Smart working in Lepida: applicato da due persone su tre a maggio 2022

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Si stanno effettuando delle analisi sempre più accurate sullo smart working sia per capirne l’impatto sulla produttività, sulla creatività, sulla formazione e in generale sulla sfera personale.

Lo smart working è stato introdotto in Lepida con il CIA post fusione, divenendo disponibile da gennaio 2019 con il regolamento attuativo e con la sua applicazione a partire da aprile 2019. Il sistema prevede contratti annuali con il dipendente con massima flessibilità rispetto al luogo ove viene effettuato e all’orario durante il quale si lavora.

L’idea è di poter stare a casa propria o in qualsiasi altro luogo purché ben connesso; la connessione è una responsabilità del dipendente. L’orario flessibile necessita comunque di una qualche forma di coordinamento con i colleghi, soprattutto nel caso in cui vi sia un’utenza a cui erogare un servizio. Le finestre di ingresso sono tre all’anno (gennaio, maggio, settembre) con candidatura entro 15 giorni prima.

Lepida favorisce lo smart working e per ogni richiesta viene analizzata la compatibilità con le esigenze complessive, con il numero massimo di giornate concedibili e con le risorse minime necessarie in presenza. Per quanto riguarda il massimo numero di giornate in smart working, il CIA prevedeva 90 giorni all’anno che, su un totale tipico massimo di 220 giorni, rappresentava il 41%.

Per tutto il periodo dell’emergenza pandemica sono stati tolti i vincoli al massimo numero delle giornate e – in eredità da questa esperienza – Lepida ha dato la massima apertura all’aumento del numero delle giornate concedibili nei contratti ordinari.

Nella negoziazione con le organizzazioni sindacali è stato infine fissato un limite di 180 giorni anno, pari all’82% delle giornate lavorative.

Di interesse il numero minimo di FTE in presenza: ad aprile 2019 era del 82%, quindi lo smart working poteva agire solo per il 18% delle attività, ma questo numero è stato continuamente rivisto a favore di una sempre maggiore flessibilità. Il valore scende a: 80% a febbraio 2020, 78% a marzo 2020, 75% ad aprile 2020, 66% a luglio 2020, 61% a dicembre 2020, 49% a maggio 2021, 48% a ottobre 2021, 35% a dicembre 2021, 28% ad aprile 2022.

 Si stanno effettuando delle analisi sempre più accurate sullo smart working sia per capirne l’impatto sulla produttività, sulla creatività, sulla formazione e in generale sulla sfera personale. Alcune rilevazioni hanno mostrato un ottimo gradimento ed è in corso un lavoro con SIAG e l’Università di Bolzano per meglio definire elementi, rilevazioni e aspettative.

Lo smart working a maggio 2022 vede una penetrazione del 74% del personale pari ad un 76% degli FTE, quindi 2 persone su 3 lo applicano, con una preferenza media sul numero di giornate contrattualizzate pari a 169, quindi molto vicino al massimo concedibile.

Da segnalare che per i soggetti fragili si sta cercando di costruire filiere di smart working senza particolari vincoli, anche in forza delle indicazioni del medico competente. Infine, considerando la difficoltà di selezionare nuovi dipendenti con competenze ICT sul bacino emiliano-romagnolo si sta cercando di procedere alle selezioni con contratto in smart working nativo, in modo da allargare ulteriormente la appetibilità.