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SosTech. La Commissione Ue vuole la fibra ottica. Piani telco da rivedere?

di Andrea Galassi |

La fibra ottica nelle architetture FTTB (Fiber to the Building) e FTTH (Fiber to the Home) è la soluzione di riferimento per la European Gigabit Society. L’impatto sulle strategie delle telco.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

La Commissione europea ha proposto una riforma delle norme Ue in materia di telecomunicazioni che impatterà in maniera rilevante sulle strategie delle telco, sostengono Tony Shortall, direttore della società di consulenza Telage, e Ronan Kelly, Chief Technology Officer di Adtran, fornitore di apparecchiature e prodotti per le telecomunicazioni.

Tra gli obiettivi della riforma, fornire a tutte le famiglie europee, nelle zone rurali e urbane, soluzioni di accesso a Internet a banda larga che offrano velocità di connessione ad almeno 100 Mbps in download e che, in prospettiva, possano passare all’ordine dei Gbps.

Reti ad altissima capacità, quindi, che la Commissione europea vuole portare ai cittadini in via principale attraverso il dispiegamento della fibra ottica nelle architetture FTTB ed FTTH.

Sebbene la Commissione europea abbia preso in considerazione anche lo standard G.fast e la specifica DOCSIS 3.1, la stessa si aspetta che la fibra ottica in Fiber to the Building e in Fiber to the Home vada a coprire l’87% delle connessioni della regione entro il 2025.

Prima di illustrare il punto di vista di Shortall e Kelly, si ricorda che è possibile confrontare tutte le soluzioni di accesso alla Rete da postazione fissa disponibili in Italia attraverso i servizi di comparazione delle offerte ADSL e delle offerte Fibra Ottica curati dagli esperti di SosTariffe.it.

Il nuovo codice delle comunicazioni elettroniche formulato in ambito Ue potrebbe costringere le telco attive nel Vecchio Continente a riesaminare i loro piani di sviluppo in materia di reti, perché il documento promosso dalla Commissione europea taglia fuori alcune tecnologie su cui vorrebbero puntare gli operatori di telecomunicazioni, evidenziano Shortall e Kelly.

Secondo Kelly, la stessa soluzione G.fast, pur se presa in considerazione dalla Commissione europea, rischia di rimanere al palo, soprattutto se implementata a livello di armadi (cabinet).

Shortall, che dal 2004 al 2008 è stato consigliere economico per la Commissione europea,  lavorando al cosiddetto pacchetto telecomunicazioni adottato nel 2002, teme saranno tagliati fuori anche il vectoring e il VDSL.

Non sono pochi gli operatori di telecomunicazioni attivi in Europa che puntano su tecnologie alternative alla fibra ottica in FTTB/FTTH. Per esempio, nel Regno Unito, BT Group intende fornire servizi di accesso a 300 Mbps attraverso il G.fast, mentre in Germania, Deutsche Telekom guarda al vectoring per portare la banda larga a 100 Mbps.

Alcune telco hanno accusato la Commissione europea di aver elaborato una proposta di riforma che non garantisce neutralità in materia di tecnologie. Da Bruxelles si è replicato sostenendo che gli operatori di telecomunicazioni possono seguire altre strade, purché le stesse rispettino i requisiti previsti nel documento.

La proposta della Commissione Ue potrebbe impattare anche sull’azione delle autorità nazionali di regolamentazione, sostiene Shortall. E i finanziamenti pubblici potrebbero essere negati agli attori di mercato che punteranno su tecnologie alternative alla fibra ottica in FTTB/FTTB, al G.fast implementato sui punti di distribuzione e al DOCSIS 3.1, aggiunge infine Kelly.

Fonti e risorse:

EC Rules to Narrow Tech Options for Telcos (Ian Morris, Light Reading)

Stato dell’Unione 2016: la Commissione spiana la strada a una maggiore e migliore connettività internet per tutti i cittadini e le imprese (Commissione europea)