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Shopping tarocco, l’Antitrust sospende 252 siti internet

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Nove provvedimenti contro 9 operatori online. Sospesi 252 siti internet per pratiche commerciali scorrette e ingannevoli.

Anche su internet, dilaga la domanda e offerta di prodotti contraffatti. Oggi l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato è intervenuta con 9 provvedimenti contro altrettanti operatori online di merci taroccate.

L’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha dato notizia d’aver disposto la sospensione entro due giorni di “ogni attività diretta a diffondere i contenuti” di 252 siti Internet, tutti collocati all’estero. Le decisioni sono state adottate in via cautelare dall’Antitrust per pratiche commerciali scorrette e ingannevoli.

“Sulla base di diverse segnalazioni – spiega l’Antitrust in una nota – in particolare quelle ricevute dall’associazione Adoc e da Indicam (Istituto Centromarca per la lotta alla contraffazione), l’Autorità ha accertato che questi siti forniscono “informazioni non rispondenti al vero in merito alla natura, alle caratteristiche dei prodotti e all’utilizzo di diversi marchi”. Sarebbero state omesse, inoltre, “informazioni rilevanti sull’identità e l’indirizzo geografico” dei rispettivi operatori”.

Per l’esecuzione dei provvedimenti, l’Autorità potrà avvalersi della collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

In caso di inottemperanza, annuncia l’Agcm, verrà applicata la sanzione amministrativa pecuniaria (da 10 mila a 5 milioni di euro) ed eventualmente, nei casi di reiterata inottemperanza, l’attività d’impresa sarà sospesa per un periodo non superiore ai 30 giorni.

L’Agcm spiega ancora che sui 252 siti di cui è stata disposta la sospensione, venivano venduti prodotti di varia natura come occhiali da sole di note marche commerciali, considerati anche pericolosi perché alcune loro caratteristiche – dalla protezione dei raggi UV alla qualità delle lenti – non corrisponderebbero a quelle indicate. Oppure scarpe da passeggio e da ginnastica che su numerosi campioni sequestrati rivelavano la presenza di cromo esavalente, una sostanza altamente tossica o di un’altra denominata Dmf, una preparazione antimuffa presente per lo più nei sacchetti inseriti nelle scatole delle calzature.