sicurezza e informazione agli utenti, in linea con le più recenti esperienze internazionali.
L’Agcom ha introdotto l’obbligo per gli operatori nazionali di bloccare le chiamate in ingresso provenienti dall’estero che presentano in modo illegittimo un numero telefonico italiano.
Approccio sistemico per potenziare le difese del settore
Ma non basta l’intervento regolatorio. Le tecnologie da sole non riescono a contenere un fenomeno in continua evoluzione. Serve un approccio sistemico che coinvolga operatori di rete, enti regolatori, sviluppatori di tecnologie di sicurezza e, soprattutto, gli utenti finali.
La componente educativa riveste un ruolo cruciale: formare i consumatori a riconoscere le dinamiche delle truffe, a diffidare di richieste di dati sensibili e a segnalare le anomalie rappresenta una delle armi più efficaci nel breve termine.
È solo con il coinvolgimento attivo del pubblico che si potrà ridurre l’impatto dei raggiri più insidiosi, come quelli basati su voci clonate di familiari o su falsi operatori bancari.
Nuovi sistemi di autenticazione e l’AI amica
Gli operatori telefonici, dal canto loro, devono accelerare l’adozione di sistemi di autenticazione avanzata, investendo in infrastrutture capaci di riconoscere e bloccare automaticamente i flussi di chiamate sospette.
L’uso di strumenti di intelligenza artificiale applicati alla sicurezza, come i modelli di rilevamento comportamentale e di analisi vocale, rappresenta un ulteriore baluardo contro le truffe più evolute. La cooperazione internazionale, infine, resta un elemento imprescindibile: il crimine telefonico non conosce confini e richiede risposte coordinate su scala globale.
In un contesto in cui la linea tra voce umana e voce artificiale si fa sempre più sottile, la vera sfida non è solo tecnica, ma culturale. Riuscire a preservare la fiducia nei mezzi di comunicazione tradizionali sarà fondamentale per garantire un futuro sicuro al canale voce, senza dover rinunciare alla sua immediatezza e accessibilità.