Banda ultralarga

SosTech. È la concorrenza che spinge l’industria Tlc verso la fibra ottica

di Andrea Galassi |

European Communications, testata specializzata in Tlc, ha sondato le opinioni del mercato per individuare i driver che spingono l’industria versola fibra ottica

Rubrica settimanale #SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe.

Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

È la concorrenza che spinge l’industria delle telecomunicazioni verso la fibra ottica, stando a un sondaggio condotto da European Communications tra aprile e maggio 2015 su 94 realtà tra operatori di settore, analisti e consulenti di mercato, e autorità di regolamentazione.

Un panel costituito per il 45% da operatori di telecomunicazioni, per il 24% da fornitori di settore, e per la restante quota da analisti, consulenti e autorità di regolamentazione. Dal punto di vista geografico, il 79% degli intervistati proviene dall’Europa, il 9,5% dal Medio Oriente e dall’Africa, il 7,5% dall’area Asia-Pacifico e il resto dalle Americhe.

graf 4

Il 41,86% degli intervistati individua nella concorrenza il principale driver che spinge a dispiegare la fibra ottica per fornire servizi di accesso a Internet a banda ultralarga. Per il 13,95%, invece, lo stimolo maggiore muove dalle nuove entrate generate dalla commercializzazione dei servizi medesimi.

Prima di illustrare le altre evidenze del sondaggio, si ricorda che è possibile affidarsi al servizio di comparazione delle offerte Fibra Ottica curato dagli esperti di SosTariffe.it per confrontare tutte le proposte di mercato disponibili in Italia e individuare quelle che meglio soddisfano le proprie esigenze.

graf 3

Il 12,79% degli intervistati punta sulla fibra ottica per soddisfare la domanda corrente dei consumatori, mentre per l’8,14% la spinta è data dai minori costi richiesti per implementare la tecnologia in oggetto.

Il 5,81% guarda alla fibra ottica in prospettiva futura e un altro 5,81% si muove in direzione della stessa per adeguarsi alle normative di settore e quindi su spinta delle autorità di regolamentazione.

L’impegno degli operatori via cavo nel dispiegamento della fibra ottica sta spingendo anche le telco “non-cable based” verso investimenti che garantiscano ai consumatori una maggiore larghezza di banda, ma queste ultime rischiano di perdere di vista proprio la domanda di banda ultralarga, sostiene Oliver Johnson, amministratore delegato di Point Topic.

fig 2

Gli fa eco Jeff Heynen, direttore Ricerca Broadband Access and Pay TV di IHS: “Prezzi e margini di guadagno continuano a diminuire, mentre la domanda di servizi che offrono connessione con velocità superiori ai 50 Mbps in download e ai 10 Mbps in download è inferiore alle previsioni”.

Sono gli operatori di telecomunicazioni via cavo e gli operatori cosiddetti “pure fibre” a costituire la principale “minaccia” per gli intervistati. Per operatori “pure fibre” si devono intendere realtà statunitensi quali Google Fiber e aziende europee quali CityFibre, Hyperoptic e Altibox.

Proprio Google Fiber rappresenta, secondo Heynen, la prova che è la concorrenza a spingere gli operatori di telecomunicazioni verso la fibra ottica. L’ingresso di BigG nel mercato dei servizi di accesso a Internet ha già “costretto” Time Warner Cable e AT&T ad ampliare le loro offerte veicolate su fibra ottica, evidenzia l’analista.

La fibra ottica può essere dispiegata in molteplici architetture. Dal sondaggio condotto da European Communications emerge che il 54,12% degli operatori intervistati ritiene si debba puntare in direzione della soluzione FTTH (Fiber-to-the-Home), mentre il 45,88% è di parere opposto.

Gli investimenti non sarebbero ripagati in toto, sostengono alcune telco, e la tecnologia G.Fast permette di fornire servizi ultraveloci su rame, evidenziano altri operatori di telecomunicazioni.

La tecnologia G.Fast è stata sviluppata proprio per rispondere alle specifiche esigenze del mercato europeo, commenta Heynen. È in Europa, infatti, che si rinviene la maggiore quantità di rame per le telecomunicazioni ed è in Europa che gli investimenti nella fibra ottica in FTTH appaiono meno giustificati, aggiunge l’analista.

Un altro fattore che rallenta il cammino verso l’architettura FTTH sembra essere costituito dalla convinzione che i clienti non sarebbero disposti a pagare di più per avere la fibra ottica fino a casa. Convinzione espressa dal 72,22% degli intervistati.

 

Fonti e risorse:

European Communications Special Report: Fibre Broadband