il rapporto

SosTech. Le telco possono ridurre la frammentazione nell’eCommerce

di Andrea Galassi |

Lo sviluppo del mercato del commercio elettronico è frenato anche dalla mancanza di meccanismi di identificazione e autenticazione semplici e omogenei

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Le telco possono ridurre la frammentazione nel mercato eCommerce, determinata anche dalla mancanza di meccanismi di identificazione e autenticazione semplici e omogenei. È quanto sostiene STL Partners nel rapporto Building Digital Trust: A Model for Telcos to Succeed in Commerce.

La società di ricerca e consulenza specializzata in telecomunicazioni suggerisce alle telco di lavorare alla creazione di un framework unico che consenta ai consumatori di identificarsi, autenticarsi, condividere informazioni e completare transazioni economiche con semplicità.

Prima di illustrare le proposte di STL Partners, si ricorda che i servizi di comparazione delle offerte ADSL, delle offerte Fibra Ottica, delle offerte Internet Mobile e delle offerte LTE 4G curati dagli esperti di SosTariffe.it permettono di confrontare tutte le soluzioni di mercato disponibili in Italia per l’accesso a Internet da postazione fissa e da mobile.

Sono due, secondo STL Partners, i ruoli principali che le telco dovrebbero assumere nel mercato del commercio elettronico:

  1. real-time commerce enablement: gli operatori di telecomunicazioni dovrebbero agire da facilitatori, per esempio veicolando messaggi pubblicitari mirati e tempestivi attraverso le loro reti, in particolare quelle cellulari
  1. personal cloud: gli operatori di telecomunicazioni dovrebbero agire da custodi dei dati personali degli utenti/consumatori e da intermediari tra questi ultimi e i venditori, fornendo servizi di autenticazione e di digital locker (armadietti digitali) in grado di ridurre i rischi correlati alle transazioni

I due ruoli di cui sopra sono stati illustrati nel dettaglio da STL Partners due anni fa, nel rapporto Digital Commerce 2.0: New $50bn Disruptive Opportunities for Telcos, Banks and Technology Players.

La società di ricerca e consulenza invitava già allora le telco a investire nel mercato del commercio elettronico, soprattutto nel segmento mCommerce (Mobile Commerce), utilizzando le relazioni costruite negli anni con i clienti per proporre servizi di personal cloud.

Fungere da facilitatori e agire da custodi dei dati degli utenti/consumatori, peraltro, sono operazioni che possono essere combinate in un’unica piattaforma, aggiungeva STL Partners.

Tuttavia, a distanza di due anni dalla pubblicazione del rapporto, gli sforzi compiuti dalle telco in ambito eCommerce – ed mCommerce in particolare – sembrano aver subito pesanti battute d’arresto, evidenzia la società di ricerca e consulenza.

Le battute d’arresto sono state registrate soprattutto nei mercati sviluppati. STL Partners cita a titolo di esempio le difficoltà incontrate nel Regno Unito da Weve e la chiusura negli USA di Softcard.

A complicare la vita alle telco hanno contributo iniziative quali Apple Pay, Samsung Pay e Android Pay. Perché, oltre che a quella in ambito di identificazione e autenticazione, si è assistito a una frammentazione anche in materia di sistemi di pagamento.

Nei mercati emergenti, invece, le compagnie di telecomunicazioni sembrano ottenere risultati migliori. In Asia, Africa e in gran parte dell’America Latina, evidenzia STL Partners, le telco agiscono sempre più come intermediari tra gli utenti/consumatori e i fornitori di servizi e prodotti.

C’è un motivo di fondo. In quelle aree, la maggior parte delle persone non dispone di carte di credito e di debito, conti bancari, passaporti, patenti di guida e delle altre garanzie reali che si impiegano nei mercati sviluppati per identificarsi, autenticarsi ed eseguire transazioni.

In quelle aree, sempre più persone dispongono però di telefoni cellulari, e quindi di SIM Card. Queste ultime, di fatto, costituiscono lo strumento principale – la garanzia – per effettuare procedure di identificazione e autenticazione e, in buona parte, anche di pagamento e di trasferimento di denaro.

Le telco, pertanto, nelle piazze emergenti, possono anche raccogliere informazioni sulla disponibilità economica dei loro clienti e lanciarsi anche nel mercato dei servizi finanziari. È il caso, per esempio, di Safaricom, operatore di telefonia mobile attivo in Kenia, che ha siglato un accordo di collaborazione con CBA (Commercial Bank of Africa).

Nonostante le battute d’arresto e iniziative del tipo di quelle firmate Apple, Samsung e Google, per gli operatori di telecomunicazioni c’è ancora spazio di manovra nel mercato eCommerce nei Paesi a economia avanzata, sostiene STL Partners.

Anzi, proprio il proliferare di soluzioni proprietarie e chiuse dovrebbe chiamare le telco all’azione. Non tutti gli utenti/consumatori hanno un iPhone, uno smartphone Samsung oppure un cellulare intelligente Android. E solo una minima parte degli utenti di Apple, Samsung e Google impiega i metodi di autenticazione e di pagamento proposte dalle stesse.

Anche con i sistemi più diffusi si incontrano ostacoli e dunque si registra frammentazione. Con PayPal, per esempio, non è possibile effettuare acquisti su iTunes Store e App Store, scrive STL Partners.

Nei mercati sviluppati, in altri termini, gli utenti/consumatori devono districarsi tra molteplici soluzioni di identificazione, autenticazione e pagamento digitali del tutto o in parte incompatibili. Ecco perché le telco possono fare la differenza, andando a realizzare un framework unico che garantisca interoperabilità.

La direzione di marcia suggerita da STL Partners è già stata imboccata da GSMA (Groupe Speciale Mobile Association), che, in occasione dell’edizione 2014 del MWC (Mobile World Congress), ha presentato Mobile Connect, una soluzione che l’associazione descrive con le seguenti parole:

«Con Mobile Connect di GSMA si possono creare e gestire identità personali per effettuare, in tutta sicurezza e direttamente da cellulare, l’autenticazione e l’accesso ai servizi mobili e digitali nel settore del commercio elettronico, dell’e-banking, della sanità e dell’intrattenimento digitale, oltre che ai portali delle pubbliche amministrazioni».

Nel marzo dello scorso anno, GSMA ha annunciato che gli operatori di rete mobile che propongono Mobile Connect sono 17 in 13 Paesi, e che sono in programma piani di ulteriori lanci e beta test per i mesi a venire. Ecco un video che spiega il funzionamento del sistema:

https://youtu.be/TGTJTX6nK-Q

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Fonti e risorse:

Building Digital Trust: A Model for Telcos to Succeed in Commerce (STL Partners)

Digital Commerce 2.0: New $50bn Disruptive Opportunities for Telcos, Banks and Technology Players (STL Partners)

Introducing Mobile Connect – the new standard in digital authentication (GSMA)

GSMA Mobile Connect Launched By 17 Mobile Operatos In 13 Countries (GSMA)