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SPID, regioni del Sud non pervenute

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Nessuna fra le regioni del Sud ha ancora aderito allo SPID, il Sistema pubblico di identità digitale lanciato a metà marzo per l’accesso online ai servizi della PA.

Regioni del Sud non pervenute nella mappa nazionale dello SPID, il sistema pubblico di identità digitale lanciato a metà marzo dal Governo per aprire le porte ai servizi online della PA.

La mancanza del Sud dalla geografia dello SPID salta all’occhio dando uno sguardo alla mappa del nostro paese, che prevede nove regioni accreditate per la fornitura di servizi pubblici online a giugno. Nessuna di queste però nel nostro mezzogiorno. Scatta così un preallarme sul rischio di un’Italia digitale a due velocità, con il Sud Italia in ritardo nell’adozione del sistema su cui il Governo punta per rivoluzionare il rapporto fra PA e cittadini, con tutti i servizi pubblici online entro il 2017.

A giugno, secondo l’infografica dell’Agid, le regioni che avranno aderito al sistema saranno Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Rogna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio.

SPIDregioni

Perché regioni come la Campania, la Puglia, la Calabria e le isole non sono ancora pronte per l’adozione del Pin unico?

C’è un problema specifico di gap digitale da affrontare con misure ad hoc per le regioni del Sud?

I comuni meridionali hanno bisogno di un sostegno particolare per mettersi al passo con la digitalizzazione dei dati e dei sistemi informatici?

C’è un problema di copertura a banda larga?

Eppure, grazie al piano EuroSud, nel mezzogiorno la banda larga a 30 Mbps raggiunge il 75% della popolazione e quella a 100 mpbs è disponibile in scuole, ospedali e pubbliche amministrazioni.

C’è una roadmap completa con le date di adesione delle regioni al sistema?

C’è un problema di fondi, visto che la riforma della PA è a costo zero per lo Stato?

Ci sono particolari resistenze su base geografica che bloccano il cambiamento?

Come intende intervenire il Governo per evitare il gap?

Questioni non secondarie, da affrontare in tempi stretti, per evitare che l’Italia resti divisa in due con metà della cittadinanza che rischia di restare indietro nell’accesso in rete ai servizi pubblici. Servizi sempre più numerosi, che stanno gradualmente componendo il bouquet dell’offerta pubblica online: dall’Inail all’Inps passando per l’Agenzia delle Entrate e i Comuni che si stanno mettendo al passo con il nuovo design dei siti pubblici.

Tra l’altro, non più tardi di venerdì scorso l’Agid ha annunciato un piano di comunicazione istituzionale di un mese per pubblicizzare lo SPID in Tv e in radio sulle reti Rai. Un mossa di marketing importante, per far decollare l’adesione dei cittadini che devono fare domanda agli Identity Provider accreditati (Poste, Telecom Italia Trust Technology e Infocert) per ricevere le credenziali.

Sempre per aumentare la consapevolezza della cittadinanza sul nuovo strumento, l’Agid ha varato la sua nuova pagina Facebook ufficiale lanciando la community SPID, aperta a tutti coloro i quali hanno già attivato un’identità Digitale o sono in procinto di farlo. Uno spazio di condivisione di esperienze, aspettative e suggerimenti relativi al Sistema Pubblico di Identità Digitale – si legge in una nota dell’Agenzia – Indicazioni dettagliate sulle amministrazioni che permettono già l’acceso tramite Spid e sulle modalità di richiesta delle identità sono disponibili sul sito www.spid.gov.it, da oggi arricchito con nuove funzioni e contenuti per rendere sempre più semplice e intuitiva la ricerca di informazioni da parte dei cittadini”.