L'iniziativa

Spesa Ict nella PA: commissione d’inchiesta in arrivo a giugno

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Prevista per giugno l’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla spesa informatica nella PA primo firmatario Paolo Coppola (Pd).

Verificare dove vanno a finire e come vengono spesi i fondi pubblici destinati alla digitalizzazione della PA da parte degli enti pubblici centrali e locali. Questo in sintesi l’obiettivo della Commissione d’inchiesta parlamentare sul “Livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni statali e locali e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione” proposta alla Camera, primo firmatario l’onorevole del Pd Paolo Coppola – altri firmatari gli onorevole Boccadutri, Bruno Bossio, Bonaccorsi, Ascani, Bassi, Quintarelli, Malpezzi, Meta, Cova, Stella Bianchi – incardinata la scorsa settimana in commissione Affari istituzionali.

Insomma, l’obiettivo della Commissione, che sta muovendo i primi passi con le prime audizioni in Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, è far luce sulla spesa IT nella PA e analizzare i motivi del ritardo dell’informatizzazione del settore pubblico nel nostro paese. In seconda battuta, l’obiettivo è individuare delle soluzioni, anche legislative, per adeguare lo stato dell’innovazione della PA livello europeo, visto che l’indice di digitalizzazione della Ue (DESI) ci vede agli ultimi posti per penetrazione del digitale.

Tra l’altro, non è escluso che alla fine, oltre alla spesa informatica, oggetto d’indagine della Commissioni diventi anche la spesa per servizi Tlc sostenuti dalla PA.

I promotori

“La proposta di istituzione è calendarizzata per giugno – ha detto Paolo CoppolaVisto anche l’iter che ha avuto in commissione, sostanzialmente senza opposizione, immagino e spero che verrà approvata nella prima parte di giugno. L’obiettivo della commissione è verificare lo stato di informatizzazione e l’adeguatezza della spesa. Io credo che un po’ tutti siamo d’accordo che circa 5 miliardi di euro spesi ogni anno siano una cifra consistente da cui ci si aspettava risultati maggiori e migliori. La commissione d’inchiesta vuole approfondire i motivi di questa scarsa performance andando a verificare dove e come sono stati spesi, o non spesi, i soldi e quali sono gli ostacoli che tuttora esistono e che rendono la digitalizzazione della pubblica amministrazione così lenta e difficile”. 

“La commissione non può comminare sanzioni, ma la relazione finale verrà presentata alla Camera – ha aggiunto Coppola –  Sulle modalità operative decideranno i componenti della commissione”.

Secondo l’onorevole Pd Enza Bruno Bossio, sarà necessario inoltre verificare la corrispondenza fra i fabbisogni di spesa e le coperture: “Un conto sono i fabbisogni, che sono già stati stimati (nel piano Crescita Digitale a marzo 2015 ndr), un altro è la disponibilità finanziaria effettiva che deriva da fondi europei, regionali, comunali – ha detto Bruno BossioNell’ultima Legge di Stabilità abbiamo scongiurato il taglio della spesa IT nella PA, che invece va mantenuta”.

Dal canto suo Sergio Boccadutri, responsabile Area Innovazione del Pd, ha detto che “Non si può realizzare una vera digitalizzazione della PA se comuni e regioni si muovono in ordine sparso. E’ vero che bisogna salvaguardare i principi di autonomia previsti dalla Costituzione, ma oggi grazie al digitale è possibile ridurre gli adempimenti burocratici delle aziende, come ad esempio nel caso dello sportello unico doganale che ha unificato in un’unica interfaccia le pratiche che prima un’impresa doveva espletare con decine di enti diversi”.  Per arrivare a questo risultato, è necessario “capire cosa non ha funzionato in questi anni in cui alcune norme c’erano già – ha aggiunto Boccadutri – Ripartendo da qui, potremo realizzare norme efficaci per semplificare il rapporto tra Pubblica Amministrazione, cittadini e imprese”.

Assinform: 5 miliardi all’anno la spesa ICT della PA

Le premesse da cui muove la Commissione sono i dati Assinform, secondo cui la spesa complessiva ICT nella pubblica amministrazione si attesta intorno a 5.422 milioni di euro. Come verificare che tale spesa sia efficiente?

Vi sono degli obiettivi prestabiliti sulla base dei quali valutare i risultati della spesa?

Non esiste un documento programmatico che ricomprenda la spesa IT nella PA ed è per questo che si attende a giorni, durante il ForumPA, il primo piano strategico per digitalizzare la PA dell’Agid, annunciato dal direttore Antonio Samaritani (era previsto nello statuto dell’Agenzia del 2013, ma ad ora non c’è ancora).

Tanto più che il la Strategia di Crescita Digitale, annunciata a marzo del 2015, fissa le tappe (ribadite a più riprese dal Governo) per realizzare i principali progetti avviati sotto il governo Letta (pagamenti elettronici, Anagrafe Unica, Sistema Pubblico di identità digitale) ai quali si aggiungerà la piattaforma “Italia Login”, interfaccia unica per i servizi della PA, (costo previsto: 750 milioni) che andrà a sostituire il fallimentare e costoso Italia.it (http://www.wikispesa.it/Portale_Italia.it).

Il progetto dovrebbe entrare a regime entro il 2017, ma mentre il fabbisogno finanziario è stato stimato ed è noto da marzo 2015 (vedi la tabella), il piano annunciato per investire le risorse non è ancora stato reso noto.

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Un totale di 4,557 miliardi di euro: 750 milioni per Italia Login, altrettenti per Sanità digitale, 950 milioni per la razionalizzazione dell’It pubblico, 1,4 miliardi per il sistema pubblico della connettività e il Wi-Fi, 120 milioni per le competenze digitali.

 

Differenze territoriali

La spesa per l’ICT sostenuta dagli enti locali – gli ultimi dati ISTAT risalgono al 2012 – è stata di 1.726.109.679 euro, pari a circa lo 0,69 per cento delle spese totali delle amministrazioni considerate. La media nazionale della spesa per abitante è di 28 euro, con differenze territoriali che variano dai 242 euro per abitante della Valle d’Aosta a quella di 10 euro della Campania.

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